Aggiornamento sulla situazione Greca
numero uno, riguardante la giornata di sabato 11 febbraio 2012
Vista la rapida evoluzione degli avvenimenti legati alla crisi economica greca ho deciso di spedirvi alcuni aggiornamenti per tenervi informati.
Conto di farlo almeno fino a questa notte. Infatti proprio oggi il Parlamento greco voterà il pacchetto di riforme imposto dalla Trojka.
Anche la composizione delle forze politiche che sostiene il governo greco è in rapida evoluzione. Dopo le dimissioni da primo ministro di Giorgos Papandreou a novembre (che con la sua maggioranza assoluta aveva iniziato a passare il primo piano di riforme imposte dalla Trojka detto "memorandum") si è arrivati ad un governo tecnico con a capo Lukas Papadimos (anche lui, come Mario Monti proviene dall'ambiente dei banchieri e ha lavorato per anni nelle purtroppo famose agenzie di rating).
Il governo di Papadimos poteva contare sul sostegno del Pasok (che sono i socialisti di Papandreou) di Nea Dimokratia (partito conservatore di destra capitanato da Andonis Samaras che in alternanza con il Pasok ha governato la Grecia praticamente da sempre) e del LAOS ( partito a carattere populista, di destra xenofoba con a capo Giorgos Karazzaferis).
Karazzaferis e il suo partito - prima di far parte del governo - avevano una percentuale piccola ma in cresita. Lavorando molto e in maniera sporca sulla xenofobia aveva iniziato a fare presa su alcuni settori popolari del popolo greco.
Questa situazione è valsa fino all'altro ieri. Infatti il partito del Laos ha visto negli ultimi giorni cadere in maniera verticale i propri sondaggi, tant'è vero che Karazzaferis, dopo alcuni tentennamenti e modeste insofferenze durante la trattativa con la Trojka, ha deciso di abbandonare il governo e di votare contro a questo ultimo pacchetto di riforme chiamato "memorandum due".
Pensate che il Consiglio dei Ministri greco (ministri selezionatissimi e di inconfutabile fede liberista) ha avuto grandi difficoltà ad approvarlo, e abbiamo assistito nel giro di poche ore alla defezione di sei componenti tra ministri e vice ministri. Il presidente del consiglio Papadimos ha chiesto a tutti i ministri contrari di dimettersi, in modo da presentare al voto del parlamento un pacchetto di riforme votato all'unanimità.
Ieri, i due partiti rimasti, Pasok e Nea Demokratia hanno imposto ai loro parlamentari di votare in maniera compatta, applicando ciò che viene definita "disciplina di partito" ovvero espulsione immediata dal partito in caso di voto contrario.
Ma nonostante questo, da ieri sono circa trenta i parlamentari (distribuiti tra Nea Democratia e Pasok) che hanno esplicitamente dichiarato di non poter votare questo nuovo "memorandum". Alcuni si sono addirittura dimessi e sono immediatamente stati sostituiti con colui che alle elezioni arrivo secondo nella stessa lista elettorale dell'attuale parlamentare dimissionario. In un caso anche il secondo in lista si è rifiutato di andare a sostituire il dimissionario e quindi sono andati a scavare nella lista chiamando il terzo.
Numerosi sono i parlamentari che non hanno dichiarato il loro voto contrario ma che comunque sono molto indecisi. Ogni ora tutti sono incollati con l'orecchio alla radio per seguire l'aggiornamento delle defezioni.
Domandatevi cosa può contenere il memorandum e che cosa comporterà se votato dal Parlamento. Immaginate la macelleria sociale che provocherà. Fa impressione vedere così tanti parlamentari rifiutarsi di votarlo, pensate che parliamo di gente opportunista e senza scrupoli, ben allenata a servire gli interessi dei poci a svantaggio dei molti. Le pressioni verso il voto di approvazione del Parlamento sono molte e provengono da più parti, le più forti sono da Germania, Austria, Olanda, Finlandia.
Queste figure astratte e senza volto chiamati "i mercati" si dimostrano insaziabili, basta un'indecisione, un ritardo del governo di un paese piccolo e insignificante sul piano internazionale, un paese con una piccolissima produzione, che conta solo 11 milioni di persone come la Grecia, per far vacillare lo "Spread", far scendere le Borse e rimettere in agitazione l'economia di colossi come Stati Uniti, Francia, Italia.
Questo dovrebbe farci riflettere su quanto inopportuno sia questo sistema economico basato sul debito e quanto ridicola sia un'economia che non è più basata su fatti reali ma virtuali. In questo contesto scollegato e distante dal mondo reale ogni sacrificio dei popoli si dimostra inutile perché non porta a nessun miglioramento della vita reale.
La pressione della Trojka non dimostra solo la grande arroganza dei potenti contro i deboli, ma mira a distruggere le psicologie, a umiliare, a troncare ogni spirito di rivalsa sociale. La pressione psicologica aumenta anche perché bisogna fare presto, molto presto! E quando bisogna fare in fretta si lavora con la motosega e non con il bisturi. Considerate che a ogni parlamentare è stata consegnata una copia tradotta in greco del memorandum che dovranno votare solo ieri pomeriggio. Il disegno di legge per il memorandum è composto da 450 pagine e da questo voto dipende la catastrofe che il popolo greco vivrà nei prossimi vent'anni.
Come è evidente si chiede un voto senza tante riflessioni, senza pensare a ciò che comporterà. Un voto che condizionerà la Grecia indipendentemente da quali governi la governeranno in futuro.
Ieri sono stato all'assemblea generale delle assemblee di quartiere ad Atene. L'incontro si è tenuto all'interno dell'Università del Pandio. Erano rappresentati dai rispettivi portavoce ben 42 assemblee. In maniera orizzontale e autogestita centinaia di persone hanno esposto le proprie attività all'interno dei quartieri. Si va dalle mense autogestite per tutti coloro che già non possono assicurare i pasti alle proprie famiglie ai mercatini solidali dove si barattano le cose usate, vestiti, carrozzine per neonati, scarpe, letti, sedie ed ogni cosa che può essere utile e che è oramai difficile da comprare per molti. Si è parlato di gruppi di acquisto solidali e di come fare obiezione alle tasse che ultimamente colpiscano tutti in maniera indiscriminata.
Tutti si sono dati appuntamento in piazza Sintagma, davanti al Parlamento per cercare in extremis di non far votare il disegno di legge. La situazione è tesissima, si vive in uno spazio sollevato dalle regole democratiche.
Francesco Moretti
numero uno, riguardante la giornata di sabato 11 febbraio 2012
Vista la rapida evoluzione degli avvenimenti legati alla crisi economica greca ho deciso di spedirvi alcuni aggiornamenti per tenervi informati.
Conto di farlo almeno fino a questa notte. Infatti proprio oggi il Parlamento greco voterà il pacchetto di riforme imposto dalla Trojka.
Anche la composizione delle forze politiche che sostiene il governo greco è in rapida evoluzione. Dopo le dimissioni da primo ministro di Giorgos Papandreou a novembre (che con la sua maggioranza assoluta aveva iniziato a passare il primo piano di riforme imposte dalla Trojka detto "memorandum") si è arrivati ad un governo tecnico con a capo Lukas Papadimos (anche lui, come Mario Monti proviene dall'ambiente dei banchieri e ha lavorato per anni nelle purtroppo famose agenzie di rating).
Il governo di Papadimos poteva contare sul sostegno del Pasok (che sono i socialisti di Papandreou) di Nea Dimokratia (partito conservatore di destra capitanato da Andonis Samaras che in alternanza con il Pasok ha governato la Grecia praticamente da sempre) e del LAOS ( partito a carattere populista, di destra xenofoba con a capo Giorgos Karazzaferis).
Karazzaferis e il suo partito - prima di far parte del governo - avevano una percentuale piccola ma in cresita. Lavorando molto e in maniera sporca sulla xenofobia aveva iniziato a fare presa su alcuni settori popolari del popolo greco.
Questa situazione è valsa fino all'altro ieri. Infatti il partito del Laos ha visto negli ultimi giorni cadere in maniera verticale i propri sondaggi, tant'è vero che Karazzaferis, dopo alcuni tentennamenti e modeste insofferenze durante la trattativa con la Trojka, ha deciso di abbandonare il governo e di votare contro a questo ultimo pacchetto di riforme chiamato "memorandum due".
Pensate che il Consiglio dei Ministri greco (ministri selezionatissimi e di inconfutabile fede liberista) ha avuto grandi difficoltà ad approvarlo, e abbiamo assistito nel giro di poche ore alla defezione di sei componenti tra ministri e vice ministri. Il presidente del consiglio Papadimos ha chiesto a tutti i ministri contrari di dimettersi, in modo da presentare al voto del parlamento un pacchetto di riforme votato all'unanimità.
Ieri, i due partiti rimasti, Pasok e Nea Demokratia hanno imposto ai loro parlamentari di votare in maniera compatta, applicando ciò che viene definita "disciplina di partito" ovvero espulsione immediata dal partito in caso di voto contrario.
Ma nonostante questo, da ieri sono circa trenta i parlamentari (distribuiti tra Nea Democratia e Pasok) che hanno esplicitamente dichiarato di non poter votare questo nuovo "memorandum". Alcuni si sono addirittura dimessi e sono immediatamente stati sostituiti con colui che alle elezioni arrivo secondo nella stessa lista elettorale dell'attuale parlamentare dimissionario. In un caso anche il secondo in lista si è rifiutato di andare a sostituire il dimissionario e quindi sono andati a scavare nella lista chiamando il terzo.
Numerosi sono i parlamentari che non hanno dichiarato il loro voto contrario ma che comunque sono molto indecisi. Ogni ora tutti sono incollati con l'orecchio alla radio per seguire l'aggiornamento delle defezioni.
Domandatevi cosa può contenere il memorandum e che cosa comporterà se votato dal Parlamento. Immaginate la macelleria sociale che provocherà. Fa impressione vedere così tanti parlamentari rifiutarsi di votarlo, pensate che parliamo di gente opportunista e senza scrupoli, ben allenata a servire gli interessi dei poci a svantaggio dei molti. Le pressioni verso il voto di approvazione del Parlamento sono molte e provengono da più parti, le più forti sono da Germania, Austria, Olanda, Finlandia.
Queste figure astratte e senza volto chiamati "i mercati" si dimostrano insaziabili, basta un'indecisione, un ritardo del governo di un paese piccolo e insignificante sul piano internazionale, un paese con una piccolissima produzione, che conta solo 11 milioni di persone come la Grecia, per far vacillare lo "Spread", far scendere le Borse e rimettere in agitazione l'economia di colossi come Stati Uniti, Francia, Italia.
Questo dovrebbe farci riflettere su quanto inopportuno sia questo sistema economico basato sul debito e quanto ridicola sia un'economia che non è più basata su fatti reali ma virtuali. In questo contesto scollegato e distante dal mondo reale ogni sacrificio dei popoli si dimostra inutile perché non porta a nessun miglioramento della vita reale.
La pressione della Trojka non dimostra solo la grande arroganza dei potenti contro i deboli, ma mira a distruggere le psicologie, a umiliare, a troncare ogni spirito di rivalsa sociale. La pressione psicologica aumenta anche perché bisogna fare presto, molto presto! E quando bisogna fare in fretta si lavora con la motosega e non con il bisturi. Considerate che a ogni parlamentare è stata consegnata una copia tradotta in greco del memorandum che dovranno votare solo ieri pomeriggio. Il disegno di legge per il memorandum è composto da 450 pagine e da questo voto dipende la catastrofe che il popolo greco vivrà nei prossimi vent'anni.
Come è evidente si chiede un voto senza tante riflessioni, senza pensare a ciò che comporterà. Un voto che condizionerà la Grecia indipendentemente da quali governi la governeranno in futuro.
Ieri sono stato all'assemblea generale delle assemblee di quartiere ad Atene. L'incontro si è tenuto all'interno dell'Università del Pandio. Erano rappresentati dai rispettivi portavoce ben 42 assemblee. In maniera orizzontale e autogestita centinaia di persone hanno esposto le proprie attività all'interno dei quartieri. Si va dalle mense autogestite per tutti coloro che già non possono assicurare i pasti alle proprie famiglie ai mercatini solidali dove si barattano le cose usate, vestiti, carrozzine per neonati, scarpe, letti, sedie ed ogni cosa che può essere utile e che è oramai difficile da comprare per molti. Si è parlato di gruppi di acquisto solidali e di come fare obiezione alle tasse che ultimamente colpiscano tutti in maniera indiscriminata.
Tutti si sono dati appuntamento in piazza Sintagma, davanti al Parlamento per cercare in extremis di non far votare il disegno di legge. La situazione è tesissima, si vive in uno spazio sollevato dalle regole democratiche.
Francesco Moretti