Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".

Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.

mercoledì 20 febbraio 2013

L'oro della Grecia

Qui in Grecia è tutto fermo. Solo i governanti parlano di una possibile ripresa e di uno sviluppo che noi, i non appartenenti alla casta degli eletti, non vediamo neanche sforzandoci. Le tasse sono tante, ogni giorno ne inventano di nuove e con i tagli incredibili che hanno fatto a stipendi e pensioni è diventato impossibile mantenere il ritmo. Si stima che la disoccupazione nel solo settore privato sia arrivata al 60%....e io vi parlerò dell'oro.

In mezzo a questo deserto di negozi che chiudono c'è un'attività in controtendenza che radicandosi proprio sulla disperazione e sul bisogno della popolazione sta facendo "affari d'oro". Qui in Grecia nascono come funghi i negozi che offrono contanti in cambio dell'oro, si possono portare gioielli di famiglia vecchi e nuovi, monete, denti e protesi odontoiatriche, orologi e ogni cosa che contenga oro e che possa essere pesata e scambiata col denaro. Spesso in una singola strada si possono contare tre o quattro di questi negozi, quando raramente vedi ristrutturare un fondo commerciale chiuso per via della crisi puoi star sicuro che vi aprirà uno di questi "Compro oro". Da mesi è così e questo fenomeno non è limitato alla sola Atene ma a tutta la Grecia.
Alcuni giorni fa la questione è stata sollevata in parlamento e siamo venuti a sapere che aprire un'attività del genere è una cosa molto facile, non servono particolari permessi, nel giro di un giorno o due si hanno le carte in regola per aprire i battenti. Non esiste nessun, dico nessun controllo sulle bilance preposte alla pesa dell'oro, quindi è facile manometterle. Non vi è nessun controllo sulla provenienza di tutto questo oro che arriva in maniera giornaliera nelle mani di questi commercianti, facile immaginare che una cospicua parte potrebbe essere proveniente da furti in abitazioni e soprattutto non vi è nessun controllo sulle quantità di oro che raccolgono e sugli introiti legati a questo commercio. Chi in questo deserto economico ha una grande quantità di soldi in contanti può aprire un "Compro oro", nessuno chiederà da dove vengono questi soldi.

E' ancora l'oro il protagonista di questa seconda parte dell'articolo, non quello dei vecchi gioielli e dei denti del nonno, ma quello che è ancora sotto terra, quello che ancora va estratto. La Grecia, per chi non lo sapesse, ha anche una grossa e antica miniera d'oro. Nella zona della Chalkidiki ( χαλκός significa rame – la zona si trova a nord della Grecia, vicino a Sallonicco. Le tre penisole di cui una è il famoso Monte Athos, la penisola dei monasteri ) ci sono giacimenti di oro famosi fin dall'antichità.
La zona delle tre penisole della Chalkidiki è una zona di rilevante pregio ambientale, la combinazione tra foreste e mare cristallino ne fa un oasi di bellezza unica.
Sotto queste foreste secolari sono stati stimati giacimenti per 3.590.000 once di oro pari a 102 tonnellate ovvero un valore di mercato di circa 6 miliardi di dollari, inoltre 736.000 tonnellate di rame che hanno più o meno lo stesso valore. Quindi un affare complessivo di circa 12 miliardi di dollari.
Per lunghi periodi lo stato ha dato in gestione l'estrazione dell'oro a varie aziende fino ad arrivare ai giorni d'oggi. Adesso la gestione è dell'azienda Ellenikos Chrissos che è controllata per il 95% dalla Eldorado Gold (multinazionale canadese) e per il 5% dalla AKTOR (un unione di imprese di costruzione greca) che fa riferimento all'impresario Bobolas.



Nelle foto due immagini di manifestazioni nel bosco di Skuria.

Per ogni privatizzazione che vi è stata fino ad oggi in Grecia il copione è stato il solito, si svende al più basso prezzo possibile le ricchezze del paese e i prescelti che se le accaparrano vengono accolti come padroni e come padroni hanno il diritto di fare ciò che vogliono senza alcun rispetto per l'ambiente e la popolazione del posto. Davanti al Dio del denaro e al fantomatico sviluppo va bene tutto, e quando dico tutto, intendo tutto, fino ad arrivare al paradosso dove le parti sono invertite, chi porta il disastro ecologico e la morte è visto come salvatore e chi si oppone cercando di salvaguardare la propria salute e l'ambiente circostante è indicato come irresponsabile, disfattista e terrorista.
Prima della Ellenikos Chrissos l'appalto era stato dato ad un'altra azienda la TVX che nel dicembre del 2003 cesso l'estrazione dichiarando il fallimento e lasciando senza stipendio tutti i lavoratori. Vi furono varie manifestazioni dei minatori ad Atene davanti al ministero del lavoro e alcuni lavoratori si chiusero nella miniera per protesta attuando uno sciopero della fame. Fu in questo clima di emergenza che tre giorni prima che scadesse il bando per il nuovo appalto della miniera, venne formata l'azienda Ellenikos Chrissos. Lo stato assegnò direttamente l'appalto alla neonata azienda senza fare nessuna gara (come invece avrebbe dovuto fare), rilevò i diritti per l'estrazione dei minerali dall'azienda fallita pagandoli 11 milioni di euro e il giorno dopo le cedette alla Ellenikos Chrissos per la stessa cifra. Il nuovo appalto venne presentato dal governo come grande successo, soprattutto perché aveva salvato i posti di lavoro dei minatori. La nuova azienda appaltatrice si aggiudico un affare da 12 miliardi di dollari pagando 11 milioni di euro per i diritti.
In realtà dietro a questo accordo si cela un affare molto sporco, tant'è vero che l'Unione Europea esaminò i passaggi dell'accordo e oltre a trovare molte scorrettezze valutò che lo stato greco aveva di fatto svenduto i diritti estrattivi alla Ellenikos Chrissos. Su questo punto si basa la sentenza dell'Unione Europea che obbliga l'azienda appaltatrice a risarcire lo stato greco per altri 15,3 milioni di euro più gli interessi. Pensate che l'allora ministro dell'economia del governo Pasok, Giorgos Papakostantinou fece ricorso verso questa sentenza dell'Unione Europea evitando così che una azienda privata risarcisse lo stato greco. Di fatto Papakostantinou usò il suo ruolo di ministro e rappresentante dello stato per favorire una azienda privata ai danni dello stato stesso. Da notare che lo stato greco a quel momento era già fallito.
La Ellenikos Chrissos vuole fare due tipi di intervento per l'estrazione, uno in superficie e l'altro nel sottosuolo. Quello in superficie avrà un diametro di 700 metri e una profondità di 200 metri, mentre per l'intervento sotterraneo faranno un tunnel a spirale lungo 25 km che si spingerà fino ad una profondità di 770 metri. Per fare questo verrà prosciugata la zona, verranno deviate le falde acquifere provocando una catastrofe ecologica che non sarà circoscritta alla sola area della miniera.
Ovviamente l'interesse dello stato, che spesso coincide perfettamente con quello dei privati non può stare a sentire le proteste degli abitanti che si vedono inquinare il proprio ambiente con il materiale di risulto, che vedranno aumentare le percentuali di morte da tumore grazie ai prodotti chimici, i metalli pesanti e le particelle che circoleranno nell'atmosfera ecc.. Cosa volete che gli importi delle raccolte di firme, delle fiaccolate, dei cortei e delle giornate di studi sul problema ecologico. Tutto è relativo e soprattutto inferiore all'interesse verso lo sfruttamento dell'ambiente e delle sue risorse.
L'estrazione dell'oro e la successiva raffinazione causano un grande inquinamento, vengono usati prodotti chimici molto pericolosi (cianuro) e soprattutto si produce una grossa quantità di acqua inquinata che poi verrà riversata in mare. Un'attività del genere sarebbe dovuta essere vincolata a stretti parametri ecologici, ad un piano di smaltimento dei rifiuti tossici, a studi sull'impatto ambientale e invece niente di tutto questo viene fatto. Per le imprese che hanno messo le mani sopra a questo affare sarebbe un peccato intaccare i propri profitti rispettando l'ambiente e le popolazioni locali e poi chi se ne frega, queste multinazionali vengono da lontano, quando l'oro sarà finito se ne andranno così come sono arrivate, lasciandosi alle spalle il disastro.
E' ancora l'ex ministro dell'economia Giorgos Papakostantinou che questa volta con il nuovo governo del 2011 veste i panni del ministro dell'ambiente ad approvare i piani di sfruttamento minerario facendo l'ennesimo favore alla Ellenikos Chrissos. Dopo ventuno giorni da ministro dell'ambiente approva la concessione per 1788 acri da destinare alla miniera di Skuria (nel centro di una foresta secolare incontaminata) e da il permesso per avviare le perizie su altri tre potenziali siti da aprire nella zona.
L'ambiente e l'uomo pagheranno un prezzo altissimo per cosa? Per quale motivo? Non si possono nascondere neanche dietro la scusa dello sviluppo. Il prezzo da pagare in termini di danno ambientale è enorme, specie se confrontato con i pochi posti di lavoro che offre. Tutto il resto dell'economia della zona legata alla montagna e ai boschi, il turismo, la pastorizia, le apiculture, la pesca in mare e gli allevamenti di pesce e frutti di mare ecc...saranno definitivamente rovinate da questo intervento. Anche i lavoratori della miniera vedranno distrutto il proprio ambiente, solo che loro avranno uno stipendio in cambio di questa distruzione.
Non c'è nessun investimento fatto sul territorio, non verrà lasciato niente di buono per il futuro, queste aziende sono andate li per levare, per succhiare dalla terra qualcosa a cui l'uomo ha dato un alto potere simbolico legato ai soldi.
Chi si illude che lo stato greco e (in teoria la popolazione greca) abbia una percentuale di guadagno dalle attività estrattive si sbaglia di grosso. Grazie ad una legge fatta durante la Dittatura dei Colonnelli le ditte appaltatrici non sono tenute a dare un centesimo allo stato di tutta la ricchezza che avranno grazie all'estrazione dell'oro. Nessun governo dal 1974 oggi ha cambiato questa legge.

Pochi giorni fa, notte tempo, circa una cinquantina di persone a volto coperto hanno fatto irruzione nello stabilimento e hanno distrutto tutto ciò che si trovavano davanti. Con bottiglie molotov hanno bruciato camion, macchinari e uffici di questo sito estrattivo. Sconosciuti sono gli autori di questa azione che è stata documentata dalle telecamere di sicurezza.
Lo stato che per lungo tempo non ha avuto, né occhi, né orecchie davanti alle proteste degli abitanti si è subito risvegliato e se ancora non conosce gli esecutori del raid notturno, conosce invece bene tutti coloro che hanno posto come primaria la questione ecologica e gli addita come mandanti.



Foto: a sinistra alcuni camion bruciati durante il raid. A destra immagini della miniera.

Dal governo, dove evidentemente vedono il degrado ambientale come naturale evoluzione dello sviluppo si sono lamentati chiedono: Come possiamo pensare che qualcuno venga a investire in Grecia se accadono queste cose? Subito è partita la repressione, arresti, perquisizioni, schedatura di massa verso coloro che con coraggio e costanza hanno difeso per anni il loro ambiente a volto scoperto.
La questione sta creando una sorta di guerra civile nella zona tra chi non accetta la distruzione totale dell'ambiente e la perdita del proprio lavoro grazie alla catastrofe ecologica e chi invece lo ritiene un prezzo equo da pagare per mantenere il proprio posto di minatore o perchè come amministratore pubblico ha un suo personale guadagno da questo investimento privato.
Ancora una volta lo stato non si preoccupa di salvaguardare il proprio territorio e di tutelare la salute dei propri cittadini ma pone come unico e primario interesse la repressione e la criminalizzazione di chi si batte per un altro tipo di sviluppo che non significhi distruzione dell'ambiente.

Per tutti coloro che parlano greco consiglio questo video: http://youtu.be/W64D5MuVFlg

Francesco Moretti, 19 febbraio 2013
sopravvivereingrecia.blogspot.com