Alla pagina "contributi dal web" di questo blog potete leggere un intervista molto interessante ad un operatore della struttura sanitaria autogestita di Petralona. Aggiornamento del 24 gennaio 2013.
Come sono nate le forme di economia alternativa e di solidarietà in Grecia
Nell’affrontare
all’argomento delle forme alternative di economia in tempi di crisi
bisogna fare per forza una piccola parentesi per destrivere a grandi
linee la psicologia del greco medio. Generalizzando possiamo dire che
negli ultimi vent’anni ha dimostrato di essere molto opportunista, e in
ogni cosa, sia organizzata dall’alto (stato, istituzioni ecc..) o dal
basso ha sempre cercato di far quadrare il proprio tornaconto personale.
E’ forse questa all’origine della quasi totale assenza delle
cooperative come forma di organizzazione dei lavoratori. In passato ogni
forma di cooperazione si è rivelata fallimentare proprio grazie a
questo opportunismo.
Bisogna
però notare che in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un fenomeno
totalmente inedito nella società greca, una iniziale piccola crepa in
questo modo di fare individualista si sta allargango e fa sperare in un
positivo cambio di tendenza.
Con
l’avanzare della crisi e la diminuizione di fiducia nelle istituzioni
il popolo greco sta scoprendo nuove e diverse forme di organizzazione.
Il seme di questo cambiamento è da ricercare in un’avvenimento accaduto
pochi anni fa.
Nel
dicembre 2008 a seguito dell’assasinio da parte della polizia del
giovane Alexis la società greca reagisce con manifestazioni di protesta.
Queste manifestazioni hanno carattere di massa e coinvolgono tutta la
società greca, cittadini di ogni età e di ogni ceto sociale si ritrovano
in strada per lo stesso motivo. Manifestare la rabbia verso questa
inutile morte.
La
Grecia già da allora è attraversata da una forte crisi economica,
scarseggiano i posti di lavoro e si respira una tensione continua e una
grande insicurezza specialmente tra i giovani.
Le
manifestazioni non portano solo a scontri di piazza con danneggiamenti e
incendi ovunque, si formano per la prima volta dei luoghi di
discussioni aperti a tutti, le “assemblee di quartiere”.
In
queste assemblee di quartiere vengono discussi temi riguardanti il
disagio sociale e la solidarietà verso quelle classi sociali più deboli e
quindi già allora in difficoltà grazie alla crisi.
Dal
2008 la situazione economica della Grecia va peggiorando giorno dopo
giorno fino ad arrivare al conclamarsi della crisi economica che stiamo
vivendo.
Nell'estate
del 2011 a seguito del movimento spagnolo degli “Indignados” si forma
un presidio fisso di discussione ad Atene in piazza Sintagma, la piazza
davanti al parlamento.
Questo
presidio richiama migliaia di persone che sono coinvolte in grandi
assemblee permanenti, anche questa volta si discute sul come organizzare
una società diversa, partendo dai propri bisogni, inventare e
sperimentare nuove forme di economia alternativa.
Le
assemblee nate dalle esperienze del 2008 sono ancora pienamente
operative e sono il motore propulsore delle nuove e più numerose
assemblee di piazza Sintagma.
La
colonna vertebrale delle assemblee del 2008 erano gli anarchici e i
militanti della sinistra extra parlamentare, ovvero tutte quelle persone
abituate a confrontarsi in maniera orizzontale. Nelle assemblee di
quartiere si seguono infatti le regole dell'auto-gestione. Rapidamente
si uniscono a queste assemblee molte persone che per la prima volta
sperimentano un modo di discussione e di presa delle decisioni diverso,
tutte le decisioni vengono prese in assemblea. Persone di tutte le età
si confrontano in questi luoghi di discussione che rappresentano i vari
quartieri di Atene.
Nell'estate
del 2011 in piazza Sintagma si contano e si incontrano più di 40
assemblee. Donne e uomini provenienti da diverse esperienze politiche
riescono a comunicare, sempre di più si allarga la rosa dei
partecipanti. Tutte queste assemblee sono in contatto tra loro e
formando una vera e propria rete dove si scambiano le varie esperienze e
si diffondono idee. A queste assemblee davanti al parlamento
partecipano anche tante persone direttamente o indirettamente collegate
con la coalizione di sinistra Siriza. Molte persone scoprono il piacere
di collaborare su progetti comuni e si iniziano a vedere cambiamenti
concreti della società, specialmente in alcuni quartieri.
Questo
grande laboratorio di idee, anche se non direttamente collegato con il
Siriza, si è tradotto in un ottimo risultato elettorale per questa
coalizione di sinistra che ha raggiunto i suoi risultati migliori
proprio nei centri urbani. Ad Atene è stato il primo partito.
Con
la crisi economica, lo stato inizia a tagliare i fondi, licenziare,
ridurre i servizi al cittadino e a far pagare tutto ciò che fino a poco
tempo prima era lo “stato sociale”. I cittadini si ritrovano privati dei
servizi primari come la sanità e l'istruzione. Per primi sono le classi
sociali più deboli ad accusare il colpo, ma con velocità incredibile
anche le fascie medio borghesi, come i commercianti, gli insegnanti, gli
impiegati ecc.. sono coinvolti in questa crisi dei servizi. Si calcola
che a tutt'oggi ci siano circa un milione e mezzo di greci senza
assistenza sanitaria. Chi viene licenziato oppure ha un'attività
commerciale e fallisce non è più in grado di pagare i contributi
assicurativi e quindi immediatamente perde l'assistenza sanitaria.
E'
all'interno delle assemblee di quartiere che si cercano risoluzioni per
tamponare queste mancanze dello stato, nuove forme di solidarietà
organizzata fatte dai cittadini per i cittadini.
Esperienze nate in opposizione alla crisi economica
Tutte
le forme di economia alternativa e assistenza sociale che andrò ad
elencare sono direttamente connesse con le assemblee di quartiere sopra
descritte.
Ad
Atene, in un quartiere vicino all'Acropoli chiamato Petralona, da tre
anni è stato occupato un immobile pubblico abbandonato, è stato
ristrutturato e dall'ottobre 2011 un gruppo di medici ha organizzato un
centro medico autogestito. Sono più di 200 i pazienti del quartiere che
si sono rivolti a questa struttura, per lo più greci e pensate che
almeno un terzo di loro non sapeva che il centro medico è ospitato in
una struttura occupata.
I
medici che prestano servizio sono per il momento sette e tutti di
specializzazioni diverse. Sono tutti volontari, alcuni di loro lavorano
in ospedali pubblici e prestano il loro servizio durante i loro turni di
riposo, altri sono medici disoccupati. Grazie a varie iniziative
rivolte a propagandare la struttura iniziano ad essere conosciuti in
tutta Atene e hanno ricevuto molte donazioni di farmaci.
Ho
assistito a un'assemblea dove si relazionava sull'attività di questo
centro medico autogestito e mi ha colpito una cosa detta da un medico: I
farmaci sono come il cibo, ci sono allo stesso tempo persone grasse e
altre che patiscono la fame.
Per
dare un'idea di come in poco tempo questa iniziativa è diventata
conosciuta ad Atene, voglio citare questo fatto. Un gruppo di impiegati
che lavorano nel settore bancario ha raccolto con una sottoscrizione da
devolvere a scopi sociali, una somma di circa 2000 euro, e ha deciso di
comprare e donare delle attrezzature sanitarie al centro medico
autogestito di Petralona. Un macchinario per gli elettrocardiogrammi, un
misuratore di zuccheri e un misuratore per la pressione sono tutt'ora
in dotazione alla struttura grazie alla solidarietà di un gruppo di
lavoratori.
Un'altro
esempio di opposizione al progressivo degeneramento del livello di vita
collegato alla crisi viene da Kilkis, una città di circa 25000 abitanti
al nord della Grecia, dista circa 70 km da Sallonicco.
Il
Ministero della Sanità ha deciso di chiudere l'ospedale locale per
accorparlo ad un'altro, l'assemblea dei medici e del personale sanitario
decide a questo punto di continuare l'attività dell'ospedale almeno
fino a quando le scorte di materiale medico lo consentono. Tra marzo e
febbraio 2012, per una ventina di giorni, l’ospedale funzionò in maniera
perfetta. A causa delle forti pressioni del Ministero della Sanità che
ha imposto il trasferimento di vari medici ad altre strutture e del
ruolo pessimo dei sindacati controllati da Pasok e Nea Dimokratia,
l’esperienza di Kilkis è stata costretta a cessare. Ha dimostrato però
in mamiera evidente come sià possibile autogestire una struttura
complessa come un ospedale.
Ad
Atene, nel quartiere di Brachami, sempre organizzata da un'assemblea di
quartiere è in funzione da vari mesi una mensa sociale dove ogni giorno
a pranzo vengono serviti dai 30 ai 40 pasti. Nella stessa struttura,
che come tante altre è stata occupata, vi è anche la sede di un Gruppo
di Acquisto Solidale, che come i molti che vi sono anche in Italia
provvede a rifornire le famiglie di generi alimentari comprati
direttamente dai produttori e quindi a prezzi più bassi.
Le
mense sociali, non sono una novità, da anni funzionano un po' ovunque
ce ne sia bisogno. La novità degna di attenzione è che questa che ho
appena menzionato è completamente autogestita non ha nessuna
partecipazione istituzionale, ne dello stato ne della chiesa.
Un'altra
esperienza interessante che in questi mesi di crisi si è formata e che
cresce parallelamente alla crisi stessa è la “Cancellazione della
moneta”. Trattasi di un sistema di scambio di prestazioni che non è
basato sulla moneta ma ben si su dei crediti. Facendo un lavoro a
qualcuno si accumulano dei crediti, questi crediti si conservano e al
momento di bisogno, si possono spendere per ricevere altre prestazioni
da altre persone. Gruppi di persone che si relazionano tra loro in una
sorta di rete commerciale senza soldi sono una novità in Grecia e grazie
alla crisi sono già più di trenta i gruppi attivi in tutto il paese.
Con
la stessa logica di abolizione della moneta funzionano i tantissimi
mercati organizzati un po’ ovunque. Si scambiano cose usate, si
barattano, si prestano ecc... Ciò che a te non serve può essere molto
utile a un’altra persona.
Un
altro esempio che vorrei riportare, più che riguardare l'economia
alternativa in tempi di crisi, ci fa capire quanto la crisi incida sulla
vita di tutti i giorni, erodendo e distruggendo prima quei frangenti
della società più deboli, e poi tutto il resto. L'editoria e
l'informazione sono settori che quanto più liberi ed indipendenti sono
quanto prima vengono colpiti dalla crisi o da eventi legati ad essa. Il
quotidiano Elefterotipia che da anni si poneva come voce indipendente e
non aveva nessun deficit è stato costretto a dichiarare fallimento in
quanto le banche che gli concedevano di solito i prestiti per continuare
la propria attività editoriale e pagare gli stipendi di giornalisti e
poligrafici, a un certo punto hanno smesso di concederli i mutui.
L'assemblea
dei lavoratori decide a questo punto di continuare l'attività
editoriale, in maniera autogestita e volontaria danno vita a dei numeri
speciali chiamati “I ergasomeni tis Elefterotipia” ovvero I lavoratori
di Elefterotipia. Purtroppo a seguito della denuncia della proprietà del
giornale questa esperienza è costretta a fermarsi.
Tante
altre sono le iniziative di solidarietà che sono partite per aiutare
gli strati sociali più bisognosi e che poi sono state naturalmente
allargate a tutto il resto della società che sempre più spesso non può
più provvedere hai bisogni delle proprie famiglie.
Ho
dato più spazio alla descrizione di queste esperienze perché ritengo
che essendo auto-organizzate e fatte dalla gente per la gente, sono un
vero e proprio termometro di come può e deve cambiare una società che
ogni giorno perde pezzi di servizi pubblici. La società civile che si
mobilita e che si sostituisce nella tutela dei propri bisogni è l'unica
arma che può sarvarci da una crisi economica che avanza con passi da
gigante. Una crisi economica non è mai una crisi solo relativa al denaro
e al benessere di un popolo, spesso è una crisi più profonda della
società, un momento dove per volere o per necessità si mettono in
discussione i propri comportamenti relativi ai consumi e spesso
addirittura è il concetto di merce e di consumo di essa ad essere messo
in discussione.
Esistono
anche altri tipi di economie alternative e di strutture solidali,
alcune organizzate dai municipi delle città, altre dalla chiesa. Queste
in genere vedono un coinvolgimento della società come fruitori di un
servizio e non come organizzatori di questo servizio.
Per
fare due esempi, in alcuni comuni il sindaco ha organizzato una sorta
di Gruppo di Acquisto Solidale che è stato nominato “Movimento della
patata”. Il nome deriva dal primo ortaggio distribuito in maniera
sperimentale, appunto la patata, che è stato venduto direttamente dai
produttori ai consumatori. Il comune ha fatto da tramite e i consumatori
hanno potuto comprare le patate pagandole al prezzo di produzione.
Questa cosa, indubbiamente molto positiva, è stata organizzata solo da
alcuni comuni e molto probabilmente cesserà se il sindaco non deciderà
di darli un seguito.
Un’altra
iniziativa di solidarietà organizzata dal canale televisivo Sky in
collaborazione con la chiesa è una raccolta alimentare da destinare ai
bisognosi chiamata “Oli mazi borume” che tradotto significa “Tutti
insieme possiamo”. I generi alimentari vengono raccolti in appositi
spazi all’interno dei supermercati e poi distribuiti da organizzazioni
legate alla chiesa. In questo caso una iniziativa di solidarietà rivolta
ai più bisognosi viene organizzata direttamente da un canale televisivo
tra i più fanatici nel sostenere le misure antisociali che generano
appunto l’impoverimento della società.
Francesco Moretti
sopravvivereingrecia.blogspot.com