Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".

Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.

martedì 26 maggio 2015

La popolarità di Alexis Tsipras resta al 77%  
Il bombardamento mediatico contro il governo greco sembra non funzionare.
Una lettura fatta attraverso i sondaggi di opinione su come la società greca vede l'operato del proprio governo fino ad oggi.


Mentre a gran voce ci viene detto dalla commissione europea e dal governo tedesco che in Spagna, Portogallo e Irlanda le misure economiche di austerity stanno portando buoni frutti e questi paesi stanno facendo "passi avanti", gli elettori di questi paesi, quando sono chiamati a scegliere, si orientano su posizioni opposte a quelle dei loro governi. Sono forse impazziti? Credo di no.
Questo ci può far riflettere su quanto l'informazione sia strumentalizzata e asservita a sostenere un modello economico che da molto tempo ormai si è dimostrato fallimentare. Non metto in dubbio che questi paesi stiano facendo "passi avanti" grazie alla cura a base di neoliberismo, mi piacerebbe capire in quale direzione?
Anche per la Grecia, fino a pochi mesi fa quando ancora c'era il governo Samaras, venivano dette le stesse bugie e tutta Europa stava a guardare una "ripresa della Grecia" invisibile per noi, ma evidente solo sulla stampa di propaganda.
Il governo greco, per il momento l'unico ad aver alzato la testa è stato attaccato e sbeffeggiato da tutti gli altri governi. Potendo dire ben poco sulla serietà degli argomenti messi in campo dagli esponenti del governo Tsipras, si sono accaniti sui singoli ministri cercando di screditarli con commenti e chiacchericci di bassa lega, ad iniziare dalla cravatta (che non hanno) a finire con bugie e false dichiarazioni attribuite quando all'uno quando all'altro.
Questi mesi di contrattazione con l'Eurogruppo non hanno portato a granché, da parte del governo tedesco (cioè il vero cervello dell'Eurogruppo) è stata attuata la tecnica dello "sfinimento" ovvero aprire  momenti di speranza e di probabile accordo e subito dopo tornare a chiedere e imporre le decisioni prese dal precedente governo, cercando di far leva sul ricatto del fallimento economico e delle varie scadenze e pagamenti che la Grecia ha davanti.
Il problema del governo tedesco nei confronti del governo greco è politico e questo è bene che venga capito da tutti. Non sopportano di aver a che fare con un governo di sinistra.
Poco importanza viene data alle proposte presentate da Atene, non vengono neanche valutate dagli interlocutori, il "programma deve continuare" e basta.
Che Atene possa trovare all'interno della propria economia altri modi per riprendersi economicamente diversi dalla macelleria sociale sostenuta dalla Germania, questo non importa. Il problema non sta nell'economia e quindi nella ripresa economica della Grecia, ma negli interessi economici della Germania e delle varie multinazionali che avevano iniziato a spartirsi la torta ellenica. Quindi…meglio se altre soluzioni diverse da quelle imposte non verranno trovate.
L'obiettivo finale dell'Eurogruppo è senz'altro quello di annientare il cattivo esempio che il governo greco rischia di dare agli altri popoli d'Europa. E sicuramente nei prossimi giorni e nei prossimi mesi si intensificheranno gli attacchi e i ricatti affinché il governo greco si pieghi al volere del neoliberismo. Per il momento, grazie ad i rapporti di forza estremamente sfavorevoli, Atene ha congelato alcuni punti del proprio programma e sta cercando di arrivare ad un accordo senza varcare alcune "linee rosse" ovvero dei punti imprescindibili del proprio programma che riguardano i diritti dei lavoratori, il rifiuto di attuare nuovi tagli a stipendi e pensioni e l'eliminazione della famosa tassa ENFIA, una tassa orizzontale sulle proprietà che sta mettendo il popolo greco in ginocchio.
La propaganda internazionale contro la Grecia non è la sola a martellare il governo Tsipras, dovete sapere che tutte le emittenti televisive private del paese non hanno mai pagato un euro per i diritti televisivi e per l'uso delle frequenze, ma non perché non dovessero pagarli, perché i precedenti governi preferivano il sostegno mediatico alla riscossione dei compensi. Il governo guidato da Tsipras ha pensato bene di iniziare a chiedere i milioni di euro che queste emittenti televisive devono allo stato ed è così che le stesse emittenti televisive hanno iniziato una guerra mediatica per screditare il governo. La propaganda che ogni giorno viene fatta contro i vari personaggi del governo è vomitevole e priva di ogni deontologia giornalistica.
Se sul piano internazionale possiamo dire che il governo ellenico sta percorrendo una strada da solo e in salita, diversamente vanno le cose in patria. Nei pochi mesi di governo è infatti riuscito a fare molte cose positive. La differenza con i beceri del governo precedente è enorme e con una certa velocità la Grecia si sta normalizzando.
Se prima c'era da lottare per non far peggiorare le cose, adesso possiamo discutere di come migliorarle. L'opposizione al governo è di due tipi: quella da destra che è scontenta di veder andare in fumo il grosso lavoro fatto in collaborazione con la Troika e che vorrebbe tornare al precedente modello di dittatura sociale ed economica e quella da sinistra, che vorrebbe delle posizioni più intransigenti del governo greco nei confronti dei creditori e dell'Eurogruppo.
Personalmente capisco di più l'opposizione di destra con tutte le sue ragioni, ragioni che politicamente non condivido affatto ma che mi sembrano più sensate delle critiche mosse dall'opposizione di sinistra.
Capisco che un'evoluzione verso qualcosa di ancora meglio può avvenire solo cercando di spingere la politica verso nuove soluzioni e che accontentarsi frena questo processo, ma dall'altra parte devo riconoscere che gli spazi per attuare una politica estera più radicale non vi sono e gli equilibri europei (per il momento) non sono favorevoli.
Ricordiamoci che se questo governo cade non c'è da sperare in qualcosa di migliore, ma semmai di un ritorno a qualcosa di molto peggiore...
Nonostante tutto ciò, due giorni fa sono usciti sul quotidiano Avghi dei sondaggi di opinione relativi al periodo 13-19 maggio 2015 e confermano come il governo Tsipras goda ancora di una ottima popolarità.
Sono molto interessanti da esaminare perché rispecchiano l'impatto sulla società greca delle scelte del governo in politica estera e confermano che il popolo greco crede ancora saldamente nel tentativo che questo governo sta facendo per cambiare la politica economica fin ora abbracciata dai precedenti governi.
Iniziamo con la stima dei voti, "Se in Grecia ci fossero oggi le elezioni politiche che cosa voteresti?"
Il 48,5% voterebbe Syriza, mentre Nea Dimokratia il maggiore partito di destra all'opposizione si deve accontentare di un misero 21%, questo dato descrive in maniera evidente la forte sfiducia che ancora il popolo greco nutre nei confronti dell'ex primo ministro Samaras, amicone della Troika.
A seguire abbiamo i Nazi-fascisti di Chrisi Avghi con il 6%, i neoliberisti di Potami con il 5,5% i KKE partito comunista greco (all'opposizione) con il 6%, Anexartiti Ellines (al governo con il Syriza) con 3,5% il Pasok con il 4% e un 5,5% di altri.
Alla domandato "Quale secondo voi è il migliore governo per il paese?" Il 54 % indica l'attuale governo, mentre solo il 18% vorrebbe il governo di Nea Dimokratia, segue poi il 18% di interpellati che non è soddisfatto da nessuno dei due governi.
La popolarità del primo ministro Alexis Tsipras è ancora molto alta e viene stimata al 77%.
Alla domanda: "Quale è il primo ministro più adatto per la guida del paese?" Ben il 63% degli interpellati ha risposto Alexis Tsipras, mentre Antonis Samaras resta al 20% e il 14% non indica nessuno di questi due.
L'ormai famoso ministro delle finanze Yanis Varoufakis che da mesi è nell'occhio del ciclone e su di lui si è abbattuto il chiacchericcio mondiale è ancora molto sostenuto dal popolo greco. Se analizziamo il confronto tra soddisfatti e insoddisfatti vediamo che a febbraio 2015, subito dopo le elezioni, coloro che si esprimevano positivamente e coloro che invece risultavano insoddisfatti erano rispettivamente il 75% e il 24%. A marzo 2015 erano rispettivamente il 59% e il 40%. Ad aplile 2015 il 55% e il 43% e a maggio il 59% e il 40%. Come potete vedere c'è stato un calo fisiologico rispetto alle aspettative iniziali e al sorprendente dato registrato a febbraio 2015, la sfibrante trattativa condotta con l'Eurogruppo e la contrattazione portata avanti nella ricerca di un compromesso hanno fatto scendere la popolarità del ministro Varoufakis, ma se valutiamo a quale martellamento mediatico negativo è stato sottoposto in questi mesi possiamo dire che è ancora apprezzatissimo dal popolo greco.
Chiudo con un dato molto significativo che riguarda un argomento di grande attualità: il referendum sull'Euro. Il 71% del popolo Greco è a favore dell'euro e il 25% è contrario, il 4% non ha opinione.
Questa massa di dati e di percentuali ci può dare un idea di come il popolo greco veda ancora di buon occhio il proprio governo nonostante la feroce propaganda di cui è vittima. Una cosa è certa: dopo il successo di Podemos in Spagna e la vittoria a Barcellona ci sentiamo un po' meno soli in questa Europa drogata dall'austerity.