Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".

Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.

lunedì 26 maggio 2014

Elezioni Europee 2014 in Grecia

Questi i risultati definitivi:
  • Syriza 26,54%
  • Nea Dimokratia 22,82%
  • Chrisi Avghi 9,41%
  • Elia (Pasok) 8,03%
  • To Potami 6,60%
  • ΚΚΕ 6,07%
  • Anexartiti Ellines 3,42%
  • ΛΑΟΣ 2,70%
  • Cittadini Greci Europei 1,42%
  • Demokratiki Aristerà 1,21%
ore 1:00 Elezioni Europee - Prime dichiarazioni

Ovviamente, come accade in ogni paese, l'ottusità e la brama di potere superano ogni pudore.
A sentire le dichiarazioni dei perdenti, sembra di sentir parlare i vincitori. Tutti sono soddisfatti e riconoscono un risultato positivo del loro partito e quindi del loro operato. In questa girandola del ridicolo si parte dal primo ministro Antonis Samaras che è apparso in televisione dichiarando che la rivoluzione che il Syriza aveva prospettato, non c'è stata, e quindi il governo andrà avanti. Sono escluse elezioni anticipate. Ricordo che il partito di governo Nea Dimokratia, in queste elezioni è sotto al più grande partito di opposizione di almeno 4%. Ricordo inoltre che Nea Dimokratia ha a disposizione tutti i canali televisivi, pubblici e privati, più gran parte delle radio e dei giornali.
Il Syriza niente di tutto questo.
Evanghelos Venisellos, numero due del governo e appartenente al partito Pasok, aveva dichiarato che se il voto fosse stato sfavorevole si sarebbe dimesso. A queste elezioni il Pasok si è presentato con un'altro nome: Elia, che vuol dire Ulivo. Bene sottolineare che il cambio di nome è una questione tecnica per non pagare i debiti enormi che il Pasok ha accumulato nei confronti dello stato e delle banche.
Di fatto Elia non è una vera e propria coalizione perché è fatta dal Pasok stesso. Anche dopo il misero risultato del proprio partito, scommetto che si sentirà "riconfermato a furor di popolo" e quindi non si dimetterà.
Perché il popolo greco ha votato in massa Syriza? Perché è evidentemente soddisfatto dalla politica del governo? In pochi anni il Syriza partendo da percentuali irrisorie è arrivato ad essere il primo partito, sfiorando il 30%. I signori del governo, invece di lodarsi nonostante la sconfitta, dovrebbero pensare che Nea Dimokratia e Pasok rispetto alle elezioni del 2012 hanno rispettivamente perso il 7% e 5%. Se queste elezioni fossero state elezioni politiche, il Syriza avrebbe 130 seggi e sarebbe al governo, mentre Nea Dimokratia solo 69.
Ore 24 Elezioni Europee

Lo spoglio dei voti è ancora in corso. Sono state scrutinate circa un quarto delle schede e il risultato sembra confermare più o meno gli exit poll.
Le proiezioni basate sul dato reale alle ore 22 davano questi risultati:
  • Syriza 26,7%
  • Nea Dimokratia 22,8%
  • Chrisi Avghi 9,3%
  • Elia 8,1%
  • Potami 6,7%
  • ΚΚΕ 6%
  • Anexartiti Ellines 3,4%
  • ΛΑΟΣ 2,8%
  • Cittadini Greci Europei 1,4%
  • Demokratiki Aristerà 1,3%
Per quanto riguarda il comune di Atene, è stato riconfermato il sindaco precedente Kaminis (centro sinistra), che ha preso il 52% dei consensi rispetto al 48% di Sakellaridis del Syriza.  Per la periferia dell'Attika non è ancora chiaro il risultato tra i due contendenti che sono una di Syriza e l'altro di Nea Dimokratia. Sallonicco riconferma il sindako Boutaris con una solida maggioranza sostenuto dal centro sinistra. Al Pireo vince la destra, il nuovo sindaco è Moralis, sostenuto dagli armatori, dai tifosi della squadra di calcio Olimpiakos e ovviamente anche dai nazisti di Chrisi Avghi.

domenica 25 maggio 2014


ore: 20 Elezioni Europee 
A circa un'ora dalla chiusura dei seggi, gli exit poll danno come primo partito il Syriza (sinistra radicale), il partito di Alexis Tsipras.
Staccato di 3 punti percentuale il maggior partito di governo Nea Dimokratia, seguono poi i nazisti di Chrisi Avghi e l'Elia (che vuol dire "Ulivo" ed è una coalizione dei frammenti di ciò che resta del Pasok, anch'esso partito di governo). A seguire il Potami (partito tipo Grillo) e i comunisti del KKE.

Exit poll ufficiali

Syriza - dal 27% al 30%
Nea Dimokratia - dal 23% al 27%
Chrisi Avghi - dal 8% al 10%
Elià - dal 7%al 9%
Potami - dal 5% al 7%
KKE - dal 5% al 7%

martedì 20 maggio 2014

Elezioni Europee. Spezzo una lancia a favore di Tsipras
Le mie riflessioni. Il voto europeo visto dalla Grecia.

Vivendo in Grecia dal 2005 ho avuto l'occasione di vedere una serie di cambiamenti in rapida successione. Nel giro di pochissimi anni questo paese è cambiato radicalmente in peggio, fino ad arrivare ai margini di una vera e propria crisi umanitaria.
Da un giorno all'altro, i potenti dell'Europa hanno iniziato ad accusare i greci di essere in mano alla corruzione e di vivere oltre le loro possibilità. Quali sono le possibilità di un popolo? Come si può vivere al disopra di queste possibilità?
Sicuramente non possono essere decise dal basso, ogni persona sceglie e vive secondo le possibilità economiche che gli vengono date. Contrarre un mutuo, acquistare una casa, fare degli investimenti piccoli e grandi per il proprio futuro, tutto questo viene fatto secondo le possibilità. In rapporto agli stipendi che ogni lavoratore percepisce.
Questa affermazione è stata usata come un "mantra" per colpevolizzare il popolo greco. Ripetuta ogni giorno molte volte.
Questa storia è stata diffusa in tutta Europa. Fino a far credere al resto degli europei che i greci erano i cattivi della classe e che in fondo si meritavano ciò che gli stava accadendo.
In Italia, nello stesso periodo, in molti si tranquillizzavano e si autoconsolavano dicendo: Per fortuna non siamo la Grecia! Poi, loro malgrado, anche gli Italiani, gli spagnoli, i portoghesi, gli irlandesi etc.. hanno scoperto che assomigliano molto alla Grecia e ai greci.
Come si assomiglia ai greci? Non certo ballando il sirtaki e rompendo i piatti. Si assomiglia ai greci, quando in modo analogo vengono applicate le stesse misure economiche che sono state imposte al popolo greco. Quando la disoccupazione aumenta giorno dopo giorno, quando chiudono le imprese una dopo l'altra, quando aumentano i suicidi per la disperazione, quando si allungano le file davanti alle mense sociali, quando non ci sono più soldi per i servizi primari come scuole e ospedali, quando in molti non possono più pagare il mutuo della propria casa e le banche se le riprendono indietro, quando in ogni strada apre un negozio di "compro oro", quando ogni giorno aumentano tasse e prezzi al consumo, quando vengono venduti e privatizzati i sevizi pubblici, i trasporti, l'acqua etc... In migliaia di altri angoli del proprio paese si può vedere una somiglianza alla Grecia.
Improvvisamente anche coloro che pensavano di essere al sicuro perché "noi abbiamo l'industria...", "noi non siamo un paese piccolo come la Grecia..." si sono accorti di non averla più l'industria e che la grandezza di un paese non fa la differenza.
Perché, se l'Italia è un paese diverso dalla Grecia, la terapia a cui viene sottoposto è la stessa? Sembra quasi che la strada sia uguale per tutti, solo che coloro che hanno iniziato prima questo percorso si trovano ad un punto più avanzato.
Avendo maniera di confrontare l'evoluzione della crisi da un punto di osservazione privilegiato, mi rendo conto ogni giorno di più che in Grecia è stato elaborato un modello sociale di austerity e di neoliberismo aggressivo che viene in progressione applicato anche agli altri stati. Ciò che vediamo ora in Grecia è in buona misura ciò che probabilmente vedremo in un futuro prossimo anche negli altri paesi.
Per questo investo energie nel raccontare, nel descrivere ciò che avviene in Grecia. Ho iniziato più di due anni fa a narrare la progressione della crisi sul blog "sopravvivereingrecia", come la psicologia di massa si intreccia con le dinamiche sociali e politiche, la miseria, lo sconforto, l'ingiustizia e la violenza, la repressione, la retorica e la farsa mediatica dei governi che si sono susseguiti. Ho voluto però raccontare anche la reazione di un popolo che non si è voluto piegare, un popolo che con tutti i suoi difetti ha dimostrato di essere determinato.
Osservando questo popolo, vivendo in questo paese posso parlarne e descriverlo con coinvolgimento, ma anche con distacco, quella piccola distanza che ti da il fatto di essere straniero, di osservare e descrivere una cultura che non è la tua. Ne sono rimasto più volte deluso, ma anche tante volte stupito positivamente ed esaltato. Mi sono emozionato, ho pianto, gridato e sorriso insieme a loro e ho creduto in tutte quelle piccole vittorie, quei piccoli passi avanti ottenuti con fatica e dolore.
Dalla crisi economica sono uscite anche soluzioni, tentativi e speranze che mai avrei aspettato. Delle oasi, dei risultati, che se pur simbolici e sperimentali sottolineano la riscossa di un popolo. E se da un lato la crisi ha tirato a galla la parte più putrida dei greci e del loro passato di dittatura, dall'altro ha scoperto possibilità e speranze che hanno mobilitato la parte più creativa e libertaria di questo popolo. Spesso mi è venuta in mente una canzone di De André: "...dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori..".
Fiori sono infatti gli ambulatori autogestiti per tutti coloro, e sono tanti, che non hanno più accesso alla sanità pubblica, le farmacie sociali che garantiscono i farmaci a chi non se li può permettere, le mense sociali autogestite, le assemblee di quartiere con migliaia di partecipanti, i movimenti di autoriduzione dei prezzi dei caselli autostradali. Fiori sono ancora le lotte, durissime, per la tutela del proprio territorio, contro le catastrofi ecologiche imposte dal governo e giustificate dalla crisi. Fiori sono la lotta contro gli interessi delle multinazionali e delle lobby del cemento... Fiori in un deserto di letame.
La crisi economica, l'intervento del Fondo Monetario Internazionale e della Troika sono state delle scuse per attuare in Grecia una politica neoliberista molto aggressiva che spesso non ha niente a che fare con il risanamento dei conti pubblici. Patrimoni di immenso valore come isole, spiagge ed enormi pezzi di costa vengono vendute a prezzi irrisori. Lo stato non ci guadagna niente, spesso ci rimette perché si accolla l'onere economico di fornire le infrastrutture ai nuovi proprietari, deviare strade, traslocare i servizi pubblici che avevano posto su quel territorio che adesso è privato. Massimo guadagno per il privato ed enorme costo per la popolazione. Questa è la filosofia neo liberista.
Per un periodo lungo in Europa ci hanno illuso che tutto stava procedendo bene. Sembrava addirittura che parlare di capitalismo fosse una cosa ridicola e datata, chi ne faceva riferimento, passava subito da persona retrograda e fuori dalla modernità. Il pubblico è stato descritto come inutile e pesante, mentre l'impresa privata come dinamica e leggera. I diritti lavorativi visti come una tutela per "bamboccioni" che non avevano voglia di investire sulle proprie possibilità. Bisognava invece essere "flessibili" per essere moderni e dinamici. Buttarsi sul mercato del lavoro senza paura.
Adesso giorno dopo giorno è sempre più chiaro che tutti questi bei concetti "cool" significano solo "macelleria sociale", che essere "competitivi" significa essere poveri e precari per tutta la vita.
L'Europa che anni fa ci è stata descritta come aperta e piena di possibilità, l'Europa dei popoli, l'Europa senza frontiere si è rivelata come chiusa e gestita esclusivamente dagli interessi delle lobby della finanza, con il consenso di tutti gli stati si è insediato al comando una casta schifosa di politici che hanno privilegiato solo gli interessi delle banche e dei mercati. La sopravvivenza dell'euro è stato l'interesse principale fino quasi ad estinguere il popolo europeo, coloro che lo dovrebbero spendere e con cui dovrebbero vivere. Come supporto a questa politica economica spietata hanno messo il razzismo dei popoli più ricchi verso i popoli più poveri e ovviamente la disinformazione e la demagogia.
Le istituzioni che sarebbero dovute essere "democratiche" lo sono rimaste solo in teoria, in pratica sono diventate un paravento per applicare la politica della finanza che sta usando come marionetta la signora Merkel.
In Italia e non solo prende sempre più piede l'idea di uscire dall'Euro, la moneta unica viene vista come origine di tutti i mali. Non potrei dire se un'uscita dall'Euro potrebbe essere risolutiva per l'Italia. Sicuramente per la Grecia in questo momento sarebbe un suicidio.
Non piace neanche a me questa Europa, per questo penso che vada cambiata, l'Euro e la politica economica che vi è dietro è soltanto un insieme di accordi. Questi accordi vanno cambiati.
Il popolo greco, dopo anni di sofferenze sta alzando la testa, è una cosa difficile, perché come tutti i popoli è confuso e diviso, insicuro e spesso si sente come David contro Golia. Da solo non potrà fare granché, sarà un tentativo inutile e l'esperienza di 4 anni di crisi servirà a ben poco.
La candidatura di Tsipras alla presidenza della sinistra europea è interessante perché è un tentativo di accorpare le forze dei vari paesi per contrastare un destino comune, che ormai non è più solo del popolo greco.
Io non sono un fanatico dei partiti, anzi, devo dire che onestamente ho un bel po' di problemi a proporre agli altri di votare per un partito, preferisco le iniziative spontanee, i movimenti, le assemblee, ma anche se non è il mio forte, lo faccio lo stesso, perché penso a quella parte di persone che qui in Grecia sostengono con fatica una resistenza culturale, un altro mondo possibile. Queste persone sono vicine a me, le stimo, sono quella parte di persone che crede a questa idea di Tsipras e che se pur aderenti al partito Syriza vogliono costruisce un cambiamento dal basso, spesso con pratiche autogestionarie, senza queste persone non avrebbe nessun senso sostenere un partito. Vorrei che proprio loro andassero a decidere per un'Europa diversa da questa.
Queste future elezioni europee hanno un grosso peso, forse sono le più importanti di sempre, non devono essere e non possono essere una piccola riproduzione degli equilibri politici che si instaurano nelle elezioni politiche di ogni paese. Chiaramente ogniuno è portato ha sostenere la propria idea politica anche in Europa, non so se questa volta è giusto, se porterà a qualcosa di veramente diverso. Tutti gli altri candidati in Europa mi sono sembrati appiattiti su sfumature che in sostanza riproducano il modello Merkel.
Con questo appello mi rivolgo ovviamente ha chi ha la capacità e la sensibilità di capire ed interpretare il mio appello, coloro che culturalmente possono capire e cogliere questa possibilità. Ovviamente votare è un episodio della lotta verso un cambiamento, il grosso va fatto giorno dopo giorno, con logiche e dinamiche che spesso i partiti non riescono a contenere. La rivoluzione deve essere culturale.
Gli altri, coloro che si vantano di non essere né di destra né di sinistra, coloro che votano qualcosa per abitudine, coloro che affrontano la questione in maniera dogmatica, con loro non ho speranze.

lunedì 19 maggio 2014

Risultati finali del primo turno di elezioni

I dati definitivi del primo turno di elezioni che hanno interessato il rinnovo delle giunte comunali e delle Periferie  non variano di molto dagli exit poll. Per il comune di Atene, il candidato del Syriza Gabriel Sakellaridis nel dato reale ha perso alcuni punti rispetto al sindaco in carica Giorgos Kaminis, ma nella sostanza il risultato effettivo non cambia ed è molto positivo. Al secondo turno ci sarà quindi il ballottaggio tra il candidato del Syriza (sinistra radicale) e quello della Sinistra Democratica e del Pasok. Per la prima volta la destra di Nea Dimokratia è fuori gioco fin dal primo turno. Preoccupante è invece il 16% preso dal candidato a sindaco del partito nazista, l'unica cosa di cui si può essere contenti è che non ha preso di più e questo è già un risultato.
Questo dato però conferma che l'elettorato di Atene ha comunque al proprio interno una eredità ancora viva proveniente dalla dittatura dei Colonnelli che nei momenti di crisi riemerge e trova la propria identita nell'estrema destra xenofoba. Ricordiamo che rispetto alle elezioni del 2012, adesso è chiaro e noto a tutti che il partito Chrisi Avghi è composto in maggioranza da dei criminali e assassini. 
Assai più scoraggiante è invece il risultato del comune di Pireo dove il sindaco in carica, Mikaloliakos della destra di Nea Dimokratia e parente del Mikaloliakos capo di Chisi Avghi (tutt'ora galeotto), andrà al ballottaggio con un'altro candidato della destra Giannis Moralis sostenuto dagli interessi degli armatori (che coincidono guarda caso con quelli dell'estrema destra antisindacale). In un contesto elettorale dove i programmi hanno sempre meno importanza e si basa tutto su slogan e sull'immagine una cosa che è stata determinante per Moralis è quella di essere presidente della squadra di calcio Olimpiakos che proprio al Pireo ha sede.
Per capire quanto importante sia questo particolare basti pensare che il greco medio lega la propria identità al fatto di essere cristiano ortodosso e di tifare per una delle due squadre di calcio più importanti, il Panatinaikos o L'Olimpiakos. Per gran parte delle persone, purtroppo, questi due sono tra i  fattori di rilievo e di forte identificazione. Per tutta la campagna elettorale questo ha avuto un grande peso, negli ultimi giorni in particolare vi sono stati degli episodi emblematici. In chiesa, i preti, hanno dedicato gli ultimi dieci minuti della predica alla campagna elettorale di Moralis, e hanno distribuito dei generi alimentari per i bisognosi, insieme al pacchetto di viveri era allegato il volantino elettorale di Moralis.
Proprio al Pireo si giocano i grandi temi economici che da sempre interessano particolarmente la destra: privatizzazioni e sfruttamento incondizionato della costa, investimenti speculativi edili e interessi legati al porto e quindi al controllo del territorio. Anche se il risultato del Pireo è un dato che rispecchia una situazione locale è pur sempre interessante vedere come un comune che per tradizione era di connotazione comunista (altissima era la presenza del KKE) adesso sia finito nelle mani della destra. Questo significa che il cambio generazionale ha coinciso con un cambio di orientamento politico. Non è stata tramandata nessuna eredità culturale.
Anche a Sallonicco il candidato in carica a sindaco Boutaris è andato bene e probabilmente verrà confermato al prossimo turno, da notare che, cosa inedita in Grecia, accorpato a questa prima turnata elettorale vi era anche un referendum promosso in maniera locale proprio dalla sinistra che sostiene Boutaris e che chiamava gli elettori ad esprimersi sulla delicata questione della privatizzazione di un bene primario e prezioso come l'acqua. Il 98% si sono espressi per l'acqua pubblica. Da sottolineare che in Grecia il diritto di raccogliere firme per proporre un referendum è da poco possibile e solo per i referendum comunali, ogni altro referendum deve quindi essere calato dall'alto. Questo aggiunge valore all'iniziativa del sindaco Boutaris, inutile dire che al livello governativo vi sono stati enormi pressioni per annullare il referendum e quindi il volere dei cittadini.
In linea generale è stato interessante e positivo il risultato del partito di sinistra radicale Syriza, guidato da Alexis Tsipras e presente anche in Italia con una lista (l'Altra Europa con Tsipras) che si presenta per le elezioni europee. In molti casi i propri candidati si sono attestati primi con percentuali alte e andranno al ballottaggio che si terrà domenica priossima.
Visti gli enormi interessi in gioco, e il valore simbolico che le elezioni europee in Greche stanno prendendo rispetto all'operato del governo Samaras e alla situazione economica europea e quindi alle scelte imposte dalla Troika e dalla Merkel, non mi stupirei se si verificassero dei brogli elettorali o delle manomissioni dei dati finali dettate da interessi di governo.

domenica 18 maggio 2014

Voto in Grecia - Primi Exit Poll

Oggi in Grecia si vota per eleggere i nuovi sindaci e i nuovi presidenti delle periferie (che sono una specie di provincia allargata). Adesso sono le ore 19:57 e sono ancora in corso le operazioni di voto. Sono già disponibili i primi exit poll.
Per il comune di Atene al primo posto si trova il candidato del Gabril Sakellaridis al 22,4% del partito di sinistra Syriza (il partito di Tsipras), seguito dall'attuale sindaco Giorgos Kaminis al 20,6% sostenuto da Dimar e Pasok. Seguono i candidati della destra e dell'estrema destra nazista. Rispettivamente al 15,9% e 15,7%.
Anche alla Periferia dell'Attika la candidata della sinistra radicale Syriza è al primo posto.Rena Dourou ha raccolto il 29,1% dei voti.
I risultati di queste elezioni sono importanti perché arrivano in un momento particolare per la Grecia. Nei sondaggi, il partito di sinistra radicale Syrisa ha sorpassato il partito di governo Nea Dimokratia di ben 5%. Un mare di scandali sta travolgendo il governo che sentendosi insicuro dall'emoragia di consensi a cui sta assistendo negli ultimi mesi si dimostra molto aggressivo. La destra sta giocando le ultime carte, il gioco è sporco, come sempre. Ieri nel Pireo sono state distribuite in chiesa dei sacchetti con dei generi alimentari con dentro le indicazioni di voto per sostenere il candidato della destra. Oggi una decina di minuti buoni della predica dei preti è stata dedicata alla campagna elettorale della destra.

Appena saranno disponibili altri dati scriverò il prossimo aggiornamento.

giovedì 15 maggio 2014

Legge sulla cementificazione delle spiagge.

Attenzione! La terribile legge in questione (vedi il post precedente) che permetterà ai privati di costruire strutture turistiche in muratura sulla spiaggia e in sostanza di cementificare e comprare i più bei tratti di mare della Grecia NON è stata ritirata, ma semplicemente rimandata a dopo le elezioni europee. Il primo ministro A. Samaras si è accorto di quanto impopolare (anche al livello internazionale) sia fare una cosa del genere. Preoccupato dell'emoragia di consensi ha preferito rimandare il tutto. Purtroppo però va detto che grandi e significanti pezzi del disegno di legge sono già passati nascosti in altri emendamenti. Per esempio nell'Attica (le coste vicine ad Atene) sono già vendibili e cementificabili. In particolare il provvedimento è un favore personale fatto dal governo all'armatore e miliardario Latsis che si è già aggiudicato ampie porzioni di costa a un prezzo ridicolo. Lo stato non ci guadagna praticamente niente (vedi ex aeroporto di Atene, Elliniko).

mercoledì 14 maggio 2014

La cementificazione delle coste greche diventa legge.
In questi giorni al voto la legge che permetterà di costruire sulle spiagge.
 
Atene è una delle poche capitali, forse l'unica in Europa, che non ha un vero e proprio centro storico. Accerchiato dal cemento dei palazzi, il Partenone, posto su una collina al centro di Atene, osserva dall'alto il mare di palazzi che lo circonda.
Come fosse un'isola in mezzo al mare, un mare biancastro, un insieme scomposto di terrazze di condomini.
Fatta eccezione per i siti archeologici, che sono senz'altro unici e bellissimi, restano veramente poche tracce del passato. Atene non ha mai avuto un altro tipo di architettura? Perché è cosi?
Alcune testimonianze si possono vedere, sono pressapoco dei ruderi e sono rimasti intrappolati tra un palazzo e l'altro. Sono case neoclassiche, hanno spesso delle linee dolci e appaiono basse accanto ai palazzi di sei o sette piani che gli stanno accanto. Le finestre sono decorate con stucchi e cornici, i tetti, quelli che ancora non sono crollati, hanno delle decorazioni in terra cotta che rifiniscono le tegole, tipiche dell'Attica. Molte volte hanno le porte e le finestre sono chiuse da lamiere o tavole perché sono abbandonate e pericolanti.
Un tempo Atene era tutta così, una bella città fatta di case neoclassiche che contornavano la collina dell'Acropoli.
Già a partire dagli anni cinquanta, grazie alle leggi fatte dal governo dell'allora primo ministro Kostantinos Karamalis, Atene ha visto la sua progressiva distruzione. Erano gli anni immediatamente successivi alla guerra civile e una enorme quantità di persone veniva convogliata nella capitale per questioni di controllo sociale. Venne istituita una legge che incentivava questa distruzione. I proprietari delle piccole case neoclassiche con giardino, potevano dare il loro suolo ad un'impresa edile che una volta rasa al suolo la vecchia casa avrebbe costruito un palazzone di vari piani, al proprietario spettavano tre appartamenti. Successivamente, durante la "Dittatura dei Colonnelli" in pochi anni, una dopo l'altra sono state abbattute quasi tutte le case neoclassiche per fare posto ai palazzi in cemento. Palazzi brutti, costruiti in fretta e male, freddi d'inverno e caldi d'estate. Per questo le loro facciate sono tempestate da condizionatori. Ma non fu solo quella legge a procurare dei grossi danni ad Atene, la Giunta dei Colonnelli portò al potere una classe politico-militare che per anni ha esposto il paese all'intervento incondizionato della parte peggiore della società. Durante questo periodo la parte più becera e attaccata al profitto ha avuto modo di esprimersi liberamente. Più che una dittatura ideologica è stata una dittatura del profitto e della corruzione, la struttura repressiva e militare assecondava e agevolava gli interessi del proprio clan di cementificatori.
Vennero durante questo periodo costruiti tantissimi abusi edilizi, procurando danni irreversibili nella capitale e in tutta la Grecia.
Come spesso avviene in ogni dittatura non viene messa in gioco solo la perdita di libertà di espressione e di pensiero, ma si assiste ad una vera e propria decadenza dei valori civili ed estetici. La sensibilità e il rispetto vengono sostituiti dal profitto e l'interesse.
Cosa ne ha guadagnato Atene? Niente. È stata devastata per sempre, indietro non si può tornare.
Tolò è un paesino sul mare, vicino a Nafplio nella regione dell'Argolida, nel Peloponneso. Prima della dittatura doveva essere un vero splendore, è situato in un golfo e ha una lunga spiaggia. Durante la dittatura fu consentita una vera e propria cementificazione della spiaggia. Palazzi di cinque o sei piani sono stati costruiti a pochi metri dal mare. Queste costruzioni hanno cambiato il movimento naturale del moto ondoso, le onde arrivano e si infrangono direttamente sui muri dei palazzi tornando verso il mare con velocità, questa manomissione del moto naturale delle onde ha provocato un'erosione completa della spiaggia. Attualmente Tolò si presenta più o meno come uno dei quartieri di Atene, l'unica differenza è che è sul mare, la spiaggia non esiste più, dal battito dell'onda ai muri dei palazzi vi sono più o meno tre metri, uno spazio appena sufficiente per sdraiarsi. Sulla sottile striscia di rena rimasta sono visibili i tombini metallici delle fogne dei palazzi. Tolò è diventata una meta di turismo economico e un lampante esempio di come si possa distruggere un posto bello in pochi anni. Gran parte dell'anno e anche dell'estate i palazzoni degli alberghi sono vuoti e sono veramente pochi coloro che decidono di soggiornarvi. È uno dei pochi paesi sul mare a non avere una passeggiata, il mare non è visibile dalla strada centrale perché schermato dai palazzi. Che cosa ha guadagnato l'economia turistica di Tolò da questa cementificazione? Niente, come Atene.
In queste ore il governo Samaras andrà ad approvare una legge micidiale per l'ambiente che nel giro di poco tempo cambierà la faccia della Grecia. Come durante la dittatura, verrà votata una legge che incentiva la distruzione del patrimonio naturalistico della Grecia. L'unica vera ricchezza di questo paese. Che cosa ne guadagnerà la Grecia? Niente!
I turisti che vengono ogni estate attirati dall'indiscutibile bellezza della natura di questo paese cambieranno meta, le spiagge che conoscevano e apprezzavano per la loro bellezza saranno snaturate da strutture in cemento.
La legge in questione infatti permetterà "ogni tipo di intervento infrastrutturale sulla spiaggia", la possibilità di "costruire strutture commerciali in muratura" (come bar e ristoranti), "porticcioli", "piattaforme in cemento" e tutto ciò che verrà ritenuto indispensabile a supporto della struttura turistica. Pensate che la possibilità di cementificare la spiaggia sarà in rapporto al numero di metri quadri della struttura turistica che verrà costruita, più grande è, più camere ha, e più metri cubi di cemento potrà usufruire. Avete un'idea di come cambierà la vostra spiaggia preferita? E la vostra isola preferita?
Ogni spiaggia potrà essere chiusa all'accesso pubblico e venduta ai privati. Fino ad oggi esistevano dei vincoli che regolavano il rapporto tra la spiaggia libera aperta al pubblico e le strutture organizzate come i bagni e i bar. Con questa legge verranno tolti questi vincoli e si verrà a creare una situazione orribile (come quella già presente in molte spiagge italiane, dove grazie alla vicinanza delle strutture balneari è impossibile il libero accesso al mare). Per vedere il mare bisognerà pagare.
Chi sono questi criminali per permettersi di attuare deliberatamente un disastro ecologico di queste dimensioni? Come si permettano di mettere in vendita, di cambiare per sempre una parte importantissima del patrimonio culturale e naturale della Grecia?
Esistono già degli abusi edilizi e delle costruzioni illegali in riva al mare, sono frutto della corruzione e del mal governo. Adesso diventeranno legali. Si perderà quindi anche la lieve speranza che un giorno, un governo fatto da persone più sensibili o da interessi turistici di altro tipo, legati al turismo naturale le faccia rimuovere. Tutto ciò che verrà costruito grazie a questa legge sarà legale e legale resterà anche se un futuro governo deciderà di cambiare legge! E soprattutto mi chiedo, quale rapporto malato vedono tra turismo e distruzione della natura?
Come al solito ci troviamo davanti ad una banda di beceri, di mafiosi che non hanno nessun rispetto per il loro paese, l'unico "amore" che hanno verso la Grecia è rappresentato dai simboli putridi che da una vita sventolano per creare un'identità nazionale vuota e marcia fatta di bandiera e di fanatismo religioso. Perché anche questo governo, come ogni dittatura, ha bisogno di creare un immaginario, un'idea di patria, ottimo per distogliere il popolino dalla distruzione e svendita del proprio paese.

lunedì 12 maggio 2014

E dove sarebbe la "success stoty" di Samaras?
Non si vergogna neanche un po'? Il primo ministro Antonis Samaras va in giro per il mondo e presenta il disastro greco come "Success Story".

La situazione peggiorerà dice che il 56 % dei greci

 
Secondo un sondaggio dell'Eurobarometro condotto nel periodo 15-24 marzo , il 56 % dei greci ritiene che la situazione economica del paese nel corso dei prossimi 12 mesi peggiorerà, mentre solo il 16 % ritiene che la situazione sarà migliore. Restano ancora piuttosto disillusi i greci rispetto ad un miglioramento della situazione. Anche se in Italia hanno più volte lanciato la notizia (falsa) di un miglioramento dell'economia greca.Tuttavia la percentuale di cittadini pessimisti è diminuito del 7 % rispetto all'indagine Eurobarometro del novembre 2013, mentre la percentuale di coloro che credono che le cose andranno meglio è aumentato del 3 % .
Da notare che in Europa i
corrispondenti tassi sono del 25% per le aspettative negative e del 24 % per le aspettative positive.Il 97 % dei greci ritiene che la situazione economica è brutta, in Europa
la percentuale rispetto a questa impressione è del 65 %.
Sempre tra i greci, il 60 % delle persone crede che nei prossimi 12 mesi, la situazione occupazionale nel paese peggioreranno, In Europa sono il 29 % a crederlo e solo il 14 % si aspetta un miglioramento in Grecia rispetto al 23 % degli europei. .
La disoccupazione è il problema principale per il 65 % dei greci ( 49 % degli europei ) e seguire la situazione economica ( 47 % dei greci e il 29 % nella UE ) e le tasse elevate (21% Greci e 12 % in Europa ).

A preoccupare i greci al livello personale sono le seguenti questioni: Tasse elevate (35%) , seguita dalla disoccupazione (28 %) , la situazione della loro famiglia ( 29%) e aumento dei prezzi (23 %)

venerdì 9 maggio 2014

La ripresa della Grecia è vera...ma solo nella propaganda elettorale.


Tornando in Grecia dopo la mia breve permanenza in Italia, grazie al ponte del venticinque aprile e primo maggio, ho avuto modo di incontrare molti italiani che come me hanno viaggiato in nave. Questo lungo viaggio mi ha dato modo di saggiare l'idea che i media hanno costruito in Italia rispetto alla Grecia. Alcuni andavano per la prima volta a visitare la Grecia, altri vi erano già stati in passato e altri ancora, come me, ci vivono. Quasi tutti, una volta scoperto che vivo in Grecia, mi hanno chiesto conferma di ciò che viene detto in Italia ovvero "che la situazione economica sta migliorando proprio grazie al programma di austerity imposto dalla Troika". Molti di loro sono rimasti stupiti nell'apprendere che la verità è esattamente opposta a ciò che viene detto in TV.
Alle volte, non bisogna essere necessariamente turisti per vivere in un mondo separato dalla realtà, per esempio, parlando con una signora italiana che vive in Grecia, mi sono accorto che non ha una chiara idea di ciò che è successo nel paese in cui vive da anni.
Tra i tanti che ho incontrato, molti non avranno avuto l'occasione di verificare le catastrofiche situazioni sociali che sono ormai una verità quotidiana in questo paese, perché movendosi in un contesto turistico, la Grecia può dare l'idea di essere un paese "normale".
Il turismo infatti è uno dei rarissimi settori che non ha avuto un crollo totale.
Per esempio, se si visitano le isole e come è normale si alloggia in hotel e si frequentano ristoranti si ha un'idea di questo paese completamente opposta. Sembra infatti un posto dove c'è lavoro, che ha grande passaggio di turisti e dove girano parecchi soldi. Un turista non informato oppure informato dai media del proprio paese, è difficile che sappia che il personale dell'albergo in cui soggiorna riceve una busta paga di 512 euro mensili e di 420 se è un giovane lavoratore, che non esiste più da tempo la tredicesima e tanto meno la quattordicesima e che i soldi che il turista spende, spesso non restano neanche sul territorio perché sempre più spesso le strutture turistiche sono in mano a multinazionali estere che portano i propri guadagni oltre confine. Questo insieme di fattori, che non cambia l’aspetto esterno dell’offerta turistica e quindi è invisibile per il fruitore, è ciò che viene chiamato "competitività" ed è l’obbiettivo che il governo e la Troika portano avanti da anni. Ciò che progressivamente sta impoverendo la società è il fatto che i soldi che arrivano anche grazie al turismo restano in mano a pochissime persone.
Rendere sempre più difficile la vita del piccolo imprenditore locale a vantaggio del grande investitore estero. Questo sta succedendo in Grecia. Ogni giorno vengono votate e approvate leggi che permettono nuove possibilità al grande investitore, vengono tolti vincoli naturalistici e paesaggistici, depenalizzati i reati ambientali, cancellati i diritti del lavoratore, tagliati i servizi pubblici.
Che l’investitore sia una multinazionale o un grande investitore nazionale non cambia di molto, è la struttura di questo tipo di società che viene privilegiata. La nuova logica è quella di usare il territorio come base per investimenti che porteranno i loro frutti altrove. Mentre in un recente passato, la struttura turistica era gestita da coloro che vivono sul territorio e i profitti venivano reinvestiti nel locale, da ora in poi, i locali saranno solo dei dipendenti malpagati che avranno in tasca lo stretto necessario per sopravvivere.
Se questo turista è fortunato e non deve passare da nessuna delle strutture ospedaliere greche, sarà difficile accorgersi dei pesanti tagli al personale e alle spese ospedaliere o dei sovraffollamenti nelle corsie dovuti alle chiusure di molte strutture sanitarie. Difficile anche intuire la disperata situazione in cui versa l'istruzione. In poche parole, la tragica ristrutturazione a cui è sottoposto il paese è trasparente agli occhi del turista.
L'informazione che la Grecia si sta riprendendo è falsa. Purtroppo non è così e non vi è neanche prospettiva che si riprenda in un prossimo futuro. Tutti gli indici che potrebbero segnalare una ripresa vera della situazione economica sono negativi, a cominciare dalla disoccupazione che essendo in costante ascesa fa precipitare i consumi.
Ma dire che in Grecia le cose vanno un po' meglio fa parte del piano. Anche questa è campagna elettorale, tra poco ci saranno le elezioni in Europa e quello che in Italia si presenta come "il nuovo" in Grecia è visto come il vecchio e il disastroso.
Qui in Grecia abbiamo già avuto un primo ministro di centro sinistra, non ricordo se anche lui andava al lavoro in bicicletta o indossava i “Ray Ban” ma di sicuro andava a parlare alla Merkel e prendeva le direttive su come portare avanti la politica interna, si chiamava Georgos Papandreou e aveva un partito con una percentuale altissima. Adesso non se ne sente più parlare e il suo partito Pasok è al 5%, nonostante questo continua ad essere parte del governo e a comandare, al posto di Papandreou c'è da tempo Samaras come primo ministro, ma la politica è la stessa. Tutto quello che è stato fatto fino ad oggi ha portato alla distruzione della Grecia e pensare che invece è stato motivato come "salvataggio".
Basti pensare che tre anni fa, all'inizio della crisi questo paese aveva un debito del 120%, adesso dopo anni di macelleria sociale questo debito è salito al 175% e le previsioni più rosee ci informano che solo dopo il 2020 potrebbe tornare al 120%. Ma la situazione sarà uguale al punto di partenza solo rispetto al debito, la Grecia invece sarà socialmente devastata, privatizzata e le saranno state succhiate tutte le risorse che aveva.
Il governo italiano deve in qualche modo invogliare il proprio popolo ad accettare e digerire ciò che andrà tra breve a fare. Appare infatti sempre più evidente che con la Grecia si è voluto sperimentare un modello economico che verrà presto applicato ad altri stati, tra cui l'Italia. È veramente stupido e ridicolo continuare a ripetersi "L'Italia non è la Grecia...l'Italia ha l'industria..." per sentirsi tranquilli. Dov'è questa industria che dovrebbe avere? Purtroppo, invece, l'Italia e la Grecia sono due paesi che si assomigliano sempre di più. Nella loro recente storia hanno avuto come primi ministri Papadimos e Monti, due controfigure dalla finanza internazionale, messi a governare senza passare dalle elezioni. Poi, guarda caso, finita l'epoca dei tecnocrati sia in Italia che in Grecia sono saliti al governo destra e centro sinistra insieme, uniti improvvisamente dalla preoccupazione di "salvare il paese".
Con grande risalto è stata diffusa la notizia che la Grecia finalmente torna sui "mercati", è forse una cosa positiva questa? È forse stato detto come? Alla Grecia questo ritorno sulla scena dei mercati costerà un sacco di soldi. Sarà un affare per gli altri a cui verranno pagati interessi altissimi per i titoli di stato e le relative assicurazioni legate ad essi. Non certo per i milioni di disoccupati. Ma anche questa è propaganda elettorale, non potendo sventolare un vero miglioramento delle condizioni sociali, propagandano il ritorno sui mercati.
Come ogni crisi economica che si rispetti, sia quella greca che quella italiana hanno fatto piazza pulita della classe media, dividendo la società in due estremi: ricchi e poveri.
Quindi, basterà rivolgere lo sguardo verso coloro che dalla crisi hanno guadagnato e distoglierlo da tutti gli altri che invece rasentano l'indigenza per far sembrare che la Grecia è in fase di ripresa. C'è solo un piccolo particolare che non bisogna sottovalutare, coloro che stanno male sono molto di più di coloro che stanno bene.


Chiudo la mia riflessione mostrando due fotografie estremamente recenti, sono due immagini riprese negli stessi giorni in due luoghi diversi della Grecia, distanti tra loro solo poco più di cento chilometri, ma nella realtà sociale che mostrano la distanza è enorme e incolmabile. Una è la ressa provocata ad Atene durante una protesta di venditori di frutta e verdura dei mercati rionali. I venditori hanno organizzato una distribuzione simbolica di frutta e ortaggi gratis. All’appuntamento si sono presentare migliaia di persone che sono rimaste accalcate una sull'altra per ore nel tentativo di portare a casa un cesto di insalata o un chilo di mele.

L'altra riguarda l'esposizione dei super yacht a Nafplio, dove con tanto di moquette rossa srotolata sul molo venivano messi in mostra barche da milioni di euro, in gran parte battenti bandiera greca e destinate ai super ricchi. Nei giorni di esposizione si potevano prenotare soggiorni in vista della vicina stagione balneare. Solo per visionare gli interni e decidere su quale trascorrere le proprie vacanze era richiesto un biglietto di 150 euro, spiccioli se confrontati con le migliaia di euro richiesti per ogni giorno da spendere a bordo.


Francesco Moretti

lunedì 5 maggio 2014


Ecco come passano tante leggi nel parlamento greco.
Si tratta di un video ripreso dal canale greco del parlamento, ha destato grande stupore. In molti, dopo averlo visto mi hanno contattato per chiedermi spiegazioni, alcuni mi hanno chiesto se, come molte cose che circolano sul web, si tratta di un falso.
Il video in questione si riferisce alla votazione del "codice degli avvocati" avvenuta nel parlamento greco a inizio settembre 2013. Le riprese mostrano, la sala del parlamento vuota, vi sono solo tre parlamentari, due fanno parte dei partiti di governo, Giannis Kefalogiannis di  Nea Dimokratia e Theodora Tzakri del Pasok e una terza parlamentare del maggiore partito di opposizione di sinistra, Zoi Kostantopoulou del Syriza. Grazie alla propria determinazione e senso della giustizia, questa parlamentare è stata più volte presa di mira da quell’insieme di beceri che affollano il governo Samaras, le critiche e gli apprezzamenti che le vengono fatte sono in perfetto stile “Berlusconi” per intenderci.
Nel video, sottotitolato in italiano (i sottotitoli traducono esattamente ciò che viene detto in greco) si vede come uno dopo l'altro vengono messi a verbale gli articoli di questa legge senza che nessuno si esprima né per il "Si" e né per il "No".
Il presidente di turno elenca in maniera meccanica tutti gli articoli della legge in votazione dichiarando a seguito di ogni singolo articolo "Approvato a maggioranza" .
Il video che ha una durata di circa dieci minuti appare come un "mantra" dove la voce del presidente scandisce con cadenza lineare più o meno la stessa frase, c'è solo la voce di Zoi Kostantopoulou, oltre a quella del presidente, a contestare la messa a verbale di questa falsa votazione.
La parlamentare del Syriza, oltre a dichiarare che questa votazione è nulla perché l'aula è vuota, chiede al presidente più volte "Chi ha votato SI?", " Perché approvate l'articolo se nessuno di noi l'ha votato?". L'atmosfera è surreale, il video apparirebbe quasi comico se non fosse tragico. In molti, dopo averlo visto si chiedono come sia possibile?
La discrepanza tra audio e video è incredibile, ascoltando solo l'audio si ha l'impressione di assistere a una votazione normale, dove una parlamentare contesta la procedura, è l'insieme delle immagini e dell'audio a rendere tragica la situazione, l'aula è veramente vuota e i due parlamentari dei partiti di governo assistono in silenzio a questo scempio come due persone prive della capacità di intendere e di volere.
Purtroppo non è un falso. E' tutto tragicamente vero e non è neanche la prima volta che succede. Il parlamento è il livello decisionale più alto. In teoria, ogni persona li dentro dovrebbe rappresentare migliaia di persone che lo hanno votato. Vi sembrano ben rappresentate?
In questo caso, si tratta di un voto di una commissione specifica. Questa commissione è formata da 31 membri, sarebbero dovuti essere presenti almeno due quinti dei membri della commissione ovvero 13 persone perché questo voto fosse valido. L'aula è praticamente vuota perché questa votazione è stata fissata durante il periodo di vacanza estiva del parlamento e sono presenti solo i rappresentanti di tre partiti. Ma ovviamente leggendo il verbale della votazione si ha tutt'altra impressione, tutti gli articoli sono "passati a maggioranza".
Secondo una denuncia fatta, il verbale è stato in seguito modificato e sono state omesse delle parti, in particolare sono state cancellate le proteste della parlamentare dell'opposizione e sono stati cambiati i numeri dei presenti alla votazione.
L'uso distorto della democrazia è una prassi molto diffusa (non solo in Grecia), la normale procedura di voto viene vista come un orpello inutile, un intralcio all'interesse del governo. Molte leggi importantissime, che hanno cambiato in peggio le condizioni di vita di milioni di persone sono state votate senza tenere conto delle basilari regole democratiche.
Solo per fare un esempio, i famosi " Memorandum" imposti dalla Troika  sono un insieme di leggi che il parlamento deve approvare in cambio del versamento di somme di denaro destinate alle banche (...i famosi "aiuti al popolo greco"...). Spesso, questo insieme di leggi viene modificato fino a poche ore prima del voto, è successo infatti che i parlamentari hanno ricevuto solo a poche ore dal voto un vero e proprio libro, composto da più di trecento pagine, che devono votare senza aver avuto la possibilità di leggerlo e di riflettere su ciò che andranno ad imporre al popolo greco. Questo, se non si è persone elette e messe in parlamento solo per servire gli interessi del governo e della Troika pone dei grossi dilemmi. La cosa sconvolgente, come appare palese in questo video, è che molti parlamentari del governo, non si fanno nessun problema a votare qualsiasi cosa gli sia proposta o avallare distorsioni della democrazia.
...Perché ricorrere a scomode e impopolari dittature quando c'è a disposizione un parlamento e un governo votato dal popolo?