Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".

Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.

giovedì 16 ottobre 2014

L’ΕΣΤΑΤ Istituto di Statistica Ufficiale Greco ha presentato il rapporto 2013.
Circa quattro milioni di Greci sono a rischio di povertà o esclusione sociale.

Definizione di Povertà Relativa: è un parametro che esprime la difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi, riferita a persone o ad aree geografiche, in rapporto al livello economico medio di vita dell'ambiente o della nazione.
Questo livello è individuato attraverso il consumo pro-capite o il reddito medio, ovvero il valore medio del reddito per abitante, quindi, la quantità di denaro di cui ogni cittadino può disporre in media ogni anno e fa riferimento a una soglia convenzionale adottata internazionalmente che considera povera una famiglia di due persone adulte con un consumo inferiore a quello medio pro-capite nazionale.
Definizione di Povertà Assoluta: indica l'incapacità di acquisire i beni e i servizi, necessari a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile nel contesto di appartenenza.


La Grecia è un paese di circa 11 milioni di abitanti, gran parte di essi si trova concentrata ad Atene dove, includendo tutta l’area urbana, vengono stimati tra i quattro e i cinque milioni di abitanti.
Secondo le stime ufficiali dell’istituto di statistica greco ΕΣΤΑΤ (che sarebbe l’equivalente dell’ISTAT italiano), nel rapporto del 2013 (fatto sui dati del 2012) ovvero dopo solo un anno di “cura” da parte del governo, della Troika e del Fondo Monetario Internazionale, 892.763 famiglie si trovano sull’orlo della Povertà assoluta, si registra inoltre un’impennata della Povertà Infantile. Quattro famiglie su dieci non sono in grado di pagare il mutuo della casa, una su tre non può riscaldarsi.
Il 23,1% della popolazione greca vive in povertà, questa percentuale equivale a più di 2,5 milioni di greci, mentre la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale ammonta a 3.903.800 persone. Questi dati agghiaccianti posizionano la Grecia in fondo alle graduatorie europee, preceduta solo dalla Bulgaria dove il rischio povertà è al 48%.
Per ogni paese europeo viene individuata una soglia di povertà diversa, infatti tale soglia è calcolata sulla base di molti fattori che sono diversi per ogni paese. In Grecia la soglia di povertà è 5.023 euro all'anno per persona e di 10.547 euro per le famiglie con due adulti e due figli a carico di età inferiore ai 14 anni. Questa fotografia della condizione della società greca scattata nel 2012  fissava la percentuale di povertà al 23,1%, è bene far notare che a quel momento il reddito medio annuo era di 9.303 euro pro capite e il reddito medio per famiglia di 16.170 euro e che questa percentuale del 23,1% era fissata calcolando coloro che avevano un reddito inferiore al 60% del reddito medio, quindi sotto la cifra di 5.581 euro annui.
Anche se non sono ancora disponibili i dati del 2013 (che saranno contenuti nel rapporto ΕΣΤΑΤ 2014), c’è da immaginarsi che la situazione sia ancora più tragica, infatti rispetto ad un anno fa è aumentata in maniera vertiginosa la disoccupazione, sia in generale che giovanile, portando la Grecia in testa alle graduatorie europee.
La pressione fiscale è ulteriormente aumentata con l’applicazione del “reddito fittizio” ovvero un redditto virtuale ed inesistente che il governo assegna ad ogni persona, sulla base di questo reddito si viene tassati. Solo per fare un esempio: ad una persona qualsiasi che detiene una partita iva, che non ha possedimenti di nessun tipo e che alla presentazione della denuncia dei redditi si trova con la propria attività lavorativa in perdita, viene assegnato un “reddito virtuale” di 3000 euro, non esistendo più nessuna aliquota, questo reddito fittizio viene tassato del 26%. Come se non bastasse viene richiesto anche un anticipo sulle tasse dell’anno successivo. Con questo meccanismo perverso, molte persone sono state costrette a chiudere la propria attività, trovandosi allo stesso tempo disoccupate, indebitate e ovviamente (in Grecia funziona così) senza assistenza sanitaria.
A pagare un prezzo altissimo per questa situazione sono i bambini, pensate che il 28,8% dei bambini in età da 0 a 17 anni si trova sulla soglia della povertà. La “Povertà Infantile” è superiore di 5,7 punti percentuale rispetto alla percentuale della povertà generale. Voglio ancora una volta richiamare l’attenzione del lettore sul fatto che questi dati tragici sono relativi ad un paese che si trova nel cuore dell’Europa e ricordare che un dato così alto di povertà infantile si porta dietro un corollario tragico di conseguenze che vanno dalla denutrizione (vi ricordo i casi di svenimenti nelle scuole) all’abbandono scolastico, dall’impossibilità di potersi curare adeguatamente al lavoro minorile etc…
Il rischio di povertà per le persone superiore a 65 anni è del 15,1% e si è ridotto di 2,1 punti percentuali rispetto al rapporto 2012. Molti giovani con famiglia sono completamente dipendenti dalle pensioni dei propri genitori, infatti la percentuale di persone che vive in famiglie dove nessuno lavora o dove lavorano meno di tre mesi l’anno è del 19,6% (della popolazione in età tra 18 e 59 anni) pari a 1.200.800 persone. Nel rapporto del 2012 era di 1.010.900 persone.
La situazione è ovviamente più tragica nelle grandi città, dove le possibilità di trovare un piccolo rimedio alla propria miseria sono limitate, ma anche nella provincia greca, in città piccole, con poche migliaia di abitanti la situazione è grave.
Io vivo in una città di circa 20.000 abitanti e tutte le famiglie dei miei amici hanno almeno un membro in età lavorativa che si trova al momento disoccupato. Τutte queste famiglie hanno almeno uno o due figli in età scolare.
Come sempre, i dati contenuti in questi rapporti annuali possono dare solo un’idea marginale di come sia la condizione reale, quando si parla di 23,1% di popolazione povera e di 35,7% di popolazione a rischio di povertà bisogna rendersi conto che spesso passare da un contenitore all’altro è molto facile e che migliaia di famiglie si trovavano al limite di questa soglia e che un semplice imprevisto economico può farle scivolare nella povertà. Inoltre, da tenere bene a mente è che i dati che abbiamo in mano e che commento in questo articolo sono del 2012, sono contenuti nel rapporto del 2013 e adesso ci troviamo a pochi mesi dalla fine del 2014. La situazione attuale è molto più drammatica di quanto appare in questo ultimo rapporto ΕΣΤΑΤ.
Sempre secondo il rapporto 2013, quattro su dieci famiglie non possono pagare il mutuo della propria abitazione, adesso molte di queste famiglie hanno già perso la casa di cui non erano in grado di pagare il mutuo nel 2012. Se nel rapporto basato sui dati del 2012 appare che una persona su quattro non può riscaldarsi durante l’inverno, vuol dire che adesso la situazione è ben più grave in quanto l’anno scorso sono state tolte gli sconti sociali sul petrolio da riscaldamento e i prezzi di quest’ultimo sono praticamente uguali a quello da trazione (che in Grecia è attualmente a 1.30 euro il litro, prezzo medio). Nell’inverno 2013 l’impossibilità di acquistare il petrolio da riscaldamento ha generato una vera e propria emergenza sanitaria nei centri urbani di tutta la Grecia. Migliaia di famiglie hanno iniziato a riscaldare le proprie casa con mezzi di fortuna, vecchie stufe a legna e caminetti sono diventati l’unica forma di riscaldamento in uso. Questo ha provocato un incremento del fumo che mischiato allo smog stazionava a basse quote nelle città provocando seri problemi respiratori.
Significativo è il dato contenuto nel rapporto e relativo al “benessere delle famiglie”. Secondo il dati raccolti dall’ΕΣΤΑΤ il 20,3% della popolazione vive in condizione di “deprivazione materiale”, ovvero non possono in nessun modo fare fronte a nessuna spesa straordinaria ma necessaria nell’ordine di circa 550 euro. Per chi fa parte della povertà assoluta la percentuale sale al 79,1% e per la povertà 39,1%.
L’ΕΣΤΑΤ tiene conto dell’accessibilità della popolazione a una lista di nove punti, sono servizi e beni essenziali. Nei rapporti dell’ΕΣΤΑΤ che vanno dal 2010 al 2013 ha osservato un aumento delle percentuali di coloro che non hanno accesso ad almeno quattro di questi punti. Nel 2010 era del 11,6%, nel 2011 di 15,2% e nel 2012 di 19,5% e nel rapporto 2013 è salita al 20,3%.
La lista dei nove punti comprende cose normali, che fanno la vita di tutti i giorni e che solo pochi anni fa erano alla portata di quasi tutti, come:
1) Pagamento di bollette (affitto o rata del mutuo, energia elettrica, acqua, gas, etc.. manutenzione ordinaria della casa.)
2) Disponibilità economica per una settimane di vacanza.
3) Disponibilità economica per l’acquisto di pollo, carne, pesce o legumi. Per il consumo di alimenti proteici un giorno ogni due.
4) Disponibilità economica per far fronte ad un'emergenza, (stimata in circa 550 €).
5) Spese telefoniche (fisso o mobile).
6) Spese per la TV.
7) Spese per lavatrice.
8) Spese per l'automobile.
9) Spese per riscaldare la propria abitazione.
Per rendersi conto di cosa sta succedendo in Grecia, di cosa significa essere “poveri” e di come le condizioni imposte da governo, Troika e Fondo Monetario Internazionale possano rapidamente cambiare le condizioni di accesso a beni e servizi ritenuti solo alcuni anni fa alla portata di tutti, basterà osservare i seguenti dati:
Quattro persone su dieci non ha nella propria dieta accesso a alimenti proteici almeno uno ogni due giorni.
Otto su dieci non possono rispondere ad un emergenza economica imprevista ma necessaria dell’ordine di 550 euro.
Cinque su dieci non possono riscaldarsi adeguatamente. (24,3% è la percentuale tra i non poveri)
Sei su dieci hanno enormi difficoltà a rispondere alle spese per il loro alloggio. (Quattro su dieci tra i non poveri)
Sei su dieci non hanno accesso alle forniture come acqua, luce, gas o vi accedono con enormi sforzi.
Sei su dieci hanno difficoltà nel gestire economicamente i bisogni ordinari mensili o settimanali.


Mi fermo qui. Mi sembra che il quadro sia chiaro. Questa è la situazione drammatica in cui versano milioni di persone in Grecia. Anche se i dati precisi di come stanno andando le cose quest’anno li sapremo solo nel 2014, vi posso assicurare che saranno peggiori di questi rilevati nel 2012. Solo il primo ministro Samaras riesce a vedere in tutto questo una “Success story” e ha pure il coraggio di andare in giro per il mondo a dire che la Grecia è ormai in uscita dalla crisi grazie all’austerity. Tutte le previsioni in positive fatte dal governo e dalla Troika si sono rivelate inattendibili e false. Il ritorno della Grecia sui mercati è stato sventolato come successo del governo e della Grecia.
Proprio ieri abbiamo assistito al nuovo crollo della borsa e al rialzo dello spread, che cosa ci aspetta ancora?


Francesco Moretti