Situazione in Grecia
Aggiornamento numero tre.
Giovedì 16 febbraio 2012
Ancora
l'Unione Europea, la BCE e il Fondo Monetario sembrano non essere
soddisfatti. C'è ancora qualcosa di cui non si fidano, "la Grecia non ha
ancora fatto abbastanza" dicono i signori della Trojka.
Il voto espresso domenica dal Parlamento ha trasformato in legge le
imposizioni della Trojka. Quindi tutte le orribili torture sociali che
venivano chieste verranno applicate. E allora perché non sono ancora
soddisfatti?
La giornata di domenica 12 febbraio ha segnato una grossa spaccatura nella società greca.
All'interno
del parlamento vi sono state tantissime defezioni di parlamentari che
si sono rifiutati di votare a favore dell'applicazione delle richieste
della Trojka. Molti sono i parlamentari del Pasok e di Nea Demokratia
che hanno votato no, sapendo di essere successivamente espulsi dai
relativi partiti. La maggioranza "tecnica" capitanata dal Presidente del
Consiglio Lukas Papadimos incaricata di "fare il lavoro sporco" è
uscita frazionata da questo voto. E il giorno dopo una buona parte dei
parlamentari che hanno votato si, è apparsa in televisione per chiarire
che ..."a nessuno è piaciuto votare queste dure misure di austerità, ma
adesso non si poteva fare altrimenti. Abbiamo bisogno di quei 130
miliardi di euro.."
Fuori dal Parlamento invece si è visto il finimondo, un milione di
persone esasperate si sono date appuntamento in piazza Sintagma sapendo
già da prima ciò che li attendeva. Tutte le strade che portano al
Parlamento erano piene di una folla fitta.
La polizia ha scaricato sui manifestanti una quantità immane di agenti
chimici, nella speranza di scoraggiarli, di farli tornare a casa. Ma non
è andata così, in tantissimi sono restati in piazza a protestare fino a
tarda notte e quando poco dopo la mezzanotte il Parlamento ha approvato
il "Memorandum due" la rabbia è stata incontenibile.
Le immagini di Atene che brucia hanno presto fatto il giro del mondo.
Trasmesse dalle centinaia di troupe televisive provenienti da tutti i
paesi e che in questi ultimi mesi fanno base in Grecia.
Nel resto
dell'Europa in tanti si saranno domandati il perché di tutto questo?
Perché neanche il governo greco non è riuscito a presentarsi compatto in
questo voto di domenica? Perché il popolo greco reagisce così,
ribellandosi in maniera violenta?
Perché rifiuta la mano tesa dall'Unione Europea, BCE e del Fondo
Monetario, in fondo non capita tutti i giorni che qualcuno ti offra 130
miliardi di euro per aiutarti.
In realtà di questi 130 miliardi
neanche un euro è destinato allo sviluppo della Grecia, neanche un euro
andrà in tasca al milione di disoccupati, questi soldi, per esplicito
volere della Trojka, verranno usati per andare a ripagare i creditori.
Circa 30 miliardi sono destinati alle banche, 6 miliardi andranno
per pagare le multinazionali nazionali ed estere che hanno investito in
Grecia costruendo ponti, autostrade e altre infrastrutture, 96 miliardi
andranno per pagare i titoli di stato greci che sono in scadenza. Quindi
questi soldi non verranno neanche visti dal popolo greco.
Insieme al pacchetto imposto dalla Trojka, votato la scorsa domenica
c'era anche il PSI ovvero il taglio del debito greco. Anche questo, che a
sentire come viene chiamato "Taglio del Debito" sembrerebbe
un'opportunità incredibile per il popolo greco è in realtà una tragedia
di dimensioni non indifferenti.
Infatti, come ogni stato, anche la Grecia ha emesso e tutt'ora emette
dei Titoli di Stato. Questi Titoli di Stato greci sono stati comprati da
varie banche (soprattutto banche francesi) e da vari investitori (che
sono i creditori privati) e un gran numero di questi titoli si trova in
possesso anche dagli enti assicurativi greci. Questi enti che si
chiamano IKA, TEBE, OGA ecc..sono istituzioni statali preposte a
raccogliere i contributi versati dagli attuali lavoratori e a pagare le
pensioni di anzianità.
Gli enti previdenziali avevano infatti investito i soldi dei lavoratori greci in questi Titoli di Stato.
Ma
torniamo al PSI ovvero al taglio del debito. Questa manovra finanziaria
taglierà il debito della Grecia all'incirca del 50%, quindi chi ha
investito su questi titoli perderà un bel po' di soldi.
Tutta questa "macelleria sociale" che la Trojka richiede in maniera
determinata è la moneta di scambio per sbloccare questo prestito di 130
miliardi di euro.
Oltre a pagare i creditori privati, questi soldi
andranno a risarcire e a mettere al sicuro le banche che hanno investito
in "Titoli di Stato Greci", ma badiamo bene! Solo i guadagni delle
banche verranno tutelati. Circa 30 miliardi di euro andranno a coprire i
mancati introiti delle banche, mediante ci che viene chiamata
ricapitalizzazione.
Non un euro andrà agli enti previdenziali greci e alla tutela delle
pensioni, questo porterà ad un rapido collasso del sistema
pensionistico. Ancora un'altra volta ci troviamo a sentire la frase
"..aiuti alla Grecia.."e in realtà tutti vengono aiutati all'infuori del
popolo greco.
La verità è che la Grecia è già destinata alla banca rotta, questi
provvedimenti "punitivi e spietati" contro il popolo greco non faranno
altro che accentuare la crisi economica fino all'inevitabile crack.
L'unico interesse della Trojka è di organizzare questo tracollo in modo
tale che l'unico a farsi veramente male sia il popolo greco.
Subito dopo il voto di domenica espresso dal governo, il segretario
di Nea Demokratia, Antonis Samaras ha subito iniziato la propria
campagna elettorale, dicendo in televisione che "...mai come adesso la
Grecia ha bisogno di un nuovo governo ecc.. La richiesta di elezioni in
realtà non è cosa nuova, erano già state chieste da tutti a ottobre (al
tempo del referendum popolare sul tema "sacrifici" negato da Merkel e
Sarkozy) in quanto era chiaro che il Pasok non rispecchiava più il
mandato degli elettori, ma preferirono fare un governo tecnico con a
capo un uomo di fiducia della Trojka, e così nacque il governo di Lukas
Papadimos, governo che mise insieme centro e destra con l'esplicito
compito di approvare le riforme della Trojka.
Questa richiesta di elezioni e di un nuovo governo avanzata un po'
da tutti ha subito allarmato la Trojka. Non gli è bastato incassare il
voto positivo di questo governo, ha chiesto che il "memorandum due" sia
firmato da tutti i partiti, non solo da quelli di governo, anche dalle
opposizioni. Poi visto che questo non è possibile ha chiesto che ad
aprile (il 29 aprile è la probabile data delle elezioni) non vengano
fatte le elezioni e che il governo di Papadimos continui fino al 2013
ovvero la naturale scadenza del precedente governo del Pasok.
La paura della Trojka è che alle elezioni vinca una coalizione di
governo diversa dall'attuale e che non dia seguito al "Memorandum due".
Per questo motivo, se prima avevano l'accordo fra governo e la
Trojka come
condizione per sbloccare il prestito, dopo hanno aspettato il voto in
parlamento, poi hanno richiesto le firme dei capi di partito, adesso
parlano di una data non precisata a fine aprile. Inoltre gran parte
degli articoli votati sono anche anticostituzionali sia rispetto alla
costituzione greca che quella europea.
Alla Trojka non importa niente della tragedia umana del popolo
greco, l'Unione Europea si è dimostrata di essere solo "l'Unione dei
Capitali Europei" e non dei popoli. L'importante per la Trojka è che la
Grecia si ricompri tutto il proprio debito prima di fallire, un
fallimento improvviso metterebbe nei guai le banche europee. Quindi ciò
che vorrebbero far passare agli occhi dei cittadini europei come "aiuti"
non sono altro che manovre per un fallimento programmato.
Intanto ad Atene la situazione è drammatica, la crisi economica è
fortemente sentita già da due anni, per questo il "Memorandum due" con
tutto quello che ne segue sarebbe deleterio.
Se prima il fenomeno
povertà era una cosa più o meno riguardante gli immigrati, adesso sono
in costante aumento i Greci che ogni giorno cercano di trovare qualcosa
da mangiare frugando nella spazzatura. Pensionati, uomini e donne senza
lavoro, ma anche persone che pur lavorando non ce la fanno in altro
modo, aspettano la fine dei mercati rionali ortofrutticoli per
raccogliere da terra quella poca frutta e verdura rovinata, appassita,
marcita di cui i commercianti si sbarazzano a fine mercato. Per molti
ormai questa è l'unica forma di sopravvivenza.
Nelle scuole si inizia a far notare come fenomeno lo svenimento dei
bambini sui banchi di scuola. Infatti, specialmente gli alunni
provenienti da strati sociali più deboli sono i primi a soffrire la
fame. In alcuni quartieri di Atene, la scuola ha dovuto provvedere alle
merende per i bambini, che in alcuni casi è l'unico pasto della
giornata. Tanti e tanti altri sono gli esempi drammatici della crisi.
E' in questo contesto che bisogna vedere la rivolta del popolo
greco. Gli scontri in piazza Sintagma, il tentativo di fermare il voto
in Parlamento.
In realtà, alla stragrande maggioranza dei cittadini
greci non importa niente di quei 130 miliardi di euro che qualcuno ha il
coraggio di chiamare "aiuti".
Hanno capito che forse sarebbe stata molto più dignitosa la
bancarotta all'inizio di questa crisi, oppure spostare o alleviare il
pagamento
del debito per qualche anno, come farebbe un privato. E non caricarsi
con
degli altri debiti. Ma la società greca non può scegliere. Ogni
decisione viene presa sulla testa della popolazione dagli addetti ai
lavori, l'importante è che il popolo non si esprima! Non si esprima ad
ogni livello, nelle piazze, nel referendum o nelle elezioni.
L'immagine che con ogni mezzo cercano di dare del popolo greco è
sbagliata, è semplicemente un popolo che si ribella alla propria
distruzione. E che cosa c'è di strano? La ministra dell'economia
finlandese ha commentato la rivolta del popolo greco rispetto alla cura
imposta dalla Trojka affermando: la Grecia è un cancro per l'Europa. E
che cosa dovremmo fare noi che viviamo qui, preoccuparci di salvare le
banche e mandare a sfacelo le nostre vite? Anche il Presidente della
Repubblica Italiana Giorgio Napoletano ha affermato "L'Italia non è la
Grecia", grazie presidente! Questo lo dice per lodare l'apatia dei
popoli, che pur essendo tartassati non osano ribellarsi? Bene, se il
comportamento dei greci in rivolta è paragonabile a un cancro in Europa,
spero che si formino presto delle metastasi!
Aiuto per i greci è investire qualcosa per lo sviluppo, provare a creare
dei posti di lavoro. Riaccendere una speranza per il futuro, prima che
il problema principale di ogni famiglia sia quello di trovare qualcosa
da mangiare.
Francesco Moretti
Pagine
Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".
Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.
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