Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".

Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.

lunedì 18 giugno 2012

Risultati finali elezioni in Grecia del 17 giugno 2012

Questi sono i risultati finali:

Partito                                    Parlamentari
Nea Dimokratia   29,66%  ............129
Syriza   26,89%..............................71
Pasok   12,28%..............................33
Anexartiti Ellines  7,51%.................20
Chrisi Avghi   6,92%.......................18
Dimokratiki Aristerà   6,26%..........17
KKE  4,50%..................................12

Nea Dimokratia è il primo partito, il distacco dal Syriza è stato minimo, ma grazie al generosissimo bonus di 50 parlamentari che viene assegnato al primo partito avrà 129 rappresentanti in parlamento. Nea Dimokratia è guidata da Antonis Samaras ed è un partito pro-memorandum. La cosa più probabile che può succedere adesso è che formi un governo insieme al Pasok. Con i parlamentari di Pasok e Nea Dimokratia messi insieme sono 162 quindi avrebbero la possibilità di governare. Quindi la prospettiva è di continuità delle politiche imposte dalla Troika fino ad ora.
Il risultato della sinistra radicale Syriza è stato molto buono e ha preso molti più voti delle precedenti elezioni, salendo dal 16,68% delle elezioni del 6 maggio fino al 26,89% di queste.
I nazional-nazisti di Chrisi Avghi restano intorno al 7% come nelle precedenti elezioni. Mentre il partito comunista KKE ha perso un bel po' di punti scendendo dall'8,48% del 6 maggio al 4,50% di ieri.
Demokratiki Aristerà resta stabile, mentre il Pasok ha perso ancora qualche punto rispetto a maggio. I voti in più presi da Nea Dimokrazia si possono ipotizzare nella flessione avuta da Anezartiti Ellines e dall'inglobamento del partito di Dora Bakogianni.

domenica 17 giugno 2012

Ore 22:25 Risultati elezioni (dato reale relativo al 48% delle schede)

Partito                                    Parlamentari
Nea Dimokratia 30,36 %             131 (come primo partito prende un bonus di 50 parlamentari)
Syriza 26,17 %                            69
Pasok 12,72%                            34
Anexartiti Ellines 7,43%               20
Chrisi Avghi 6,94%                      18
Dimokratiki Aristerà 6,04%          16
KKE 4,44%                                12

EXIT POLL UFFICIALI delle ore 19

Ore 19, (ora locale) Exit poll ufficiali. I dati sono stati raccolti in 120 seggi elettorali distribuiti su tutto il territorio nazionale. Ai votanti è stato chiesto di ripetere il voto appena espresso nell'urna. Il campione degli exit poll lavora su un campione di 10.000 votanti. Questi dati riguardano circa 7000 - 8500 persono e sono stati rilevati alle 17:30.
Nea Dimokratia dal 27,5 % al 30,5 %
Syriza dal 27 % al 30
Pasok dal 10 % al 12 %
Anexartiti Ellines dal 6 % al 7,5%
Dimokratiki Aristerà 5,5 % al 6,5%
KKE  dal 5% al 6%
Xrisi Avghi dal 6 % al 7,5 %
Da ora in poi chiudono i seggi elettorali e inizia lo spoglio delle schede. Altre informazioni nelle prossime ore.
EXIT POLL NON UFFICIALI
Ore 18:30, mezz'ora prima della chiusura ufficiale delle urne. Circolano i primi exit poll non ufficiali. La situazione che descrivono è questa: 
Con il 29,6% è primo partito Nea Dimokratia (partito di destra pro-memorandum) al secondo posto la sinistra radicale Syriza con il 27,9% (anti-memorandum) poi i socialisti del Pasok con il 10% (pro-memorandum), Dimokratiki Aristerà 6,3% (partito democratico di sinistra, anti-memorandum ma con posizioni più miti del Syriza), con il 5,4 % Anexartiti Ellines (partito di destra anti-memorandum), con il 5,4% KKE partito comunista (anti-memorandum e anti-Euro) e con il 5% l'estrena destra di Xrisi Avghi (destra xenofoba filo nazista).

Oggi si vota in Grecia

Oggi, 17 giugno 2012 si vota in Grecia per la seconda volta in meno di un mese e mezzo. Le operazioni di voto che sono già iniziate, andranno avanti fino alle ore 19 ora greca (18 ora italiana). Subito dopo verranno comunicati i dati raccolti con il sistema exit poll e poi nel corso delle ore successive, grazie ai dati che arriveranno dallo spoglio delle schede, si avranno, prima le proiezioni e poi i dati sempre più attendibili fino ad arrivare al dato definitivo che si avrà un po' dopo la mezzanotte (ora locale). Si prevede un'alta affluenza.
Vi terrò informati postando sul blog vari aggiornamenti nel corso della giornata.

martedì 12 giugno 2012

Elezioni in Grecia del 17 giugno 2012

Schiaffi in TV e pestaggi, la campagna elettorale dei nazionalisti greci.

Pochi hanno la fortuna di nascere e avere il dono di essere delle belle persone, stimate, rispettate perché giuste, eque nel pensiero e nei giudizi, per slancio naturale vicine ai più deboli e sfortunati, non per compiangerli o per sentirsi eroi, ma per uno spirito innato di giustizia. Pochi hanno quella spinta verso l’evoluzione che fin da bambini li spinge ad essere ogni giorno migliori e che rende l’umano diverso dalla bestia. Pochi hanno il senso della solidarietà dalla nascita e il rifiuto dell’egoismo. Pochi hanno il senso del sentirsi liberi e felici solo se lo sono anche gli altri. Pochi. Per tutti gli altri guadagnare questa sensibilità che fa l’umano bello è una strada lunga come la vita, dove spesso per ogni passo avanti ne vengono fatti due indietro. Bisogna deciderlo, bisogna volerlo. Bisogna imparare a mettersi in discussione e a mettere in discussione le nostre certezze. A valutare ciò che siamo e perché lo siamo. Spesso devi pensare come gli altri per capire che gli altri non pensano come te. Sforzarsi di capire le ragioni dell’altro e non guardare solo le nostre, per uscire dal pregiudizio e dalla meschinità. L’evoluzione verso qualcosa di migliore è sempre difficile, ma spingere verso questa direzione è l’unica cosa che dovrebbe farci sentire orgogliosi.
Ci sono invece persone che per loro scelta hanno deciso di non spendere nessuna energia verso questo progresso, che rinnegano tutto quello che di buono potrebbero essere. Che non hanno fatto nessuna fatica per essere ciò che sono e che basano il loro essere sull’involuzione. Fanno dell’egoismo e della meschinità la loro ragione di vivere. L’odio è il loro sentimento preferito, il pregiudizio la loro ragione. Rifiutano tutte quelle qualità dell’umano per cui varrebbe la pena essere orgogliosi e sono orgogliosi di ciò per cui non hanno fatto nessuno sforzo per essere.
Sono orgogliosi di essere greci, italiani, tedeschi, francesi, svizzeri, austriaci ecc... Di essere nati in un paese ricco. Vivono nel presente e usano la storia distorcendola per basare e motivare le loro atrocità su qualcosa. Ogni una di queste persone è fiera di essere nata nel posto dove è nato, e non essendoci per questo motivi validi, usa la storia, la mitologia, la leggenda e se è possibile anche la genetica per dimostrare che loro, solo loro sono migliori degli altri, che loro meritano di più, e che gli altri, gli stranieri, sono di troppo, che non hanno pari dignità, che vanno prima sfruttati e poi cacciati, che gli altri sono più scuri o più chiari o più gialli e comunque di un altro colore, sempre del colore sbagliato. Di un colore diverso.
Su questi pregiudizi basano le loro teorie. Nelle loro teorie loro non hanno mai colpa di niente, tutte le colpe sono altrove, loro sarebbero perfetti se solo fossero soli nell’universo e invece sono in compagnia e da qui, secondo loro, derivano tutti i problemi sociali, economici, sanitari, sessuali, alimentari e ovviamente di pensiero.
Tanta gente diversa pensa in maniera diversa ed è difficile starci insieme, confrontarsi con loro, perché dicono cose diverse, e confrontarsi è difficile. Ancora più difficile è confrontarsi in maniera civile. Da qui il bisogno di urlare, smanaccare, picchiare, aggredire, tirare gli oggetti, usare la violenza come estensione della parola e poi quando è possibile le dittature per sopprimere queste diversità, per livellare e soffocare ogni pensiero differente dal loro.
Questo signore dalle “garbate movenze” e dalla “raffinata dialettica” che avete visto alzarsi e tirare un bicchiere di acqua in faccia ad una persona, poi girarsi e prenderne a schiaffi un’altra è il “portavoce” di Chrisi Avghi che evidentemente è stato scelto tra tutti gli altri per le sue “innate e virtuose doti di eloquenza”. Questo signore che grazie alla democrazia che tanto odia forse tra pochi giorni sarà seduto in parlamento ha reagito in quel modo perché gli è stato chiesto qualcosa riguardo al processo giuridico che lo vede imputato per rapina. Ma questo non è il suo unico cruccio. I suoi “pacati e cordiali atteggiamenti” lo hanno portato ad essere uno degli indiziati per l’accoltellamento di uno studente dell’università. E chissà quanti altri atti di violenza che non sono mai stati denunciati.
Dopo gli schiaffi che ha tirato in diretta televisiva alla signora che le sedeva vicina ha picchiato (fuori onda) anche il conduttore della trasmissione e un cameraman, dopo di che è stato rinchiuso in una stanza e il personale dello studio televisivo ha chiamato la polizia.
La polizia non ha potuto comunque arrestarlo (contrariamente a ciò che è stato detto in Italia) perché è riuscito a sfondare la porta e immediatamente dopo alcuni testimoni lo hanno sentito chiamare con il telefono Michaloliakos (il suo capo) e chiedere l’invio di un centinaio di persone presso lo studio televisivo. Fortunatamente i rinforzi non sono arrivati e lui dopo la telefonata è scappato restando irreperibile per alcuni giorni evitando così l’arresto e il carcere immediato.
Ieri si è rifatto vivo per dichiarare in un comizio pre-elettorale che è stato attirato in una trappola, che è stato invitato in quella trasmissione proprio per essere provocato e portato fino al punto di reagire in quel modo. Ovviamente, come sempre, tutti hanno colpa di quello spiacevole episodio meno che lui. Lui è stata la vittima. Questo che avete visto non è che un piccolo episodio della campagna elettorale di Chrisi Avghi che ovviamente sia in TV che fuori dagli schermi si esprime con la lingua con cui è più consona parlare: la violenza.
Sono solo di alcuni giorni fa i violenti scontri avvenuti a Patrasso a seguito di un omicidio di un cittadino greco da parte di un immigrato, il fatto si è verificato nei pressi del porto. Molti militanti di Chrisi Avghi si sono dati appuntamento a Patrasso e poi infiltrandosi in una manifestazione cittadina che protestava per l’accaduto, hanno dato vita ad una vera e propria caccia all’immigrato. Ci sono stati scontri con la polizia al momento in cui hanno assaltato la caserma dove erano detenuti gli immigrati colpevoli dell’assassinio, gli scontri si sono poi propagati e protratti per ore.
Ad Atene i membri di Chrisi Avghi hanno fatto diverse azioni contro gli immigrati, picchiando e accoltellando molte persone. L’ultima azione di “propaganda elettorale” che hanno fatto pochi giorni fa è stata un corteo di motorini che ha girato per le strade di Atene e ogni volta che venivano individuati degli immigrati isolati e indifesi venivano aggrediti in massa. Queste ronde hanno portato al ferimento con arma da taglio di molte persone tra cui anche donne e anziani. Tra le persone che sono state fermate e identificate dalla polizia c’è anche la figlia del leader di Chrisi Avghi, Nikos Michaloliakos. Tutti i fermati appartenenti alla ronda sono stati rilasciati dalla polizia subito dopo, mentre molte delle vittime delle aggressioni sono state trattenute perché prive di documenti.
Come un partito del genere possa aver preso una percentuale vicina al 7% nelle precedenti elezioni del 6 maggio è difficilmente spiegabile. Sicuramente vi è stata una migrazione dell’elettorato del LAOS il partito di destra populista che per alcuni giorni ha collaborato con il governo di Lukas Papadimos pagando un prezzo elettorale altissimo, infatti questo partito era arrivato ad avere circa il 5-6% alle precedenti elezioni. Alle elezioni del 6 maggio è rimasto fuori del parlamento non raggiungendo la soglia del 3%. Un altra percentuale di voti è confluita in Chrisi Avghi grazie al così detto “voto di protesta”. E’ talmente alto l’odio verso la classe dirigente e i partiti che hanno governato la Grecia fino ad ora che una parte dell’elettorato ha trovato con il voto la maniera per vendicarsi, ovvero votando Chrisi Avghi è riuscita a spedire in parlamento un pacchetto di roba avariata e schifosa che gli altri parlamentari non possono gettare nella spazzatura ma dovranno tenere con loro nel salotto buono. Ovviamente anche per indirizzare il proprio “voto di protesta” verso un partito come questo bisogna essere qualitativamente affini a questo razismo e condividere queste prassi violente.
In queste settimane prima del voto del 17 giugno, tutti i partiti di destra, sia che siano essi pro-memorandum o anti-memorandum hanno spostato il loro asse di equilibrio verso la xenofobia nel tentativo di recuperare voti da quel bacino confluito nei nazi-fascisti. Possiamo dire che questa percentuale di persone xenofobe esistevano in Grecia anche prima del 7% di Michaloliakos ma erano disciolte in altre forze politiche.
I partiti come il LAOS, Nea Dimokratia, Anexartiti Ellines, i neo liberisti di Drassi e anche il Pasok fanno in questi giorni continue dichiarazioni rivolte a questa fetta di elettorato, chiedendoli di non votare con “rabbia” ma con “intelligenza” questo è traducibile in: votate per noi che vi garantiamo lo stesso livello di discriminazione e di razzismo ma in maniera legislativa e non con i coltelli.
In Grecia non c’è una legge che vieta a un partito di ispirazione nazi-fascista di presentarsi alle elezioni e questa sarebbe la cosa più tragica di tutta questa storia se non ve ne fosse un’altra peggiore: c’è gente che li vota.

Per vedere la sequenza degli schiaffi in TV usa questo link: http://youtu.be/GFmroBsfGRY
Per vedere il video relativo a Patrasso usa questo link: http://youtu.be/qDHmn09yEw0

Per vedere il video sulla caccia agli immigrati ad Atene usa questo link:  http://youtu.be/rxUBr5_tczU

sopravvivereingrecia.blogspot.com

venerdì 8 giugno 2012

Grecia, elezioni del 17 giugno.  Tra sorpresa e minacce i greci vanno al voto.

Come tutti sanno il 17 giugno ci saranno le elezioni e chiaramente, a dieci giorni dal voto, tutti i partiti sono in piena campagna elettorale. Viene dato un grande valore a queste elezioni in quanto sono state trasformate, grazie alle varie dichiarazioni dei componenti della Trojka, in un referendum con tema: “dentro o fuori dall’Euro”.
I vari sondaggi (che adesso, a dieci giorni dal voto, sono tenuti segreti) danno la coalizione di sinistra Siriza come primo partito e il partito di destra Nea Dimocratia come secondo. Altri danno Nea Dimokratia al primo posto con un piccolo vantaggio sul Siriza a cui spetterebbe il secondo posto.
In questo momento così difficile per la Grecia, mi sembra che contrariamente alle dichiarazioni dei leaders di partito, ci sia una certa paura nel salire al governo. Un po’ tutti sembra che sperino di essere secondo partito e di non avere l’enorme responsabilità di governare un paese così vicino alla catastrofe.
Da parte del governo Tedesco e in generale dai sostenitori delle riforme imposte dal F.M.I. viene fatta una grande pressione psicologica a finché il popolo greco esprima il proprio voto a sostegno dei partiti pro-memorandum Pasok e Nea Dimokratia. Ormai, alla faccia della democrazia, Merkel e company fanno apertamente dichiarazioni per “l’uscita dall’Euro della Grecia in caso di vittoria della sinistra”.
Ma cosa ha di tanto diabolico il programma del Siriza per suscitare una così forte contrapposizione dei potenti d’Europa?
In realtà nessuno nel Siriza ha mai dichiarato di voler uscire dall’Euro, e nessuno ha mai dichiarato di non voler pagare i debiti della Grecia. Queste schematizzazioni che vogliono far coincidere l’evento elettorale con un referendum sono frutto di ricatti e di pressioni studiate per condizionare il voto greco.
Il Siriza in realtà è contro il Menorandum, ovvero quella serie di provvedimenti votati, prima dal governo Papandreu e poi dal governo Papadimos che l’espressione “Macelleria sociale” descrive perfettamente. Con il loro voto questi due governi sopracitati hanno trasformato in “legge dello stato” un pacchetto di suggerimenti proposti dalla Troika. Il Siriza è per l’abolizione di questa legge dello stato greco.
Nelle condizioni economiche in cui si trova la Grecia (e anche altri paesi europei) ogni governo deve fare cassa e trovare i soldi per pagare i propri debiti. Ogni governo dovrà quindi prendere delle decisioni economiche nette, tassare, tagliare ecc.. Ma in quale direzione e contro di chi, queste sono scelte politiche e dipendono da chi le prende. Fino ad ora abbiamo assistito ad una rapido e sistematico “pestaggio economico” delle classi sociali più deboli, i lavoratori dipendenti hanno ricevuto dei tagli di stipendi durissimi, sia nel settore pubblico e in particolare in quello privato. Non contenti di questi tagli i governi che hanno sostenuto e attuato il Memorandum hanno aumentato in maniera vertiginosa e repentina la pressione fiscale in maniera tale da mandare in miseria una enorme fetta del popolo Greco.
Blandi sono stati fino ad ora i provvedimenti fiscali verso i soggetti più ricchi, in molti casi addirittura a favore degli stessi, sgravi fiscali e distruzione dei diritti dei lavoratori sono stati le parole d’ordine che hanno caratterizzato le politiche dei precedenti governi.
Adesso per la prima volta nella storia della Grecia, un partito che ha serie possibilità di governare fa delle dichiarazioni che vanno in controtendenza con tutte le precedenti.
Solo per fare un esempio, da tempo sono scadute le concessioni statali di molti canali televisisi e nessun governo fino ad oggi ha pensato di rinnovarle. I cananali televisivi trasmettono da tempo senza pagare alcuna tassa. Hanno introiti enormi derivanti dalla pubblicità e potrebbero benissimo pagare le loro concessioni, ma nessun governo fino ad oggi, nonostante il grande impeto nel batter cassa le ha mai pretese. Ovviamente è inutile che spieghi ad un pubblico di lettori italiani quali e quanti interessi può avere una classe politica ad accattivarsi i favori dei canali televisivi.
Per la prima volta da due anni a questa parte si risente parlare di tutele verso i più deboli economicamente e di una ripresa economica che sia a vantaggio di tutti e non solo dei soliti pochi che comunque vadano le cose guadagneranno comunque.
Questo cambio di tendenza, questa sorpresa elettorale ha scombinato i piani della Troika, ed è stata una sorpresa per tutti ma in particolalare per i greci. Il Siriza fino alle elezionini precedenti era sempre nell’incertezza se sarebbe entrato in parlamento oppure no, se avrebbe passato la soglia del 3% oppure no e adesso i sondaggi lo danno vicino al 30%.

Il vero problema della Troika, e a quel che sembra del governo tedesco in particolare non è la questione economica, infatti si paventano risoluzioni alla crisi greca che rischiano di far pagare un prezzo economico enorme all’Europa intera. L’uscita della Grecia dall’Euro viene considerata da tantissimi economisti molto pericolosa perché avrebbe dei contraccolpi incalcolabili su tutte le economie degli altri stati d’Europa e in specifico sull’economia della Spagna, dell’Italia, del Portogallo ecc...
Senza considerare che questa ceca e presuntuosa gestione del problema economico della Grecia, sponsorizzato dal governo tedesco e portato avanti dalla Troika, ha già portato l’Europa ha spendere delle cifre enormi rispetto a ciò che avrebbe potuto spendere all’inizio di questa storia, se solo si fossero prese scelte meno orgogliose e intransigenti.
Sembra proprio che la politica di “riduzione del danno” non voglia essere presa in considerazione per niente.

Quello che veramente è importante che non succeda in Grecia e per cui la Troika si batte apertamente è che ci sia un cambio di tendenza, che non ci sia la vittoria di un partito che sostiene una via di uscita dalla crisi diversa da quella imposta dalla Troika. L’importante è che non si crei un precedente, l’importante è che la demagogia delle elezioni segua il suo corso tradizionale. Perché una persona super tassata, senza diritti lavorativi e che a stento arriva alla fine del mese debba votare un partito che apertamente fa gli interessi dei benestanti, questo me lo sono chiesto tante volte anch’io, ma fino ad adesso non ho trovato risposta. Ma a quanto pare fino ad adesso è stato proprio così. Come non l’ho trovata io non l’hanno trovata molti altri questa risposta e da questo deriva lo stupore nel sentire le percentuali che vengono attribuite dai sondaggi alla sinistra.
Cosa riuscirà veramente a fare il Siriza se alla fine andrà al governo, questo è difficile da prevedere. Quante delle promesse fatte resteranno solo promesse non è possibile saperlo in anticipo. Ma una cosa è certa, i potenti dell’Europa, quelli che guadagnano dalle crisi economiche faranno di tutto per piegare e sottomettere la piccola ribellione della Grecia.

Nonostante le continue dichiarazioni terroristiche della Trojka per scongiurare una vittoria del Siriza, questo partito cresce nei sondaggi, e sembra quasi che i catastrofici scenari paventati dalla Troika in caso di rigetto del Memorandum portino ulteriore consenso a questo partito.
In effetti l’accanimento che c’è stato in questi ultimi anni verso il popolo greco, oltre a dare la netta idea che qualcuno voglia sperimentare e studiare i limiti di sopportazione di un popolo per elaborare un modello neo-liberista esportabile ad altri paesi, ha dato inoltre la percezione che non ci sia più niente da perdere. Dopo enormi tagli salariali e tassazioni insopportabili, che un anno fa, venivano addirittura accolti dal popolo greco con dolore, ma ottimismo, adesso una grande fetta della popolazione si ritrova in povertà, senza i servizi fondamentali come ospedali, farmaci, scuole ecc.. e non ha nessuna speranza all’orizzonte.
Anche per questo non sembrano fare presa gli scenari che dipingono la Grecia in rovina se non sosterrà il Memorandum.

Intanto in Germania girano voci tese a scoraggiare il turismo tedesco in Grecia, tutismo che da anni è consolidato e numeroso, viene detto che è difficile trovare la benzina, che inizia ad essere pericoloso per un tedesco trascorrere le proprie vacanze in Grecia perché c’è il rischio che gli verranno tagliate le gomme dell’auto.
Io stesso mi sono trovato a rispondere e a rassicurare madri (italiane) che preoccupate, mi hanno scritto delle mail chiedendomi se i loro figli che vogliono trascorrere le vacanze in Grecia saranno al sicuro.
Queste cavolate che vengono messe in giro sono ovviamente una delle tante armi che vengono usate in questa sporca guerra e che mirano a distruggere il turismo ovvero l’unico settore economico su cui può contare la Grecia.

Francesco Moretti

venerdì 1 giugno 2012

Economia Alternativa in Grecia

Alla pagina "contributi dal web" di questo blog potete leggere un intervista molto interessante ad un operatore della struttura sanitaria autogestita di Petralona. Aggiornamento del 24 gennaio 2013. 

Come sono nate le forme di economia alternativa e di solidarietà in Grecia 
Nell’affrontare all’argomento delle forme alternative di economia in tempi di crisi bisogna fare per forza una piccola parentesi per destrivere a grandi linee la psicologia del greco medio. Generalizzando possiamo dire che negli ultimi vent’anni ha dimostrato di essere molto opportunista, e in ogni cosa, sia organizzata dall’alto (stato, istituzioni ecc..) o dal basso ha sempre cercato di far quadrare il proprio tornaconto personale. E’ forse questa all’origine della quasi totale assenza delle cooperative come forma di organizzazione dei lavoratori. In passato ogni forma di cooperazione si è rivelata fallimentare proprio grazie a questo opportunismo.  
Bisogna però notare che in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un fenomeno totalmente inedito nella società greca, una iniziale piccola crepa in questo modo di fare individualista si sta allargango e fa sperare in un positivo cambio di tendenza.
Con l’avanzare della crisi e la diminuizione di fiducia nelle istituzioni il popolo greco sta scoprendo nuove e diverse forme di organizzazione. Il seme di questo cambiamento è da ricercare in un’avvenimento accaduto pochi anni fa.
Nel dicembre 2008 a seguito dell’assasinio da parte della polizia del giovane Alexis la società greca reagisce con manifestazioni di protesta. Queste manifestazioni hanno carattere di massa e coinvolgono tutta la società greca, cittadini di ogni età e di ogni ceto sociale si ritrovano in strada per lo stesso motivo. Manifestare la rabbia verso questa inutile morte.
La Grecia già da allora è attraversata da una forte crisi economica, scarseggiano i posti di lavoro e si respira una tensione continua e una grande insicurezza specialmente tra i giovani.
Le manifestazioni non portano solo a scontri di piazza con danneggiamenti e incendi ovunque, si formano per la prima volta dei luoghi di discussioni aperti a tutti, le “assemblee di quartiere”.
In queste assemblee di quartiere vengono discussi temi riguardanti il disagio sociale e la solidarietà verso quelle classi sociali più deboli e quindi già allora in difficoltà grazie alla crisi.
Dal 2008 la situazione economica della Grecia va peggiorando giorno dopo giorno fino ad arrivare al conclamarsi della crisi economica che stiamo vivendo.
Nell'estate del 2011 a seguito del movimento spagnolo degli “Indignados” si forma un presidio fisso di discussione ad Atene in piazza Sintagma, la piazza davanti al parlamento.
Questo presidio richiama migliaia di persone che sono coinvolte in grandi assemblee permanenti, anche questa volta si discute sul come organizzare una società diversa, partendo dai propri bisogni, inventare e sperimentare nuove forme di economia alternativa.
Le assemblee nate dalle esperienze del 2008 sono ancora pienamente operative e sono il motore propulsore delle nuove e più numerose assemblee di piazza Sintagma.
La colonna vertebrale delle assemblee del 2008 erano gli anarchici e i militanti della sinistra extra parlamentare, ovvero tutte quelle persone abituate a confrontarsi in maniera orizzontale. Nelle assemblee di quartiere si seguono infatti le regole dell'auto-gestione. Rapidamente si uniscono a queste assemblee molte persone che per la prima volta sperimentano un modo di discussione e di presa delle decisioni diverso, tutte le decisioni vengono prese in assemblea. Persone di tutte le età si confrontano in questi luoghi di discussione che rappresentano i vari quartieri di Atene.
Piazza Sintagma 5-6 giugno 2011 - foto idealkrush - Presa dal sito: http://realdemocracygr.wordpress.com
Nell'estate del 2011 in piazza Sintagma si contano e si incontrano più di 40 assemblee. Donne e uomini provenienti da diverse esperienze politiche riescono a comunicare, sempre di più si allarga la rosa dei partecipanti.  Tutte queste assemblee sono in contatto tra loro e formando una vera e propria rete dove si scambiano le varie esperienze e si diffondono idee. A queste assemblee davanti al parlamento partecipano anche tante persone direttamente o indirettamente collegate con la coalizione di sinistra Siriza. Molte persone scoprono il piacere di collaborare su progetti comuni e si iniziano a vedere cambiamenti concreti della società, specialmente in alcuni quartieri.
Questo grande laboratorio di idee, anche se non direttamente collegato con il Siriza, si è tradotto in un ottimo risultato elettorale per questa coalizione di sinistra che ha raggiunto i suoi risultati migliori proprio nei centri urbani. Ad Atene è stato il primo partito.
Con la crisi economica, lo stato inizia a tagliare i fondi, licenziare, ridurre i servizi al cittadino e a far pagare tutto ciò che fino a poco tempo prima era lo “stato sociale”. I cittadini si ritrovano privati dei servizi primari come la sanità e l'istruzione. Per primi sono le classi sociali più deboli ad accusare il colpo, ma con velocità incredibile anche le fascie medio borghesi, come i commercianti, gli insegnanti, gli impiegati ecc.. sono coinvolti in questa crisi dei servizi. Si calcola che a tutt'oggi ci siano circa un milione e mezzo di greci senza assistenza sanitaria. Chi viene licenziato oppure ha un'attività commerciale e fallisce non è più in grado di pagare i contributi assicurativi e quindi immediatamente perde l'assistenza sanitaria.
E' all'interno delle assemblee di quartiere che si cercano risoluzioni per tamponare queste mancanze dello stato, nuove forme di solidarietà organizzata fatte dai cittadini per i cittadini.
Esperienze nate in opposizione alla crisi economica
Tutte le forme di economia alternativa e assistenza sociale che andrò ad elencare sono direttamente connesse con le assemblee di quartiere sopra descritte.
Ad Atene, in un quartiere vicino all'Acropoli chiamato Petralona, da tre anni è stato occupato un immobile pubblico abbandonato, è stato ristrutturato e dall'ottobre 2011 un gruppo di medici ha organizzato un centro medico autogestito. Sono più di 200 i pazienti del quartiere che si sono rivolti a questa struttura, per lo più greci e pensate che almeno un terzo di loro non sapeva che il centro medico è ospitato in una struttura occupata.
I medici che prestano servizio sono per il momento sette e tutti di specializzazioni diverse. Sono tutti volontari, alcuni di loro lavorano in ospedali pubblici e prestano il loro servizio durante i loro turni di riposo, altri sono medici disoccupati. Grazie a varie iniziative rivolte a propagandare la struttura iniziano ad essere conosciuti in tutta Atene e hanno ricevuto molte donazioni di farmaci.
Ho assistito a un'assemblea dove si relazionava sull'attività di questo centro medico autogestito e mi ha colpito una cosa detta da un medico: I farmaci sono come il cibo, ci sono allo stesso tempo persone grasse e altre che patiscono la fame.
Per dare un'idea di come in poco tempo questa iniziativa è diventata conosciuta ad Atene, voglio citare questo fatto. Un gruppo di impiegati che lavorano nel settore bancario ha raccolto con una sottoscrizione da devolvere a scopi sociali, una somma di circa 2000 euro, e ha deciso di comprare e donare delle attrezzature sanitarie al centro medico autogestito di Petralona. Un macchinario per gli elettrocardiogrammi, un misuratore di zuccheri e un misuratore per la pressione sono tutt'ora in dotazione alla struttura grazie alla solidarietà di un gruppo di lavoratori.
Un'altro esempio di opposizione al progressivo degeneramento del livello di vita collegato alla crisi viene da Kilkis, una città di circa 25000 abitanti al nord della Grecia, dista circa 70 km da Sallonicco.
Il Ministero della Sanità ha deciso di chiudere l'ospedale locale per accorparlo ad un'altro, l'assemblea dei medici e del personale sanitario decide a questo punto di continuare l'attività dell'ospedale almeno fino a quando le scorte di materiale medico lo consentono. Tra marzo e febbraio 2012, per una ventina di giorni, l’ospedale funzionò in maniera perfetta. A causa delle forti pressioni del Ministero della Sanità che ha imposto il trasferimento di vari medici ad altre strutture e del ruolo pessimo dei sindacati controllati da Pasok e Nea Dimokratia, l’esperienza di Kilkis è stata costretta a cessare. Ha dimostrato però in mamiera evidente come sià possibile autogestire una struttura complessa come un ospedale.
Ad Atene, nel quartiere di Brachami, sempre organizzata da un'assemblea di quartiere è in funzione da vari mesi una mensa sociale dove ogni giorno a pranzo vengono serviti dai 30 ai 40 pasti. Nella stessa struttura, che come tante altre è stata occupata, vi è anche la sede di un Gruppo di Acquisto Solidale, che come i molti che vi sono anche in Italia provvede a rifornire le famiglie di generi alimentari comprati direttamente dai produttori e quindi a prezzi più bassi.
Le mense sociali, non sono una novità, da anni funzionano un po' ovunque ce ne sia bisogno. La novità degna di attenzione è che questa che ho appena menzionato è completamente autogestita non ha nessuna partecipazione istituzionale, ne dello stato ne della chiesa.
Un'altra esperienza interessante che in questi mesi di crisi si è formata e che cresce parallelamente alla crisi stessa è la “Cancellazione della moneta”. Trattasi di un sistema di scambio di prestazioni che non è basato sulla moneta ma ben si su dei crediti. Facendo un lavoro a qualcuno si accumulano dei crediti, questi crediti si conservano e al momento di bisogno, si possono spendere per ricevere altre prestazioni da altre persone. Gruppi di persone che si relazionano tra loro in una sorta di rete commerciale senza soldi sono una novità in Grecia e grazie alla crisi sono già più di trenta i gruppi attivi in tutto il paese.
Con la stessa logica di abolizione della moneta funzionano i tantissimi mercati organizzati un po’ ovunque. Si scambiano cose usate, si barattano, si prestano ecc... Ciò che a te non serve può essere molto utile a un’altra persona.
Un altro esempio che vorrei riportare, più che riguardare l'economia alternativa in tempi di crisi, ci fa capire quanto la crisi incida sulla vita di tutti i giorni, erodendo e distruggendo prima quei frangenti della società più deboli, e poi tutto il resto. L'editoria e l'informazione sono settori che quanto più liberi ed indipendenti sono quanto prima vengono colpiti dalla crisi o da eventi legati ad essa. Il quotidiano Elefterotipia che da anni si poneva come voce indipendente e non aveva nessun deficit è stato costretto a dichiarare fallimento in quanto le banche che gli concedevano di solito i prestiti per continuare la propria attività editoriale e pagare gli stipendi di giornalisti e poligrafici, a un certo punto hanno smesso di concederli i mutui.
L'assemblea dei lavoratori decide a questo punto di continuare l'attività editoriale, in maniera autogestita e volontaria danno vita a dei numeri speciali chiamati “I ergasomeni tis Elefterotipia” ovvero I lavoratori di Elefterotipia. Purtroppo a seguito della denuncia della proprietà del giornale questa esperienza è costretta a fermarsi.
Tante altre sono le iniziative di solidarietà che sono partite per aiutare gli strati sociali più bisognosi e che poi sono state naturalmente allargate a tutto il resto della società che sempre più spesso non può più provvedere hai bisogni delle proprie famiglie.
Ho dato più spazio alla descrizione di queste esperienze perché ritengo che essendo auto-organizzate e fatte dalla gente per la gente, sono un vero e proprio termometro di come può e deve cambiare una società che ogni giorno perde pezzi di servizi pubblici. La società civile che si mobilita e che si sostituisce nella tutela dei propri bisogni è l'unica arma che può sarvarci da una crisi economica che avanza con passi da gigante. Una crisi economica non è mai una crisi solo relativa al denaro e al benessere di un popolo, spesso è una crisi più profonda della società, un momento dove per volere o per necessità si mettono in discussione i propri comportamenti relativi ai consumi e spesso addirittura è il concetto di merce e di consumo di essa ad essere messo in discussione.
Esistono anche altri tipi di economie alternative e di strutture solidali, alcune organizzate dai municipi delle città, altre dalla chiesa. Queste in genere vedono un coinvolgimento della società come fruitori di un servizio e non come organizzatori di questo servizio.
Per fare due esempi, in alcuni comuni il sindaco ha organizzato una sorta di Gruppo di Acquisto Solidale che è stato nominato “Movimento della patata”. Il nome deriva dal primo ortaggio distribuito in maniera sperimentale, appunto la patata, che è stato venduto direttamente dai produttori ai consumatori. Il comune ha fatto da tramite e i consumatori hanno potuto comprare le patate pagandole al prezzo di produzione. Questa cosa, indubbiamente molto positiva, è stata organizzata solo da alcuni comuni e molto probabilmente cesserà se il sindaco non deciderà di darli un seguito.
Un’altra iniziativa di solidarietà organizzata dal canale televisivo Sky in collaborazione con la chiesa è una raccolta alimentare da destinare ai bisognosi chiamata “Oli mazi borume” che tradotto significa “Tutti insieme possiamo”. I generi alimentari vengono raccolti in appositi spazi all’interno dei supermercati e poi distribuiti da organizzazioni legate alla chiesa. In questo caso una iniziativa di solidarietà rivolta ai più bisognosi viene organizzata direttamente da un canale televisivo tra i più fanatici nel sostenere le misure antisociali che generano appunto l’impoverimento della società.
Francesco Moretti
sopravvivereingrecia.blogspot.com