Inizia la guerra mediatica, la macchina del fango ha iniziato a funzionare!
Il governo greco rifiuta di continuare il programma della Troika. Nessuno si aspettava che Tsipras tenesse fede alle promesse elettorali. Adesso attaccheranno la Grecia con ogni mezzo necessario, indispensabile la solidarietà di tutti.
Ha scatenato il caos il rifiuto del governo greco a continuare il programma di neoliberismo imposto dalla Troika. E insieme al caos è iniziata anche la guerra mediatica fatta di dichiarazioni dei vari funzionari e politici, mirate a isolare la Grecia nel panorama europeo.
Ciò che per questi burocrati non sta né in cielo né in terra e che veramente ha spiazzato i potenti dell'Europa è l'inedito avvenimento per cui un governo tiene fede alle promesse fatte e contenute nel programma elettorale. Chiudere con l'austerità, fermare il programma neoliberista in Grecia, questo era scritto nel programma che ha portato il Syriza al governo e con enorme stupore e incredulità di tutti...continua ad esserci scritto.
L'interesse sulla questione greca ha subito molti alti e bassi in questi anni, ha raggiunto picchi altissimi ogni qual volta si alzava la tensione, veniva ucciso qualcuno, oppure si avvicinavano le elezioni etc... Ma la vita di tutti, degli uomini e delle donne qui continuava al solito anche senza essere sotto le luci dei riflettori. Per lunghi periodi non se ne parlava neanche sui quotidiani e le televisioni estere. Ma qui andava avanti lo stesso. Anche se qualcuno si stava dimenticando dell'esistenza della Grecia e del suo dramma, anche se in molti non sapevano esattamente cosa vuol dire vivere in un paese dove la Troika ha il controllo assoluto e ogni legge che viene votata viene immediatamente corretta da uno staff di burocrati che decidono la sorte di migliaia di persone aggiungendo o levando uno zero da una cifra, aggiungendo o levando una virgola da una frase.
Austerity si scrive, ma si pronuncia neoliberismo ed è quella corrente economica che privilegia i mercati rispetto alla dignità umana, il profitto rispetto alla vita delle persone.
Quando il prodotto interno di un paese precipita in pochi anni del 25%, per qualcuno all'estero è solo una notizia letta su un giornale, per chi vive in quel paese è un dramma che si manifesta istantaneamente sulla vita reale di tutti i giorni. Vuol dire essere licenziati e quindi perdere l'assistenza sanitaria, non poter più pagare il mutuo della propria casa e rischiare di perderla, non potersi scaldare l'inverno, non avere i soldi minimi necessari per poter provvedere alle spese indispensabili per la propria famiglia etc...e tutto questo viene accompagnato da una serie di provvedimenti e leggi che rendono questa tragedia umanitaria una colpa. Una colpa per cui si viene puniti. Se non hai i soldi per pagare l'energia elettrica che è aumentata del 50% ti viene tagliata e rimani al buio. Non importa se hai figli, se sei malato, se sei un anziano...questi sono problemi che si pone uno stato normale...la Grecia è sotto il controllo della Troika e non c'è più spazio per l'assistenzialismo.
Scopri di essere malato di tumore e hai perso l'assistenza sanitaria perché sei disoccupato. Le spese per alcune delle cure e per un eventuale operazione le devi pagare tu, con i soldi che non hai. Se non li hai, il tuo debito viene comunicato all'ufficio tasse, se questa cifra supera i 5000 euro è previsto l'arresto. Immaginate con quale psicologia un malato in questa situazione affronta il proprio grave problema di salute. Ma questo non riguarda la Troika, perché il programma prevede che la Grecia aumenti la propria competitività, che riduca l'assistenzialismo e che privatizzi quanti più servizi possibili.
L'attuale Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari il sig. Pierre Moscovici alla domanda che gli è stata rivolta dai europarlamentari greci rispetto alla violazione dei diritti umani che provocano le nuove richieste della Troika ha risposto: la Grecia si trova in una speciale zona economica, politica e sociale, intendendo la supervisione della Troika. Dalla risposta si evince che in questo speciale compartimento non valgono le leggi europei e la carta dei fondamentali diritti umani.
Questa risposta è più che eloquente e descrittiva di quanto questa oligarchia di burocrati ha a cuore le sorti di migliaia di persone. I conti devono tornare...i loro conti. I conti nostri, di tutti coloro che da tempo vivono in questa "zona speciale" simile a una gabbia dello zoo, i nostri conti non tornano mai. Per quanti sforzi faccia un comune mortale in Grecia, non c'è verso di farli tornare. Sono migliaia le famiglie che non hanno i soldi per coprire i minimi bisogni.
È in questa "zona speciale" che i governi precedenti hanno visto un occasione d'oro per attuare la politica neoliberista che hanno sempre sognato. Lo stesso Samaras ha dichiarato all'indomani della vittoria elettorale del giugno 2012 "giocheremo in attacco, se la Troika ci chiede di fare otto, noi faremo dieci" e lo si è visto fin troppo chiaramente. Sono state fatte leggi per permettere la svendita dei servizi fondamentali dello stato come l'azienda che produce energia elettrica e la rete idrica, immobili, grossi terreni pubblici, ma anche spiagge, isole e siti archeologici sono stati messi in vendita tramite un agenzia immobiliare governativa chiamata TAIPED che aveva il compito di censire e gestire la vendita delle migliaia di proprietà dello stato. Il popolo greco non solo stava perdendo la dignità di una vita normale, ma gli si stava vendendo anche il terreno sotto i piedi. E tutto questo per cosa? Per niente, perché come al solito queste proprietà si trasformavano in occasioni d'oro per essere acquistate a prezzi irrisori da amici e parenti. Niente di strano, questo è il neoliberismo nella realtà. "Il mercato che si auto regola da solo" è una cavolata che stenta a stare anche nella più teoriche teorie. La realtà è diversa, il neoliberismo privilegia una piccola parte dei persone che aveva e che avrà ancora di più possibilità e soldi da investire. Perché i soldi si fanno con i soldi in questa "zona speciale". Non si fanno più con il lavoro come un tempo ormai remoto. Qui in Grecia, grazie alla Troika gli stipendi sono stati dimezzati e si prevedono ulteriori tagli per il futuro. Chi ha lavorato una vita si trova con una pensione di 350 euro. Tutto questo per "rendere la Grecia competitiva e attraente per gli investitori".
Stupisce e genera il panico nei mercati la decisione del nuovo governo di fermare il programma di privatizzazioni, di chiudere il TAIPED, non vendere più i servizi fondamentali per lo stato come acqua ed energia. Di riassumere tutti coloro che sono stati licenziati violando le leggi e la costituzione greca per "creare competitività".
Uno dei primi interventi del governo Tsipras è stato di riassumere tutte le donne delle pulizie che erano impiegate nei vari uffici e enti del ministero delle finanze e che erano state licenziate per fare posto a ditte private.
Voglio ricordare proprio questo, in questo mare di licenziamenti, perché qui in Grecia queste 500 donne erano diventate il simbolo dell'ingiustizia. Picchiate e tirate per i capelli dalla polizia davanti alle telecamere, le abbiamo viste tante volte in televisione. Compatte, non si sono mai arrese. Una legge del tribunale aveva sancito l'illegalità di questo licenziamento di massa. Ma la legalità, come già detto non trova posto in questa "zona speciale". Verranno riassunte, il governo attuale ha calcolato che con la paga di soli 20 super manager che verranno licenziati e che il governo precedente aveva assunto a contratto negli stessi ministeri sarà possibile pagare gli stipendi di queste 500 donne senza toccare il budget.
Mi preme chiarire che il governo greco non chiede che il proprio debito venga dimenticato, vuole solo che il "problema Grecia" sia discusso con tutte le istituzioni europee e tutti i membri dell'unione. Questi anni passati sotto il controllo della Troika hanno dimostrato che non solo queste misure sono disumane ed insostenibili, ma che non hanno portato a niente.
La Grecia è tutt'ora in una spirale senza fine che la sta portando sempre più a fondo. Aspetta la dose di soldi dalla Comunità Europea come un tossicodipendente aspetta la dose di eroina. Finito l'effetto della dose, sia il tossicodipendente che la Grecia devono tornare alla realtà. Una realtà che non cambia mai in meglio.
Anche il programma di privatizzazioni è inutile e completamente dannoso per la Grecia così com'è stato portato avanti. Il ministro delle finanze Varoufakis non è contrario a privatizzare alcune cose, sicuramente non le risorse primarie dello stato come l'energia e l'acqua, ma altre si.
Il punto è che le privatizzazioni dovrebbero almeno servire a risanare la situazione economica del paese. Mentre invece fino ad ora sono servite solo a svendere il patrimonio pubblico ai soliti noti.
Purtroppo come sappiamo bene, in questa Europa, manca del tutto l'idea di unione. Fino ad oggi i paesi più ricchi hanno guadagnato sulla disgrazia dei paesi più poveri, o meglio, le oligarchie dei ricchi di ogni paese hanno guadagnato sulla disgrazia dei più poveri di ogni paese. E gli interessi a far si che questo continui sono enormi, specialmente per paesi come la Germania che riteneva ormai la Grecia come proprio feudo. L'intento politico del Syriza è di riunificare l'Europa con l'aiuto e il contributo di tutti coloro che riusciranno a capire l'importanza di fare una cosa del genere. Elaborare una nuova Europa dove gli interessi di tutti i popoli siano più rappresentati e non solo quelli dei pochi potenti. Una cosa che appare impossibile, mi rendo conto, ma che è l'unica soluzione realistica.
Per far questo Tsipras ha bisogno della solidarietà degli altri capi di stato, che spesso sono dei "Samaras", e di una cosa ancora più importante, la solidarietà dei popoli.
I cittadini europei che avrebbero un beneficio da un cambiamento del genere sono tanti, come sempre molti di più dei pochi che invece traggono profitto da come vanno adesso le cose. In mano a chi è contrario ad ogni cambiamento ci sono la gran parte dei mezzi di informazione.
Preparatevi a sentire cavolate di grosso calibro, dietro al governo greco ci sarà sempre qualcuno, Putin, Soros, la Cia, la Troika, la Merkel, Al Qaeda e tutto il terrorismo, Mandrake e chi più ne ha più ne metta.
State attenti a ciò che vi verrà detto, "la macchina del fango è entrata in funzione!"
Pagine
Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".
Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.
Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.
sabato 31 gennaio 2015
"Hai appena ucciso la Troika"
Il ministro delle finanze greco rifiuta le imposizioni della Troika
“You Just Killed Troika” Questa è la frase che il capo dell'Euro gruppo Jeroen Dijsselbloem potrebbe aver pronunciato salutando con una imbarazzata stretta di mano il nuovo ministro delle finanze Yanis Varoufakis. La frase non è stata amplificata dai microfoni perché la conferenza era finita, ma è stata sentita dai numerosi presenti. Il ministro greco sembra aver risposto con un "Wow".
È finita così la conferenza in cui il capo dell'Eurogruppo è venuto a chiedere se la Grecia sia intenzionata a proseguire il programma della Troika. Programma con cui negli ultimi anni era stata guidato il paese e che l'ha portato sull'orlo di una crisi umanitaria.
Il ministro Varoufakis nella sua risposta ha ricordato che i governi precedenti avevano assunto la Troika come collaboratori e referenti.
Il nuovo governo è aperto e disponibile ha rinegoziare la propria posizione, a portare avanti gli impegni presi, ha stabilire un programma diverso da quello imposto fino ad oggi dalla Troika, ma questo deve avvenire con tutte le istituzioni legittime dell'Europa. L'attuale governo rifiuta la logica di questo programma che ritiene anti-Europea e quindi si rifiuta di portarlo avanti.
Con questo mandato il popolo greco ha portato il Syriza al governo, ha ricordato Varoufakis, ed in seguito ha chiarito che il governo non accetta di fare nessuna trattativa con la commissione che rappresenta questo programma di neoliberismo.
Il ministro delle finanze greco rifiuta le imposizioni della Troika
“You Just Killed Troika” Questa è la frase che il capo dell'Euro gruppo Jeroen Dijsselbloem potrebbe aver pronunciato salutando con una imbarazzata stretta di mano il nuovo ministro delle finanze Yanis Varoufakis. La frase non è stata amplificata dai microfoni perché la conferenza era finita, ma è stata sentita dai numerosi presenti. Il ministro greco sembra aver risposto con un "Wow".
È finita così la conferenza in cui il capo dell'Eurogruppo è venuto a chiedere se la Grecia sia intenzionata a proseguire il programma della Troika. Programma con cui negli ultimi anni era stata guidato il paese e che l'ha portato sull'orlo di una crisi umanitaria.
Il ministro Varoufakis nella sua risposta ha ricordato che i governi precedenti avevano assunto la Troika come collaboratori e referenti.
Il nuovo governo è aperto e disponibile ha rinegoziare la propria posizione, a portare avanti gli impegni presi, ha stabilire un programma diverso da quello imposto fino ad oggi dalla Troika, ma questo deve avvenire con tutte le istituzioni legittime dell'Europa. L'attuale governo rifiuta la logica di questo programma che ritiene anti-Europea e quindi si rifiuta di portarlo avanti.
Con questo mandato il popolo greco ha portato il Syriza al governo, ha ricordato Varoufakis, ed in seguito ha chiarito che il governo non accetta di fare nessuna trattativa con la commissione che rappresenta questo programma di neoliberismo.
mercoledì 28 gennaio 2015
Perché il Syriza si è alleato con un partito di destra?
La situazione greca spiegata ai bambini. Articolo didascalico teso a fare chiarezza.
Dalla formazione del nuovo governo greco non c'è stato italiano con cui ho parlato che non mi abbia chiesto informazioni e chiarimenti sugli alleati di governo di Syriza. Per questo e per altri motivi è con una certa urgenza che vado a scrivere quanto segue.
Come tutti oramai sapranno, il Syriza, nonostante lo storico risultato elettorale che ha avuto domenica (ricordo a tutti che ha raccolto più del 36% dei voti), non ha raggiunto quel numero di seggi parlamentari che gli avrebbe permesso di governare in autonomia il paese. La quota di seggi minimi per governare da solo sarebbe stata 151, mentre con il suo 36% dei voti si è fermato a 149. Questo rende indispensabile un alleanza di governo con un altro partito.
Ovviamente questa alleanza il Syriza può farla con un partito tra quelli che hanno passato lo sbarramento del 3% e che adesso si trovano rappresentati in parlamento.
Oltre al Syriza, che ha come gia detto 149 seggi, si trovano in parlamento Nea Dimokratia con 77 seggi, che come ben sapete è il maggiore partito del governo uscente, Chrisi Avghi, terzo partito con 17 seggi, Potami, con 16 seggi, KKE, con 15 seggi, Pasok, altro partito di governo uscente con 13 seggi, e Anexartiti Ellines, con 13 seggi.
Da quel che ho capito, grazie alle domande e i chiarimenti che i miei concittadini mi hanno richiesto, la grande preoccupazione è sul come sia possibile che il Syriza abbia fatto un alleanza con un partito di destra. Questo lo capisco benissimo perché da italiano riesco subito a contestualizzarlo nell'assetto politico che molto volte ha caratterizzato il mio paese e nel sentimento che tale inutile politica provoca in ogni persona sensibile e speranzosa in un mondo migliore di questo.
Penso senz'ombra di dubbio che tutte le preoccupazioni nascono da questo e che tutti gli italiani che hanno sperato in una vittoria del Syriza in Grecia, una volta appresa la notizia dell'alleanza con gli Anexartites Ellines, vedono vanificata la vittoria della sinistra.
Tranquillizzatevi, perché non è così. E adesso vi spiego perché.
Andiamo però prima a vedere quali altre possibilità avrebbe avuto il Syriza per allearsi con un altro partito. Inizio con il partito che secondo me ogni italiano non ben informato avrebbe pensato utile e probabile per un alleanza col partito di Alexis Tsipras, il partito comunista greco KKE.
È chiaro che se non lo si conosce, si è portati a pensare che due partiti di sinistra, specialmente in questo tremendo scenario di crisi, siano portati naturalmente a collaborare per opporsi alle politiche neo-liberiste che hanno affossato il popolo greco fino ad oggi. Invece no. Per chi non ne è a conoscenza, è bene che sappia che il KKE è un partito retrogrado e conservatore, i propri militanti sono più vicini a degli adepti di una setta che a dei compagni. Si fa fatica a parlarci, e quando veramente con fatica riesci a farlo, ti accorgi che sono conservatori, nazionalisti, attaccati alla tradizione e ottusi. Il loro comunismo si manifesta in una piatta teoria economica che sembra essere fuori da ogni contesto. Non hanno fatto un millimetro di evoluzione culturale e ancora oggi sono omofobi e proibizionisti. Il loro elettorato, non si distingue affatto dalle scelte sociali degli altri, specialmente quando queste scelte potrebbero in qualche modo caratterizzarli come diversi dalla massa. Per fare un esempio, quasi nessuno di loro rifiuta i riti della religione ortodossa, quindi battezzano i propri figli, si sposano in chiesa e così via, vedono cioè nella religione una tradizione popolare e quindi non la mettono in discussione perché...è importante essere vicini al popolo. Forse tra tutte è il nazionalismo la loro piaga peggiore anche se è veramente difficile scegliere. Si identificano ancora con Stalin e non hanno nessun rapporto con gli altri partiti comunisti di Europa. Nel parlamento saranno quindi all'opposizione e come ho già scritto in un articolo precedente, sicuramente sperano che questo governo cada e che ne torni un altro come quello di Samaras, per tornare ad avere un senso come partito. La loro logica sembra essere "tanto peggio, tanto meglio". Prima delle elezioni, Alexis Tsipras aveva aperto al KKE per un eventuale appoggio ad un governo di sinistra e il loro capo ha respinto ogni ipotesi in merito, rispondendo con acida ironia.
Nea Dimokratia è il partito di Samaras e insieme ai socialisti del Pasok di Venizellos non li prendo neanche in considerazione. Ciò che dovevano fare al governo l'hanno già fatto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Per i nazisti di Chrisi Avghi, neanche perdo tempo a dire perché il Syriza non può collaborarci.
Rimane il Potami. Chi sono? Sono un nuovo partito che sono stati fondati negli ultimi mesi per contrastare l'ascesa del Syriza. Hanno alla guida un giornalista che proviene da uno dei canali privati più sputtanati. Con grande aiuto dei media hanno avuto un relativo buon risultato elettorale.
Sono fondamentalmente di destra, specialmente per i temi che riguardano l'economia, sostengono il memorandum e ritengono che la Grecia debba seguire la strada imposta dalla Troika in tutto e per tutto. Vedendo il loro elettorato e alcuni dei loro candidati, a noi italiani, ci viene immediatamente in mente un giovane e rampante politico toscano, di cui adesso mi sfugge il nome, ma che è noto per essere un fighetto che si diverte a farsi i selfie con il telefonino. La loro politica è caratterizzata dall'apolitica, l'unica cosa positiva che posso vedere in loro è che pur essendo di destra, appartengono a una destra liberale che si differenzia da quella di Nea Dimokratia perché non è cosi bigotta, fanatica e fascista.
Rimangono gli Anexartiti Ellines, capitanati da Panos Kammenos. Sono coloro che con i loro 13 seggi sosterranno il governo Syriza. È vero che sono di destra, anche se non tutti. Questo non lo si può negare ed appare evidente soprattutto quando ci troviamo davanti alle questioni relativa alla religione, al nazionalismo etc... Bisogna però dire che riguardo alle questioni economiche hanno avuto una posizione molto chiara da subito. Sono contro il memorandum e proprio su queste questioni si sono da tempo divisi da Nea Dimokratia. Sono fino ad ora stati all'opposizione e sono gli unici che da principio hanno dichiarato apertamente che avrebbero collaborato con il Syriza.
In Europa, così come stanno le cose, ovviamente la stampa e la televisione hanno interesse ha presentare questo nuovo governo come un potenziale fallimento, come un ibrido e quindi assomigliante a tante altre schifezze che vedono insieme centro destra e centro sinistra. Ciò che probabilmente si teme di più è l'effetto Grecia. Cioè un'ondata di ottimismo, un cattivo esempio che dimostri ad altri popoli d'Europa che l'austerity non è l'unico modello possibile da seguire.
Voglio sottolineare che la Grecia è un paese di destra. Anche se le percentuali di voti che il Syriza ha ricevuto lo hanno portato ad essere il primo partito, bisogna considerare che in queste elezioni sono stati tanti gli elettori di destra che hanno votato sinistra perché stanchi e delusi dalla tremenda politica di Samaras. Inoltre tutti gli altri partiti sono più o meno assimilabili alla destra, con punte di eccezione come Chrisi Avghi che ha raccolto il 6,28% di voti. Sono tanti, troppo per un partito che si ispira al nazismo. Questo non è ancora tutto, pensate che si stima che almeno il 60% della polizia sia attualmente simpatizzanti di questo partito e così è per l'esercito. Questo forse, vi fa capire un po' meglio la situazione e vi fa capire anche che questa gentaglia non è per niente contenta di come siano andate le cose a queste elezioni. Considerate inoltre la ricca tradizione di colpi di stato che la Grecia si porta dietro e gli interessi dei poteri forti Europei (democratici solo a parole) che potrebbero incentivare queste spinte reazionarie.
Non dimenticate inoltre che la Grecia si trova da sempre in una sorta di guerra fredda con la Turchia, che ha avuto notevoli e annose questioni con la Macedonia e che far aumentare la tensione in questa area geografica potrebbe essere una delle tecniche usate per ricattare la Grecia.
Detto questo, penso che sia più chiaro per tutti che una componente di destra, con cui il Syriza può collaborare su molti temi economici e che si è rivelata fino ad ora abbastanza aperta a digerire le differenze culturali con la sinistra, possa servire a gestire un po' meglio quella parte di Grecia bigotta e ipocondriaca. Un ministro della difesa che proviene dall'area degli Anexartiti Ellines saprà sicuramente parlare e relazionarsi con quelle aree ostili alla sinistra, riducendo al minimo possibile l'attrito.
In fine ricordiamoci che il Syriza ha 149 parlamentari e gli Anexartiti Ellines 13.
La situazione greca spiegata ai bambini. Articolo didascalico teso a fare chiarezza.
Dalla formazione del nuovo governo greco non c'è stato italiano con cui ho parlato che non mi abbia chiesto informazioni e chiarimenti sugli alleati di governo di Syriza. Per questo e per altri motivi è con una certa urgenza che vado a scrivere quanto segue.
Come tutti oramai sapranno, il Syriza, nonostante lo storico risultato elettorale che ha avuto domenica (ricordo a tutti che ha raccolto più del 36% dei voti), non ha raggiunto quel numero di seggi parlamentari che gli avrebbe permesso di governare in autonomia il paese. La quota di seggi minimi per governare da solo sarebbe stata 151, mentre con il suo 36% dei voti si è fermato a 149. Questo rende indispensabile un alleanza di governo con un altro partito.
Ovviamente questa alleanza il Syriza può farla con un partito tra quelli che hanno passato lo sbarramento del 3% e che adesso si trovano rappresentati in parlamento.
Oltre al Syriza, che ha come gia detto 149 seggi, si trovano in parlamento Nea Dimokratia con 77 seggi, che come ben sapete è il maggiore partito del governo uscente, Chrisi Avghi, terzo partito con 17 seggi, Potami, con 16 seggi, KKE, con 15 seggi, Pasok, altro partito di governo uscente con 13 seggi, e Anexartiti Ellines, con 13 seggi.
Da quel che ho capito, grazie alle domande e i chiarimenti che i miei concittadini mi hanno richiesto, la grande preoccupazione è sul come sia possibile che il Syriza abbia fatto un alleanza con un partito di destra. Questo lo capisco benissimo perché da italiano riesco subito a contestualizzarlo nell'assetto politico che molto volte ha caratterizzato il mio paese e nel sentimento che tale inutile politica provoca in ogni persona sensibile e speranzosa in un mondo migliore di questo.
Penso senz'ombra di dubbio che tutte le preoccupazioni nascono da questo e che tutti gli italiani che hanno sperato in una vittoria del Syriza in Grecia, una volta appresa la notizia dell'alleanza con gli Anexartites Ellines, vedono vanificata la vittoria della sinistra.
Tranquillizzatevi, perché non è così. E adesso vi spiego perché.
Andiamo però prima a vedere quali altre possibilità avrebbe avuto il Syriza per allearsi con un altro partito. Inizio con il partito che secondo me ogni italiano non ben informato avrebbe pensato utile e probabile per un alleanza col partito di Alexis Tsipras, il partito comunista greco KKE.
È chiaro che se non lo si conosce, si è portati a pensare che due partiti di sinistra, specialmente in questo tremendo scenario di crisi, siano portati naturalmente a collaborare per opporsi alle politiche neo-liberiste che hanno affossato il popolo greco fino ad oggi. Invece no. Per chi non ne è a conoscenza, è bene che sappia che il KKE è un partito retrogrado e conservatore, i propri militanti sono più vicini a degli adepti di una setta che a dei compagni. Si fa fatica a parlarci, e quando veramente con fatica riesci a farlo, ti accorgi che sono conservatori, nazionalisti, attaccati alla tradizione e ottusi. Il loro comunismo si manifesta in una piatta teoria economica che sembra essere fuori da ogni contesto. Non hanno fatto un millimetro di evoluzione culturale e ancora oggi sono omofobi e proibizionisti. Il loro elettorato, non si distingue affatto dalle scelte sociali degli altri, specialmente quando queste scelte potrebbero in qualche modo caratterizzarli come diversi dalla massa. Per fare un esempio, quasi nessuno di loro rifiuta i riti della religione ortodossa, quindi battezzano i propri figli, si sposano in chiesa e così via, vedono cioè nella religione una tradizione popolare e quindi non la mettono in discussione perché...è importante essere vicini al popolo. Forse tra tutte è il nazionalismo la loro piaga peggiore anche se è veramente difficile scegliere. Si identificano ancora con Stalin e non hanno nessun rapporto con gli altri partiti comunisti di Europa. Nel parlamento saranno quindi all'opposizione e come ho già scritto in un articolo precedente, sicuramente sperano che questo governo cada e che ne torni un altro come quello di Samaras, per tornare ad avere un senso come partito. La loro logica sembra essere "tanto peggio, tanto meglio". Prima delle elezioni, Alexis Tsipras aveva aperto al KKE per un eventuale appoggio ad un governo di sinistra e il loro capo ha respinto ogni ipotesi in merito, rispondendo con acida ironia.
Nea Dimokratia è il partito di Samaras e insieme ai socialisti del Pasok di Venizellos non li prendo neanche in considerazione. Ciò che dovevano fare al governo l'hanno già fatto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Per i nazisti di Chrisi Avghi, neanche perdo tempo a dire perché il Syriza non può collaborarci.
Rimane il Potami. Chi sono? Sono un nuovo partito che sono stati fondati negli ultimi mesi per contrastare l'ascesa del Syriza. Hanno alla guida un giornalista che proviene da uno dei canali privati più sputtanati. Con grande aiuto dei media hanno avuto un relativo buon risultato elettorale.
Sono fondamentalmente di destra, specialmente per i temi che riguardano l'economia, sostengono il memorandum e ritengono che la Grecia debba seguire la strada imposta dalla Troika in tutto e per tutto. Vedendo il loro elettorato e alcuni dei loro candidati, a noi italiani, ci viene immediatamente in mente un giovane e rampante politico toscano, di cui adesso mi sfugge il nome, ma che è noto per essere un fighetto che si diverte a farsi i selfie con il telefonino. La loro politica è caratterizzata dall'apolitica, l'unica cosa positiva che posso vedere in loro è che pur essendo di destra, appartengono a una destra liberale che si differenzia da quella di Nea Dimokratia perché non è cosi bigotta, fanatica e fascista.
Rimangono gli Anexartiti Ellines, capitanati da Panos Kammenos. Sono coloro che con i loro 13 seggi sosterranno il governo Syriza. È vero che sono di destra, anche se non tutti. Questo non lo si può negare ed appare evidente soprattutto quando ci troviamo davanti alle questioni relativa alla religione, al nazionalismo etc... Bisogna però dire che riguardo alle questioni economiche hanno avuto una posizione molto chiara da subito. Sono contro il memorandum e proprio su queste questioni si sono da tempo divisi da Nea Dimokratia. Sono fino ad ora stati all'opposizione e sono gli unici che da principio hanno dichiarato apertamente che avrebbero collaborato con il Syriza.
In Europa, così come stanno le cose, ovviamente la stampa e la televisione hanno interesse ha presentare questo nuovo governo come un potenziale fallimento, come un ibrido e quindi assomigliante a tante altre schifezze che vedono insieme centro destra e centro sinistra. Ciò che probabilmente si teme di più è l'effetto Grecia. Cioè un'ondata di ottimismo, un cattivo esempio che dimostri ad altri popoli d'Europa che l'austerity non è l'unico modello possibile da seguire.
Voglio sottolineare che la Grecia è un paese di destra. Anche se le percentuali di voti che il Syriza ha ricevuto lo hanno portato ad essere il primo partito, bisogna considerare che in queste elezioni sono stati tanti gli elettori di destra che hanno votato sinistra perché stanchi e delusi dalla tremenda politica di Samaras. Inoltre tutti gli altri partiti sono più o meno assimilabili alla destra, con punte di eccezione come Chrisi Avghi che ha raccolto il 6,28% di voti. Sono tanti, troppo per un partito che si ispira al nazismo. Questo non è ancora tutto, pensate che si stima che almeno il 60% della polizia sia attualmente simpatizzanti di questo partito e così è per l'esercito. Questo forse, vi fa capire un po' meglio la situazione e vi fa capire anche che questa gentaglia non è per niente contenta di come siano andate le cose a queste elezioni. Considerate inoltre la ricca tradizione di colpi di stato che la Grecia si porta dietro e gli interessi dei poteri forti Europei (democratici solo a parole) che potrebbero incentivare queste spinte reazionarie.
Non dimenticate inoltre che la Grecia si trova da sempre in una sorta di guerra fredda con la Turchia, che ha avuto notevoli e annose questioni con la Macedonia e che far aumentare la tensione in questa area geografica potrebbe essere una delle tecniche usate per ricattare la Grecia.
Detto questo, penso che sia più chiaro per tutti che una componente di destra, con cui il Syriza può collaborare su molti temi economici e che si è rivelata fino ad ora abbastanza aperta a digerire le differenze culturali con la sinistra, possa servire a gestire un po' meglio quella parte di Grecia bigotta e ipocondriaca. Un ministro della difesa che proviene dall'area degli Anexartiti Ellines saprà sicuramente parlare e relazionarsi con quelle aree ostili alla sinistra, riducendo al minimo possibile l'attrito.
In fine ricordiamoci che il Syriza ha 149 parlamentari e gli Anexartiti Ellines 13.
martedì 27 gennaio 2015
Il nuovo Primo Ministro giura sulla Costituzione e non sul Vangelo
Simbologia di rottura nell'estetica del Mangas
Alexis Tsipra è entrato in carica come primo ministro del nuovo governo e come tale ha giurato davanti al Presidente della Democrazia Carolos Papulias. Ma questo rito che da anni ed anni si ripete alla formazione di ogni governo, questa volta è stato un po' diverso dal solito.
Infatti, Alexis Tsipras, che è il più giovane primo ministro della repubblica greca, ha giurato la propria fedeltà allo stato che andrà a condurre ponendo la propria mano sulla Carta Costituzionale e non come è successo fino ad oggi, ponendola sul Vangelo.
Ha cioè voluto usare un rito laico di giuramento e non il solito rito religioso.
A dimostrato di essere "Mangas" come si dice qui in Grecia quando qualcuno alza la testa, va contro corrente, rompe le regole. Questa parola che viene dalla cultura della musica "Rebetika" e che per molti italiani resta, nel senso più profondo incomprensibile, descrive bene per i greci ciò che ha fatto Tsipras.
Da notare che la possibilità di giurare sulla Costituzione è sempre stata alla portata di tutti, ma ogni primo ministro precedente a Tsipras non l'ha neanche presa in considerazione. Tutti i capi di governo succedutesi fino all'attuale, si sono voluti uniformare alla massa, avendo paura del giudizio del greco medio, del clero e soprattutto paura di essere diversi. Non è una questione di credo, anche tanti altri politici, (praticamente tutti) si sono dimostrati ampiamente distanti e sprezzanti dei dettami religiosi indicati dal Vangelo, ma è sempre stato più che sufficiente scimmiottare davanti al proprio popolo questo rito religioso, per essere visti da tutti come un pezzo della massa.
Certo che è una cosa simbolica. Ma come ogni cosa simbolica è un piccolo gesto che ha una grande forza comunicativa. Con questo nuovo ed inedito modo di esprimere fedeltà alla Democrazia Greca Alexis Tsipras mostra a tutti che si può essere diversi, innovativi e soprattutto non ipocriti.
Essere diversi dalla massa è ancora un grosso tabù in Grecia per la stragrande maggioranza delle persone. Ancora oggi essere greci significa automaticamente essere cristiani ortodossi e quindi seguire tutte le tradizioni che la chiesa vuole. Dal battesimo al matrimonio. Non importa il proprio credo o non credo, per molti battezzare i propri figli, sposarsi in chiesa, andare una volta l'anno a messa è una maniera di uniformarsi alla massa, di allontanare la paura di essere diversi. In molti continuano a giustificarsi dicendo che "lo si fa per la nonna", per la "vecchia zia", per il "paese", ma in realtà tutti lo fanno per il terrore di essere giudicati dal prossimo.
La Grecia è uno stato confessionale dove la divisione tra stato e chiesa non è ancora avvenuta e chissà se avverrà. Dimostrare di poter prendere altre vie, di poter essere diversi è una lezione grossa verso il popolo greco, se pur sul terreno simbolico Alexis Tsipras ha indicato una nuovo modo di iniziare, di presentarsi alle istituzioni e se vogliamo anche un modo più giusto di essere primo ministro di tutti. Anche della minoranza greco musulmana, greco cattolica etc...
Questa mania di identificare la propria tradizione con la religione e con tutti i suoi riti è un problema che anche il KKE non ha ancora risolto. Il partito comunista greco resta attaccato alla tradizione e al nazionalismo, si dimostra retrogrado e conservatore su tantissimi temi. Il comunismo che professa è solamente una piatta teoria economica che non offre niente di innovativo culturalmente e nel modo di essere. Non è stata mai fatta o semplicemente proposta una rivoluzione culturale da questo partito di mummie. E anche adesso, davanti al cambiamento che il popolo greco ha scelto di fare, rischiando, esponendosi, tra mille insicurezze e mille dubbi, il KKE si rifiuta di essere coinvolto dalla storia. Arroccato nelle proprie posizioni "medievali" gira le spalle al popolo greco tartassato da anni di dura crisi economica. Per questo comportamento assurdo, nonostante i licenziamenti di massa, gli stenti economici, la fame, l'assenza di sanità e i tagli degli stipendi etc.. il KKE partito comunista greco è rimasto sempre e soltanto un piccolo partito. Le proprie percentuali sono variate di poco, sono sempre e solo i soliti a votarlo. Come una religione. Come un dogma.
Con ironia il segretario del KKE ha respinto l'apertura del Syriza ad una collaborazione ed un appoggio al governo. Il KKE sarà anche questa volta all'opposizione. Magari con la speranza che questo governo cada, che ne segua un altro come il precedente, come quello che ha portato la Grecia in questa situazione. Per potersi sentire un po' meno inutili di quanto siano adesso, per poter ristabilire questa marcia logica del "tanto peggio, tanto meglio" che tanto piace al KKE.
Nella stessa giornata, poche ore dopo del giuramento sulla costituzione, Alexis Tsipras ha voluto essere di nuovo diverso, di nuovo fortemente comunicativo sul piano simbolico. In genere tutti i primi ministri che prendono la guida dei nuovi governi pongono una corona di alloro all'altare del Milite Ignoto che si trova davanti al parlamento. Il più giovane primo ministro che lo stato greco ha visto fino ad oggi ha voluto di nuovo diversificarsi, ed ha posto la propria corona di alloro a Kesariani, allo Skopeftirio il luogo dove i tedeschi uccisero più di 200 partigiani della resistenza greca.
Un modo per sottolineare la propria diversità, le proprie radici culturali, la propria tradizione davanti a tutti i greci, perché tutti i greci furono vittime del nazismo, ma in particolare davanti a quella parte di popolo che nella tradizione e nella storia di questo paese non si arrende e non si arrese.
Seguendo il link si possono vedere i due video correlati all'articolo.
Giuramento da primo ministro
Kesariani, omaggio alle vittime del nazismo
Simbologia di rottura nell'estetica del Mangas
Alexis Tsipra è entrato in carica come primo ministro del nuovo governo e come tale ha giurato davanti al Presidente della Democrazia Carolos Papulias. Ma questo rito che da anni ed anni si ripete alla formazione di ogni governo, questa volta è stato un po' diverso dal solito.
Infatti, Alexis Tsipras, che è il più giovane primo ministro della repubblica greca, ha giurato la propria fedeltà allo stato che andrà a condurre ponendo la propria mano sulla Carta Costituzionale e non come è successo fino ad oggi, ponendola sul Vangelo.
Ha cioè voluto usare un rito laico di giuramento e non il solito rito religioso.
A dimostrato di essere "Mangas" come si dice qui in Grecia quando qualcuno alza la testa, va contro corrente, rompe le regole. Questa parola che viene dalla cultura della musica "Rebetika" e che per molti italiani resta, nel senso più profondo incomprensibile, descrive bene per i greci ciò che ha fatto Tsipras.
Da notare che la possibilità di giurare sulla Costituzione è sempre stata alla portata di tutti, ma ogni primo ministro precedente a Tsipras non l'ha neanche presa in considerazione. Tutti i capi di governo succedutesi fino all'attuale, si sono voluti uniformare alla massa, avendo paura del giudizio del greco medio, del clero e soprattutto paura di essere diversi. Non è una questione di credo, anche tanti altri politici, (praticamente tutti) si sono dimostrati ampiamente distanti e sprezzanti dei dettami religiosi indicati dal Vangelo, ma è sempre stato più che sufficiente scimmiottare davanti al proprio popolo questo rito religioso, per essere visti da tutti come un pezzo della massa.
Certo che è una cosa simbolica. Ma come ogni cosa simbolica è un piccolo gesto che ha una grande forza comunicativa. Con questo nuovo ed inedito modo di esprimere fedeltà alla Democrazia Greca Alexis Tsipras mostra a tutti che si può essere diversi, innovativi e soprattutto non ipocriti.
Essere diversi dalla massa è ancora un grosso tabù in Grecia per la stragrande maggioranza delle persone. Ancora oggi essere greci significa automaticamente essere cristiani ortodossi e quindi seguire tutte le tradizioni che la chiesa vuole. Dal battesimo al matrimonio. Non importa il proprio credo o non credo, per molti battezzare i propri figli, sposarsi in chiesa, andare una volta l'anno a messa è una maniera di uniformarsi alla massa, di allontanare la paura di essere diversi. In molti continuano a giustificarsi dicendo che "lo si fa per la nonna", per la "vecchia zia", per il "paese", ma in realtà tutti lo fanno per il terrore di essere giudicati dal prossimo.
La Grecia è uno stato confessionale dove la divisione tra stato e chiesa non è ancora avvenuta e chissà se avverrà. Dimostrare di poter prendere altre vie, di poter essere diversi è una lezione grossa verso il popolo greco, se pur sul terreno simbolico Alexis Tsipras ha indicato una nuovo modo di iniziare, di presentarsi alle istituzioni e se vogliamo anche un modo più giusto di essere primo ministro di tutti. Anche della minoranza greco musulmana, greco cattolica etc...
Questa mania di identificare la propria tradizione con la religione e con tutti i suoi riti è un problema che anche il KKE non ha ancora risolto. Il partito comunista greco resta attaccato alla tradizione e al nazionalismo, si dimostra retrogrado e conservatore su tantissimi temi. Il comunismo che professa è solamente una piatta teoria economica che non offre niente di innovativo culturalmente e nel modo di essere. Non è stata mai fatta o semplicemente proposta una rivoluzione culturale da questo partito di mummie. E anche adesso, davanti al cambiamento che il popolo greco ha scelto di fare, rischiando, esponendosi, tra mille insicurezze e mille dubbi, il KKE si rifiuta di essere coinvolto dalla storia. Arroccato nelle proprie posizioni "medievali" gira le spalle al popolo greco tartassato da anni di dura crisi economica. Per questo comportamento assurdo, nonostante i licenziamenti di massa, gli stenti economici, la fame, l'assenza di sanità e i tagli degli stipendi etc.. il KKE partito comunista greco è rimasto sempre e soltanto un piccolo partito. Le proprie percentuali sono variate di poco, sono sempre e solo i soliti a votarlo. Come una religione. Come un dogma.
Con ironia il segretario del KKE ha respinto l'apertura del Syriza ad una collaborazione ed un appoggio al governo. Il KKE sarà anche questa volta all'opposizione. Magari con la speranza che questo governo cada, che ne segua un altro come il precedente, come quello che ha portato la Grecia in questa situazione. Per potersi sentire un po' meno inutili di quanto siano adesso, per poter ristabilire questa marcia logica del "tanto peggio, tanto meglio" che tanto piace al KKE.
Nella stessa giornata, poche ore dopo del giuramento sulla costituzione, Alexis Tsipras ha voluto essere di nuovo diverso, di nuovo fortemente comunicativo sul piano simbolico. In genere tutti i primi ministri che prendono la guida dei nuovi governi pongono una corona di alloro all'altare del Milite Ignoto che si trova davanti al parlamento. Il più giovane primo ministro che lo stato greco ha visto fino ad oggi ha voluto di nuovo diversificarsi, ed ha posto la propria corona di alloro a Kesariani, allo Skopeftirio il luogo dove i tedeschi uccisero più di 200 partigiani della resistenza greca.
Un modo per sottolineare la propria diversità, le proprie radici culturali, la propria tradizione davanti a tutti i greci, perché tutti i greci furono vittime del nazismo, ma in particolare davanti a quella parte di popolo che nella tradizione e nella storia di questo paese non si arrende e non si arrese.
Seguendo il link si possono vedere i due video correlati all'articolo.
Giuramento da primo ministro
Kesariani, omaggio alle vittime del nazismo
lunedì 26 gennaio 2015
Accordo per il nuovo governo.
Il Syriza non ha raggiunto la maggioranza assoluta. Ha raccolto più del 36% di voti. Un risultato inaspettato ed ottimo che però si traduce in 149 seggi parlamentari che non sono abbastanza per governare da solo. Ricordo a tutti che il limite minimo per governare in maniera autonoma è 151 seggi.
Notizia di stamani è la collaborazione con il partito Anexartiti Ellines, un partito creatosi dalla scissione di Nea Dimokrazia che da vari anni è all'opposizione del governo Samaras. Per quanto riguarda i temi economici è compatibile con il Syriza. Per le altre importanti tematiche che riguardano più la sfera sociale, ha alle volte posizioni incompatibili e piuttosto conservative.
Vedremo come si evolveranno le cose. Comunque l'accordo tra Alexis Tsipras e Panos Kammenos (alla guida del Anexartites Ellines) c'è e le procedure per la formazione del nuovo governo vanno avanti.
Il Syriza non ha raggiunto la maggioranza assoluta. Ha raccolto più del 36% di voti. Un risultato inaspettato ed ottimo che però si traduce in 149 seggi parlamentari che non sono abbastanza per governare da solo. Ricordo a tutti che il limite minimo per governare in maniera autonoma è 151 seggi.
Notizia di stamani è la collaborazione con il partito Anexartiti Ellines, un partito creatosi dalla scissione di Nea Dimokrazia che da vari anni è all'opposizione del governo Samaras. Per quanto riguarda i temi economici è compatibile con il Syriza. Per le altre importanti tematiche che riguardano più la sfera sociale, ha alle volte posizioni incompatibili e piuttosto conservative.
Vedremo come si evolveranno le cose. Comunque l'accordo tra Alexis Tsipras e Panos Kammenos (alla guida del Anexartites Ellines) c'è e le procedure per la formazione del nuovo governo vanno avanti.
domenica 25 gennaio 2015
Ancora incerta la autonomia di governo per il Syriza
Qui in Grecia si respira un atmosfera euforica. Ciò che è successo questa sera ha dell'incredibile e a molti non sembra ancora vero. Migliaia di persone sono incollate alle televisioni e ascoltano con attenzione i riultati che scorrono su gli schermi in rapida evoluzione. In questo momento sono state scrutinate circa il 40% delle scede e si inizia ad avere un immagine del dato reale.
Le cose sono andate molto bene e al disopra delle aspettative. Non è ancora sicuro tuttavia se il Syriza potrà fare un governo da solo, cioè senza dover fare alleanze con altri partiti. Per governare ha bisogno di 151 seggi, al momento ne sono stimati 150. Non è ancora detta l'ultima parola, a secondo di come andranno le cose a fine del conteggio dei voti. Questi 150 seggi potranno essere 149 oppure diventare 151. Questa variazione del dato dipende da quanti partiti passeranno lo sbarramento del 3%, per esempio in questo momento il nuovo partito Kidiso (Kinima Dimokraton Socialiston - Movimento dei Social Democratici) fondato circa una ventina di giorni fa da Giorgos Papandreou è al 2,5% e si posiziona al limite della soglia. Non sappiamo ancora se entrerà in parlamento, se dovesse entrare, questo metterebbe a serio rischio un governo autonomo del Syriza.
Il KKE, i comunisti greci che ha più o meno il 5% è praticamente inutile per qualsiasi collaborazione con il Syriza. Non vanno assolutamente confusi con un qualsiasi altro partito comunista europeo. Vedono il Syriza come antagonista e lo odiano in quanto lo ritengano la diretta concorrenza. Molti militanti del Syriza si sono impegnati in questi anni nei movimenti di solidarietà, nelle strutture autorganizzate, nelle assemblee di quartiere che hanno portato all'organizzazione diretta di ambulatori autogestiti, mense sociali etc...molto spesso a stretto contatto con aree antiautoritarie e libertarie. Si sono saputi confrontare con le pratiche autogestionarie. Invece i comunisti greci del KKE che da sempre amano stare solo e soltanto all'opposizione sostenendo la filosofia del "tanto peggio, tanto meglio", ricevono ordini esclusivamente dai vertici del partito e sono arroccati su posizioni "medievali". Non hanno assolutamente mai preso parte a nessun movimento.
Gli altri partiti sono molto diversi dal Syriza e con molti di loro sarà difficile un eventuale collaborazione. Per questo sarebbe importante che il Syriza ottenesse una autonomia di governo.
Comunque, questo lo sapremo tra qualche ora, al più tardi domani. Ciò che è successo in Grecia è una cosa che stupisce i greci stessi e la speranza è che proprio dalla Grecia parta un nuovo vento di cambiamento che influenzi tutta l'Europa. A guastare un po' la festa è il 6,4% di Chrisi Avghi il che dimostra che nonostante le cose siano cambiate molto in Grecia c'è ancora parecchio lavoro culturale da fare per estirpare il fascismo dalla società.
Qui in Grecia si respira un atmosfera euforica. Ciò che è successo questa sera ha dell'incredibile e a molti non sembra ancora vero. Migliaia di persone sono incollate alle televisioni e ascoltano con attenzione i riultati che scorrono su gli schermi in rapida evoluzione. In questo momento sono state scrutinate circa il 40% delle scede e si inizia ad avere un immagine del dato reale.
Le cose sono andate molto bene e al disopra delle aspettative. Non è ancora sicuro tuttavia se il Syriza potrà fare un governo da solo, cioè senza dover fare alleanze con altri partiti. Per governare ha bisogno di 151 seggi, al momento ne sono stimati 150. Non è ancora detta l'ultima parola, a secondo di come andranno le cose a fine del conteggio dei voti. Questi 150 seggi potranno essere 149 oppure diventare 151. Questa variazione del dato dipende da quanti partiti passeranno lo sbarramento del 3%, per esempio in questo momento il nuovo partito Kidiso (Kinima Dimokraton Socialiston - Movimento dei Social Democratici) fondato circa una ventina di giorni fa da Giorgos Papandreou è al 2,5% e si posiziona al limite della soglia. Non sappiamo ancora se entrerà in parlamento, se dovesse entrare, questo metterebbe a serio rischio un governo autonomo del Syriza.
Il KKE, i comunisti greci che ha più o meno il 5% è praticamente inutile per qualsiasi collaborazione con il Syriza. Non vanno assolutamente confusi con un qualsiasi altro partito comunista europeo. Vedono il Syriza come antagonista e lo odiano in quanto lo ritengano la diretta concorrenza. Molti militanti del Syriza si sono impegnati in questi anni nei movimenti di solidarietà, nelle strutture autorganizzate, nelle assemblee di quartiere che hanno portato all'organizzazione diretta di ambulatori autogestiti, mense sociali etc...molto spesso a stretto contatto con aree antiautoritarie e libertarie. Si sono saputi confrontare con le pratiche autogestionarie. Invece i comunisti greci del KKE che da sempre amano stare solo e soltanto all'opposizione sostenendo la filosofia del "tanto peggio, tanto meglio", ricevono ordini esclusivamente dai vertici del partito e sono arroccati su posizioni "medievali". Non hanno assolutamente mai preso parte a nessun movimento.
Gli altri partiti sono molto diversi dal Syriza e con molti di loro sarà difficile un eventuale collaborazione. Per questo sarebbe importante che il Syriza ottenesse una autonomia di governo.
Comunque, questo lo sapremo tra qualche ora, al più tardi domani. Ciò che è successo in Grecia è una cosa che stupisce i greci stessi e la speranza è che proprio dalla Grecia parta un nuovo vento di cambiamento che influenzi tutta l'Europa. A guastare un po' la festa è il 6,4% di Chrisi Avghi il che dimostra che nonostante le cose siano cambiate molto in Grecia c'è ancora parecchio lavoro culturale da fare per estirpare il fascismo dalla società.
Grecia ore 19
Sono state appena chiuse le urne elettorali, questi i primi Exit Poll ufficiali delle Elezioni Politiche 2015 (percentuale exit poll 75%)
Syriza 35,5 - 39,5%
Nea Dimokratia 23,0 - 27,0%
Chrisi Avghi 6,4 - 8,0 %
Potami 6,4 - 8,0 %
KKE 4,7 - 5,7 %
Pasok 4,2 - 5,2%
Anexartiti Ellines 3,5 - 4,5 %
A seguire le proiezioni e in seguito i risultati finali.
Sono state appena chiuse le urne elettorali, questi i primi Exit Poll ufficiali delle Elezioni Politiche 2015 (percentuale exit poll 75%)
Syriza 35,5 - 39,5%
Nea Dimokratia 23,0 - 27,0%
Chrisi Avghi 6,4 - 8,0 %
Potami 6,4 - 8,0 %
KKE 4,7 - 5,7 %
Pasok 4,2 - 5,2%
Anexartiti Ellines 3,5 - 4,5 %
A seguire le proiezioni e in seguito i risultati finali.
sabato 24 gennaio 2015
Secondo l'ultimo sondaggio di opinione fatto un giono prima del voto dall'istituto di statistica Palmos, il Syriza ha avuto ancora un lieve aumento (0,3%).
I dati sono di difficile interpretazioni, vengono riportati due tipi di stime. Una e' cio' che viene dichiarato alla domanda: Chi voteresti? L'altro e' la stima che viene fatta rispetto alle percentuali degli indecisi e di coloro che non vogliono rispondere che poi si tradurranno anch'esse in voti reali. Secondo le intenzioni di voto espresse dal popolo greco nel sondaggio di opinione il Syriza raccoglie il 30,5%, staccando di piu' di 10 punti percentuale il partito di governo Nea Dimokratia che resta al 20,1%. I nazisti di Chrisi Avghi resistono al terzo posto con un 6%, a seguire il Potami con il 5,1%, il KKE (partito comunista greco) con il 4,8%, i socialisti del Pasok al 3,2% (anch'essi partito di governo).
Nella stima delle percentuali, i dati variano e vengono segnalati un minimo e un massimo: Syriza 36,5% (33,8%-33,2%) Nea Dimokratia 25,5% (23,1%-28) Potami 7,5% (6,2%-8,8%) Chrisi Avghi 6,5% (5,1%-7,9%) KKE 6% (4,7%-7,3%) Anexartiti Ellines 4% (3%-5%)
Come potete vedere il Syriza sara' di sicuro il primo partito, se avra' la maggioranza assoluta non e' ancora chiaro. Avrebbe bisogno di almeno 151 seggi. Dipende inoltre da quanti partiti supereranno lo sbarramento ed entreranno in parlamento. Per la prima volta le percentuali di coloro che hanno risposto alla domanda: Chi e' secondo lei il piu' adatto a diventare primo ministro? sono uguali, Alexis Tsipras si trova al pari di Antonis Samaras.
Ricordo a tutti che il KKE il partito comunista greco resta arroccato sulle proprie posizioni ed e' praticamente inutile a qualsiasi ipotesi di collaborazione per un eventuale governo di sinistra del Syriza. Domani a partire dalle ore 18 (ora italiana) i primi exit poll ufficiali.
venerdì 23 gennaio 2015
Due giorni dal voto. L'importante è crederci.
Il Syriza è in testa ai sondaggi e punta all'autonomia di governo.
Due giorni ci separano dal voto. Un voto importante e non solo per la Grecia.
Da quando sono state indette le elezioni ho vissuto in una tensione continua aspettando che succedesse qualcosa, qualcosa di grave, qualcosa di tragico. Qualcosa che in una maniera sporca e repentina potesse cambiare il corso delle cose.
Inizio il mio articolo raccontandovi questa mia angoscia. Non sono stato il solo a sentirla, giorno dopo giorno ho vissuto in una sorta di allerta, con la paura che anche in Grecia venisse attuata una "Strategia della Tensione", come a suo tempo venne attuata in Italia. Se c'è una sensazione che ha accompagnato questo periodo pre-elettorale è senz'altro la paura. Paura di perdere tutto, paura di finire ancora peggio di come siamo ora. In questi ultimi anni di crisi il governo greco ha mostrato il suo vero volto. La crisi economica con tutte le sue misure sono state ben condite con una mal celata dittatura democratica che ha portato i governanti a stringere patti con i nazisti di Chrisi Avghi, a usare la pelle degli immigrati come propaganda elettorale, a uccidere, a torturare, a reprimere. La corruzione, madre di tutti i problemi della Grecia è aumentata. Le diseguaglianze hanno caratterizzato la crisi, l'essere deboli con i forti e forti con i deboli è stata la parola d'ordine di questo governo. Pare impossibile, nel cuore dell'Europa che possa succedere tutto questo, eppure è così. Se guardo indietro vedo il volto di Pavlos Fissas, ucciso dai fascisti davanti agli occhi della polizia, le centinaia di immigrati senza nome uccisi a coltellate nelle notti di Atene dalla manovalanza squadrista, le facce, di tutti coloro che con arroganza dichiaravano, minacciavano, si sentivano sicuri e protetti. Come potranno tutti questi rinunciare a essere garantiti dal potere? Come potranno le migliaia di fascisti in divisa fare il loro lavoro in maniera "normale" senza sentirsi protetti, incentivati, impuniti?
Con queste elezioni, molto probabilmente si chiuderà un periodo buio della Grecia, ma se ne aprirà un altro, che non sappiamo come sarà. Tutta questa gente è senz'altro pronta a tutto, è organizzata e fanatizzata. In Europa si è parlato molto di Syriza, spesso inventando e mettendoli etichette, caratterizzandolo come partito anti-europeo. Tutte cose non vere, anzi, se devo esprimere un giudizio, il Syriza ha avuto l'intelligenza di raggruppare milioni di persone sotto l'idea di cambiarla l'Unione Europea e non di distruggerla. Anche se sarebbe stato molto più facile al livello nazionale puntare tutto su l'odio e sullo schifo che in questi anni il popolo greco ha avuto verso questa Europa. Alexis Tsipras ha avuto inoltre l'abilità di saper costruire una rete di consensi basata sul suo programma al livello internazionale, tessendo rapporti e confrontandosi direttamente con i propri interlocutori nel resto d'Europa.
Le elezioni del 2012 furono caratterizzate dal "Grexit" (Grecia + Exit) ovvero dalla più massiccia propaganda mai organizzata al livello internazionale per condizionare un popolo a votare il partito prescelto dalla Troika come interlocutore. E così fu, infatti Nea Dimokratia andò al governo insieme al Pasok.
La propaganda fu martellante e mirata a creare il panico nel greco medio, facendo leva sull'insicurezza. Una massa di dichiarazioni e minacce di varie personalità riuscì a scoraggiarlo dal votare Syriza. Da quel momento in poi il popolo greco ha iniziato a capire, ancora meglio, cosa significa essere sotto il controllo della Troika. Cosa significa vivere in un paese comandato via mail dai funzionari del Fondo Monetario Internazionale. Dove le condizioni più umilianti e inimmaginabili diventano leggi. Cosa vuol dire vivere in un paese dove c'è un partito di nazisti che viene foraggiato economicamente dagli armatori e che ha il compito preciso di creare repressione e paura. Cosa vuol dire vivere in un paese dove la polizia è formata per più del sessanta per cento da militanti di questo partito. Molte cose che sembravano neanche pensabili sono diventate reali dal giorno alla notte e ed così che la televisione di stato è stata chiusa improvvisamente, che sono state messe in vendita spiagge e siti archeologici.
La Grecia è diventata in questi anni il simbolo dell'austerity, una sorta di cavia dove sperimentare le conseguenze delle più selvagge misure neo-liberiste. Sono davvero tante le cose che sono successe in questo incubo durato anni ed è difficile elencarle tutte.
Anche questa volta il primo ministro Samaras ha basato tutta la propria campagna elettorale sul "Grexit", cercando di incutere la stessa paura del giugno 2012. Lo ha fatto usando tutti i canali televisivi privati che sono suoi collaboratori e che ha invogliato a sostenerlo posticipando il pagamento sulle loro frequenze all'anno successivo. Solo l'ultimo dei tanti favori che ha concesso alle emittenti televisive. Mentre dai comuni mortali pretende l'anticipo sulle tasse dell'anno prossimo, alle emittenti permette di pagare con comodo le tasse di quest'anno il prossimo anno.
Ma questa propaganda "Grexit" sembra non aver funzionato, forse perché ormai l'elettorato non ha più niente da perdere, forse per qualche altro strano motivo, fatto sta che una vera e propria emorragia di voti sta colpendo il partito di Samaras e anche molti elettori che prima votavano Nea Dimokratia e Pasok adesso andranno a votare Syriza. Questo ha davvero dell'incredibile, perché Syriza non ha le decine di emittenti televisive su cui può contare il governo, ha solo una radio e un sito internet e un giornale. È con il niente che il Syriza ha raggiunto più o meno il 30% dei consensi (questo dicono i sondaggi).
Nonostante le condizioni di inferiorità mediatica, il Syriza sembra non doversi fermare, e anche a due giorni dal voto, è primo partito con un notevole vantaggio su Nea Dimokratia. In un sondaggio apparso ieri sera ha addirittura staccato di dieci punti percentuale Nea Dimokratia.
Ha inoltre buona probabilità di ottenere anche l'autonomia di governo. Difronte a questo fenomeno che come ripeto ha dell'incredibile, stiamo assistendo ad un altro fenomeno, che anche questo ha dell'incredibile. Con particolare frequenza, negli ultimi giorni il Syriza sta raccogliendo molte dichiarazioni di simpatia e di appoggio da parte di persone insospettabili, in molti casi stupiscano perché arrivano da persone che non hanno niente a che fare con la cultura di sinistra portata avanti dal Syriza come per esempio la signora Le Pen che apertamente ha dichiarato la propria simpatia al partito di Tsipras. Ma anche il primo ministro Renzi ha voluto simpatizzare con il Siriza e con lui anche D'Alema e Prodi. Molti anche i politici degli altri paesi europei e svariati economisti e premi Nobel. Tutta gente insospettabile. L'incredibile è che il partito di Alexis Tsipras era visto fino a poco tempo fa come la rovina dell'Europa e adesso che gli eventi renderanno inevitabile la propria presenza sulla scena europea, viene accettato come un normale interlocutore. Tutti si dichiarano pronti a trattare.
Un eventuale governo autonomo del Syriza è un fatto unico in Europa. Non si è mai verificata una cosa del genere. Per chi non lo avesse ancora capito il Syriza è un partito di sinistra vero, almeno a giudicare dal proprio programma. Non è possibile giudicare ora ciò che potrà fare, ma almeno nelle intenzioni sta portando in scena una nuova idea di politica, non ha paura di essere "di sinistra" e, ancora più incredibile, sembra pensare e riflettere come tanta gente. Questa è una cosa inedita. Non ha niente a che vedere con le social-democrazie che siamo abituati a vedere in alternanza ai governi di destra e che ci ostiniamo per inerzia a chiamare "centro sinistra", ma che di fatto portano avanti il programma economico della destra in virtù del "pragmatismo economico".
Pensate che uno dei punti che ha sollevato il panico nella destra e che ha suscitato notevoli discussioni è quello di "disarmare" i reparti celere della polizia greca. Questa cosa è sembrata incredibile, come se si andasse contro un dogma della religione, la polizia ha sempre avuto il monopolio delle armi e per molti politici del governo è inconcepibile. Appare invece l'unico provvedimento possibile agli occhi di migliaia e migliaia di greci che sono stati malmenati, denunciati, arrestati ingiustamente ed in forma repressiva, torturati fisicamente e psicologicamente all'interno dei comandi di polizia, che hanno subito lesioni gravi da quella massa di squilibrati fascisti che solo l'attuale governo ha il coraggio di chiamare "forze dell'ordine". Certo, da come stanno andando le cose in Grecia negli ultimi anni, sembra fuori dal mondo che un partito si preoccupi di tutelare i propri cittadini proprio dalle "forze dell'ordine", mentre dovrebbe sembrare fuori dal mondo il comportamento delle "forze dell'ordine".
La speranza di un cambiamento in Grecia non è soltanto legata alle questioni economiche, sono importantissime anche queste, ma ciò che veramente ha convinto milioni di persone ha cambiare partito e a scegliere il Syriza è la speranza di vivere in un paese normale.
Il programma su cui ha puntato Alexis Tsipras è a vederlo bene un programma "normale", certo non rivoluzionario. Ciò che lo fa sembrare incredibile e il progressivo slittamento di tutta l'Europa verso politiche repressive e anti sociali. La crisi economica ha dato l'opportunità a molti paesi di attuare una politica aggressiva che in maniera veloce ha cambiato le dinamiche economiche di molti paesi, spingendo migliaia di persone verso la povertà. Tutto questo è stato addirittura motivato "per il bene dell'Euro e dell'Europa". Che ce ne facciamo di un continente che fa schifo. Chiuso e xenofobo, senza possibilità, dove si vive con la paura e con la sensazione di essere degli schiavi?
Nel programma del Syriza, molto importanti sono i sette punti di emergenza per fronteggiare la crisi umanitaria che grazie alla crisi sta interessando migliaia di famiglie in Grecia:
Energia elettrica a 300.000 famiglie, contributi per l'alimentazione a 300.000 famiglie che si trovano in seria difficoltà a causa della perdita del lavoro, assistenza sanitaria per tutti, riduzione del ticket sul prezzo dei farmaci, aiuto economico per l'affitto ad almeno 25.000 famiglie, tredicesima ai pensionati con pensione al di sotto dei 700 euro, abbonamento ai mezzi pubblici a disoccupati e poveri, eliminazione delle accise sui carburanti e sul petrolio da riscaldamento.
A confronto della politica fatta fino ad ora da Samaras, Tsipras sembra un salvatore. Tanto per fare un esempio in materia di tassazione propone che i primi 12.000 euro siano non tassati per tutti. Chiunque viva sulla faccia dell'Europa sabenissimo che questo è il minimo per sopravvivere, quei 12.000 euro se ne andranno comunque in spese e tasse varie, ma almeno non saranno tassati alla fonte. Anche un provvedimento del genere, adesso in Grecia, sembra venuto dal cielo. Pensate che adesso, un lavoratore autonomo che ha una ditta in perdita è costretto a pagare il 26% di tasse su un "reddito presunto" di 3000 euro che il governo assegna a tutti in maniera orizzontale. Mentre un armatore è in proporzione meno tassato di un suo operaio.
I cambiamenti che vengono proposti sono molti, vanno dai diritti alla tutela della prima casa, dall'istruzione alla sanità. Soprattutto la cosa inedita è che vanno a tutelare i più deboli e questo è la cosa che sorprende e innervosisce i "mercati".
Come andrà a finire non lo sappiamo. Non sappiamo ancora se alla fine il Syriza avrà l'autonomia di governo, cioè se andrà al governo da solo o se per una piccola percentuale dovrà stabilire alleanze con altri partiti. Non sappiamo se potrà attuare il proprio programma a pieno, ma in questa Europa, è già tanto che qualcuno ci provi.
La cosa certa invece è che la Grecia avrà un enorme bisogno di solidarietà internazionale, di sostegno ideologico, di fiducia. Perché solo così sarà possibile fare qualcosa. I "mercati" e il capitalismo internazionale non accetteranno di veder rovinato tutto ciò che sono riusciti a guadagnare in questi ultimi anni. Mostreranno il loro volto peggiore. Sappiamo che sono pronti a tutto e che niente è vietano in questo sporco gioco.
Il Syriza è in testa ai sondaggi e punta all'autonomia di governo.
Due giorni ci separano dal voto. Un voto importante e non solo per la Grecia.
Da quando sono state indette le elezioni ho vissuto in una tensione continua aspettando che succedesse qualcosa, qualcosa di grave, qualcosa di tragico. Qualcosa che in una maniera sporca e repentina potesse cambiare il corso delle cose.
Inizio il mio articolo raccontandovi questa mia angoscia. Non sono stato il solo a sentirla, giorno dopo giorno ho vissuto in una sorta di allerta, con la paura che anche in Grecia venisse attuata una "Strategia della Tensione", come a suo tempo venne attuata in Italia. Se c'è una sensazione che ha accompagnato questo periodo pre-elettorale è senz'altro la paura. Paura di perdere tutto, paura di finire ancora peggio di come siamo ora. In questi ultimi anni di crisi il governo greco ha mostrato il suo vero volto. La crisi economica con tutte le sue misure sono state ben condite con una mal celata dittatura democratica che ha portato i governanti a stringere patti con i nazisti di Chrisi Avghi, a usare la pelle degli immigrati come propaganda elettorale, a uccidere, a torturare, a reprimere. La corruzione, madre di tutti i problemi della Grecia è aumentata. Le diseguaglianze hanno caratterizzato la crisi, l'essere deboli con i forti e forti con i deboli è stata la parola d'ordine di questo governo. Pare impossibile, nel cuore dell'Europa che possa succedere tutto questo, eppure è così. Se guardo indietro vedo il volto di Pavlos Fissas, ucciso dai fascisti davanti agli occhi della polizia, le centinaia di immigrati senza nome uccisi a coltellate nelle notti di Atene dalla manovalanza squadrista, le facce, di tutti coloro che con arroganza dichiaravano, minacciavano, si sentivano sicuri e protetti. Come potranno tutti questi rinunciare a essere garantiti dal potere? Come potranno le migliaia di fascisti in divisa fare il loro lavoro in maniera "normale" senza sentirsi protetti, incentivati, impuniti?
Con queste elezioni, molto probabilmente si chiuderà un periodo buio della Grecia, ma se ne aprirà un altro, che non sappiamo come sarà. Tutta questa gente è senz'altro pronta a tutto, è organizzata e fanatizzata. In Europa si è parlato molto di Syriza, spesso inventando e mettendoli etichette, caratterizzandolo come partito anti-europeo. Tutte cose non vere, anzi, se devo esprimere un giudizio, il Syriza ha avuto l'intelligenza di raggruppare milioni di persone sotto l'idea di cambiarla l'Unione Europea e non di distruggerla. Anche se sarebbe stato molto più facile al livello nazionale puntare tutto su l'odio e sullo schifo che in questi anni il popolo greco ha avuto verso questa Europa. Alexis Tsipras ha avuto inoltre l'abilità di saper costruire una rete di consensi basata sul suo programma al livello internazionale, tessendo rapporti e confrontandosi direttamente con i propri interlocutori nel resto d'Europa.
Le elezioni del 2012 furono caratterizzate dal "Grexit" (Grecia + Exit) ovvero dalla più massiccia propaganda mai organizzata al livello internazionale per condizionare un popolo a votare il partito prescelto dalla Troika come interlocutore. E così fu, infatti Nea Dimokratia andò al governo insieme al Pasok.
La propaganda fu martellante e mirata a creare il panico nel greco medio, facendo leva sull'insicurezza. Una massa di dichiarazioni e minacce di varie personalità riuscì a scoraggiarlo dal votare Syriza. Da quel momento in poi il popolo greco ha iniziato a capire, ancora meglio, cosa significa essere sotto il controllo della Troika. Cosa significa vivere in un paese comandato via mail dai funzionari del Fondo Monetario Internazionale. Dove le condizioni più umilianti e inimmaginabili diventano leggi. Cosa vuol dire vivere in un paese dove c'è un partito di nazisti che viene foraggiato economicamente dagli armatori e che ha il compito preciso di creare repressione e paura. Cosa vuol dire vivere in un paese dove la polizia è formata per più del sessanta per cento da militanti di questo partito. Molte cose che sembravano neanche pensabili sono diventate reali dal giorno alla notte e ed così che la televisione di stato è stata chiusa improvvisamente, che sono state messe in vendita spiagge e siti archeologici.
La Grecia è diventata in questi anni il simbolo dell'austerity, una sorta di cavia dove sperimentare le conseguenze delle più selvagge misure neo-liberiste. Sono davvero tante le cose che sono successe in questo incubo durato anni ed è difficile elencarle tutte.
Anche questa volta il primo ministro Samaras ha basato tutta la propria campagna elettorale sul "Grexit", cercando di incutere la stessa paura del giugno 2012. Lo ha fatto usando tutti i canali televisivi privati che sono suoi collaboratori e che ha invogliato a sostenerlo posticipando il pagamento sulle loro frequenze all'anno successivo. Solo l'ultimo dei tanti favori che ha concesso alle emittenti televisive. Mentre dai comuni mortali pretende l'anticipo sulle tasse dell'anno prossimo, alle emittenti permette di pagare con comodo le tasse di quest'anno il prossimo anno.
Ma questa propaganda "Grexit" sembra non aver funzionato, forse perché ormai l'elettorato non ha più niente da perdere, forse per qualche altro strano motivo, fatto sta che una vera e propria emorragia di voti sta colpendo il partito di Samaras e anche molti elettori che prima votavano Nea Dimokratia e Pasok adesso andranno a votare Syriza. Questo ha davvero dell'incredibile, perché Syriza non ha le decine di emittenti televisive su cui può contare il governo, ha solo una radio e un sito internet e un giornale. È con il niente che il Syriza ha raggiunto più o meno il 30% dei consensi (questo dicono i sondaggi).
Nonostante le condizioni di inferiorità mediatica, il Syriza sembra non doversi fermare, e anche a due giorni dal voto, è primo partito con un notevole vantaggio su Nea Dimokratia. In un sondaggio apparso ieri sera ha addirittura staccato di dieci punti percentuale Nea Dimokratia.
Ha inoltre buona probabilità di ottenere anche l'autonomia di governo. Difronte a questo fenomeno che come ripeto ha dell'incredibile, stiamo assistendo ad un altro fenomeno, che anche questo ha dell'incredibile. Con particolare frequenza, negli ultimi giorni il Syriza sta raccogliendo molte dichiarazioni di simpatia e di appoggio da parte di persone insospettabili, in molti casi stupiscano perché arrivano da persone che non hanno niente a che fare con la cultura di sinistra portata avanti dal Syriza come per esempio la signora Le Pen che apertamente ha dichiarato la propria simpatia al partito di Tsipras. Ma anche il primo ministro Renzi ha voluto simpatizzare con il Siriza e con lui anche D'Alema e Prodi. Molti anche i politici degli altri paesi europei e svariati economisti e premi Nobel. Tutta gente insospettabile. L'incredibile è che il partito di Alexis Tsipras era visto fino a poco tempo fa come la rovina dell'Europa e adesso che gli eventi renderanno inevitabile la propria presenza sulla scena europea, viene accettato come un normale interlocutore. Tutti si dichiarano pronti a trattare.
Un eventuale governo autonomo del Syriza è un fatto unico in Europa. Non si è mai verificata una cosa del genere. Per chi non lo avesse ancora capito il Syriza è un partito di sinistra vero, almeno a giudicare dal proprio programma. Non è possibile giudicare ora ciò che potrà fare, ma almeno nelle intenzioni sta portando in scena una nuova idea di politica, non ha paura di essere "di sinistra" e, ancora più incredibile, sembra pensare e riflettere come tanta gente. Questa è una cosa inedita. Non ha niente a che vedere con le social-democrazie che siamo abituati a vedere in alternanza ai governi di destra e che ci ostiniamo per inerzia a chiamare "centro sinistra", ma che di fatto portano avanti il programma economico della destra in virtù del "pragmatismo economico".
Pensate che uno dei punti che ha sollevato il panico nella destra e che ha suscitato notevoli discussioni è quello di "disarmare" i reparti celere della polizia greca. Questa cosa è sembrata incredibile, come se si andasse contro un dogma della religione, la polizia ha sempre avuto il monopolio delle armi e per molti politici del governo è inconcepibile. Appare invece l'unico provvedimento possibile agli occhi di migliaia e migliaia di greci che sono stati malmenati, denunciati, arrestati ingiustamente ed in forma repressiva, torturati fisicamente e psicologicamente all'interno dei comandi di polizia, che hanno subito lesioni gravi da quella massa di squilibrati fascisti che solo l'attuale governo ha il coraggio di chiamare "forze dell'ordine". Certo, da come stanno andando le cose in Grecia negli ultimi anni, sembra fuori dal mondo che un partito si preoccupi di tutelare i propri cittadini proprio dalle "forze dell'ordine", mentre dovrebbe sembrare fuori dal mondo il comportamento delle "forze dell'ordine".
La speranza di un cambiamento in Grecia non è soltanto legata alle questioni economiche, sono importantissime anche queste, ma ciò che veramente ha convinto milioni di persone ha cambiare partito e a scegliere il Syriza è la speranza di vivere in un paese normale.
Il programma su cui ha puntato Alexis Tsipras è a vederlo bene un programma "normale", certo non rivoluzionario. Ciò che lo fa sembrare incredibile e il progressivo slittamento di tutta l'Europa verso politiche repressive e anti sociali. La crisi economica ha dato l'opportunità a molti paesi di attuare una politica aggressiva che in maniera veloce ha cambiato le dinamiche economiche di molti paesi, spingendo migliaia di persone verso la povertà. Tutto questo è stato addirittura motivato "per il bene dell'Euro e dell'Europa". Che ce ne facciamo di un continente che fa schifo. Chiuso e xenofobo, senza possibilità, dove si vive con la paura e con la sensazione di essere degli schiavi?
Nel programma del Syriza, molto importanti sono i sette punti di emergenza per fronteggiare la crisi umanitaria che grazie alla crisi sta interessando migliaia di famiglie in Grecia:
Energia elettrica a 300.000 famiglie, contributi per l'alimentazione a 300.000 famiglie che si trovano in seria difficoltà a causa della perdita del lavoro, assistenza sanitaria per tutti, riduzione del ticket sul prezzo dei farmaci, aiuto economico per l'affitto ad almeno 25.000 famiglie, tredicesima ai pensionati con pensione al di sotto dei 700 euro, abbonamento ai mezzi pubblici a disoccupati e poveri, eliminazione delle accise sui carburanti e sul petrolio da riscaldamento.
A confronto della politica fatta fino ad ora da Samaras, Tsipras sembra un salvatore. Tanto per fare un esempio in materia di tassazione propone che i primi 12.000 euro siano non tassati per tutti. Chiunque viva sulla faccia dell'Europa sabenissimo che questo è il minimo per sopravvivere, quei 12.000 euro se ne andranno comunque in spese e tasse varie, ma almeno non saranno tassati alla fonte. Anche un provvedimento del genere, adesso in Grecia, sembra venuto dal cielo. Pensate che adesso, un lavoratore autonomo che ha una ditta in perdita è costretto a pagare il 26% di tasse su un "reddito presunto" di 3000 euro che il governo assegna a tutti in maniera orizzontale. Mentre un armatore è in proporzione meno tassato di un suo operaio.
I cambiamenti che vengono proposti sono molti, vanno dai diritti alla tutela della prima casa, dall'istruzione alla sanità. Soprattutto la cosa inedita è che vanno a tutelare i più deboli e questo è la cosa che sorprende e innervosisce i "mercati".
Come andrà a finire non lo sappiamo. Non sappiamo ancora se alla fine il Syriza avrà l'autonomia di governo, cioè se andrà al governo da solo o se per una piccola percentuale dovrà stabilire alleanze con altri partiti. Non sappiamo se potrà attuare il proprio programma a pieno, ma in questa Europa, è già tanto che qualcuno ci provi.
La cosa certa invece è che la Grecia avrà un enorme bisogno di solidarietà internazionale, di sostegno ideologico, di fiducia. Perché solo così sarà possibile fare qualcosa. I "mercati" e il capitalismo internazionale non accetteranno di veder rovinato tutto ciò che sono riusciti a guadagnare in questi ultimi anni. Mostreranno il loro volto peggiore. Sappiamo che sono pronti a tutto e che niente è vietano in questo sporco gioco.
lunedì 12 gennaio 2015
Per tutti coloro che si stanno chiedendo: Chi vincerà le elezioni in Grecia? Ecco ancora un sondaggio aggiornato. Come sapete questi dati sono in continua evoluzione e possono cambiare anche solo grazie ad un piccolo evento, una dichiarazione etc..
Comunque danno una chiara idea di come stanno andando le cose in Grecia rispetto alle future votazioni del 25 gennaio. Il partito di sinistra e maggiore oppositore del governo Syriza guidato da Alexis Tsipras è tutt'ora in testa con il 29,4%, staccando di ben 7,4 punti il partito di governo Nea Dimokratia che resta al 22%. A seguire i Nazi Fascisti di Chrisi Avghi al 5,7%, calati un po' negli ultimi tempi, poi c'è il 4,3% del KKE (Partito Comunista Greco) e il 4,1 di Potami. Anexartiti Ellines al 3,2% e il Pasok, l'altro partito di governo ormai in via di estinzione al 3%. I Verdi al 2,2%. Ancora molti sono gli indecisi che registrano un 12%.
I dati cambiano un po' a secondo di chi fa il sondaggio, ma nella sostanza il Syriza è primo in tutti. Questo è del 3 gennaio 2015 ed è stato fatto da Palmos Analysis per conto del sito giornalistico tvxs.gr
Un altro sondaggio uscito oggi per il giornale "Avghi" che è l'organo ufficiale del Syriza, da il partito guidato da Alexis Tsipras al 38% distaccando di ben 8 punti Nea Dimokratia che resta al 30%. Questo si andrebbe a tradurre nel nuovo parlamento in 151 seggi per Syriza contro gli 80 del partito di Antonis Samaras.
Un altro sondaggio uscito oggi per il giornale "Avghi" che è l'organo ufficiale del Syriza, da il partito guidato da Alexis Tsipras al 38% distaccando di ben 8 punti Nea Dimokratia che resta al 30%. Questo si andrebbe a tradurre nel nuovo parlamento in 151 seggi per Syriza contro gli 80 del partito di Antonis Samaras.
domenica 11 gennaio 2015
"Je suis sovarì Chrisì Avghì"
Eloquente vignetta di Michalis Kountoupis, dove il primo ministro Samaras mostra un cartello con su scritto: "Je suis sovarì Chrisì Avghì". Il messaggio scritto in un maccheronico franco-greco sta a significare che Samaras è davvero fascista e non perde occasione per dimostrarlo.
Eloquente vignetta di Michalis Kountoupis, dove il primo ministro Samaras mostra un cartello con su scritto: "Je suis sovarì Chrisì Avghì". Il messaggio scritto in un maccheronico franco-greco sta a significare che Samaras è davvero fascista e non perde occasione per dimostrarlo.
La vignetta è apparsa sul giornale Εφημερίδα των Συντακτών (giornale dei redattori) descrive più che bene l'idea che molti greci hanno riguardo alla politica di Samaras.
"C'est dur d'être soutenu par des cons"
"È difficile essere sostenuti da idioti"
"È difficile essere sostenuti da idioti" è il titolo di una vignetta uscita sul giornale Charlie Hebdo nel 2006. Questo titolo viene proposto di nuovo dal giornale francese L'Express per commentare l'uso strumentale fatto dal primo ministro greco Antonis Samaras a riguardo dei tragici fatti avvenuti in Francia. È così che l'idiozia del numero uno del governo greco ha passato i confini ellenici stupendo negativamente i redattori de L'Express che hanno voluto denunciare il goffo tentativo di assorbire nella propria campagna elettorale il clamore suscitato dall'attacco alla redazione di Charlie. Samaras, durante un comizio in un comune vicino ad Atene, ha infatti esordito con l'ormai nota frase "Je suis Charlie" e ha poi attaccato il partito di sinistra Syriza criticando la sua politica a riguardo dell'immigrazione dicendo: "Oggi a Parigi è avvenuto un massacro con almeno dodici morti. E qui alcuni ancora incoraggino l'immigrazione clandestina e promettono la naturalizzazione" ha poi continuato il suo delirio elettorale dicendo: "Per noi l'Ortodossia è un pezzo dell'identità nazionale e della nostra anima e con essa vogliamo una stretta collaborazione".
Il fondamentalismo religioso ha da sempre caratterizzato il fascismo di Samaras.
Possiamo tranquillamente dire che insieme al nazionalismo e al fascismo è uno degli ingredienti fondamentale di quel putrido e disgustoso pastone che vorrebbe dare in pasto al popolo greco. Ovviamente, nell'idea di Samaras, la religione e il fanatismo sono molto vicini e somiglianti a quell'aberrazione religiosa che porta i fanatici musulmani ad uccidere. Ognuno usa il proprio Dio come meglio crede e per lo scopo che gli conviene, ed è così che l'estrema destra greca ha più volte torturato ed ucciso immigrati fregiandosi della loro identità cristiana, della loro nazionalità greca e della loro presunta superiorità. Proprio agli appartenenti di questo tipo di destra violenta e ottusa Samaras strizza l'occhio nella sua campagna elettorale cercando di riportarli nel proprio elettorato, facendoli intendere che nella sua idea di politica c'è spazio anche per loro.
Essere immigrati e per giunta poveri in Grecia è tutt'ora un crimine, per questo vengono rinchiusi a tempo indeterminato in veri e propri campi di concentramento, privati di ogni diritto e trattati come bestie. È nell'assenza di ogni diritto umano che Samaras trova il suo Vangelo? Quando il primo ministro greco pronuncia la parola "Immigrato clandestino" davanti alle telecamere la sua faccia si deforma in un ghigno di rabbia e di disgusto come se questa parola che usa non si riferisse a esseri umani ma a dei mostri.
Essere immigrati clandestini è facile in Grecia, lo si può diventare anche dopo una vita spesa in questo paese, dopo aver lavorato per anni. Basta perdere il lavoro o non trovare i soldi per potersi comprare un permesso di soggiorno. Come ogni altro prodotto, anche il permesso di soggiorno viene venduto a caro prezzo dallo stato. Una maniera per fare soldi, un modo per sfruttare e ricattare i più deboli, gli ultimi arrivati.
Anche i figli degli immigrati, nati e cresciuti in Grecia, che parlano come unica lingua il greco al compimento del diciottesimo anno di età diventano immigrati clandestini e devono sottostare al ricatto del permesso di soggiorno. Questa è l'identità nazionale di cui parla Samaras?
Lasci stare signor Samaras, lei non è per niente Charlie. Semmai il suo fondamentalismo, la sua idea di religione e la sua chiusura mentale sono più vicine a quelle degli assassini dei redattori di Charlie.
Gente come lei farebbe bene a sciacquarsi la bocca prima di pronunciare il nome Charlie.
"È difficile essere sostenuti da idioti"
"È difficile essere sostenuti da idioti" è il titolo di una vignetta uscita sul giornale Charlie Hebdo nel 2006. Questo titolo viene proposto di nuovo dal giornale francese L'Express per commentare l'uso strumentale fatto dal primo ministro greco Antonis Samaras a riguardo dei tragici fatti avvenuti in Francia. È così che l'idiozia del numero uno del governo greco ha passato i confini ellenici stupendo negativamente i redattori de L'Express che hanno voluto denunciare il goffo tentativo di assorbire nella propria campagna elettorale il clamore suscitato dall'attacco alla redazione di Charlie. Samaras, durante un comizio in un comune vicino ad Atene, ha infatti esordito con l'ormai nota frase "Je suis Charlie" e ha poi attaccato il partito di sinistra Syriza criticando la sua politica a riguardo dell'immigrazione dicendo: "Oggi a Parigi è avvenuto un massacro con almeno dodici morti. E qui alcuni ancora incoraggino l'immigrazione clandestina e promettono la naturalizzazione" ha poi continuato il suo delirio elettorale dicendo: "Per noi l'Ortodossia è un pezzo dell'identità nazionale e della nostra anima e con essa vogliamo una stretta collaborazione".
Il fondamentalismo religioso ha da sempre caratterizzato il fascismo di Samaras.
Possiamo tranquillamente dire che insieme al nazionalismo e al fascismo è uno degli ingredienti fondamentale di quel putrido e disgustoso pastone che vorrebbe dare in pasto al popolo greco. Ovviamente, nell'idea di Samaras, la religione e il fanatismo sono molto vicini e somiglianti a quell'aberrazione religiosa che porta i fanatici musulmani ad uccidere. Ognuno usa il proprio Dio come meglio crede e per lo scopo che gli conviene, ed è così che l'estrema destra greca ha più volte torturato ed ucciso immigrati fregiandosi della loro identità cristiana, della loro nazionalità greca e della loro presunta superiorità. Proprio agli appartenenti di questo tipo di destra violenta e ottusa Samaras strizza l'occhio nella sua campagna elettorale cercando di riportarli nel proprio elettorato, facendoli intendere che nella sua idea di politica c'è spazio anche per loro.
Essere immigrati e per giunta poveri in Grecia è tutt'ora un crimine, per questo vengono rinchiusi a tempo indeterminato in veri e propri campi di concentramento, privati di ogni diritto e trattati come bestie. È nell'assenza di ogni diritto umano che Samaras trova il suo Vangelo? Quando il primo ministro greco pronuncia la parola "Immigrato clandestino" davanti alle telecamere la sua faccia si deforma in un ghigno di rabbia e di disgusto come se questa parola che usa non si riferisse a esseri umani ma a dei mostri.
Essere immigrati clandestini è facile in Grecia, lo si può diventare anche dopo una vita spesa in questo paese, dopo aver lavorato per anni. Basta perdere il lavoro o non trovare i soldi per potersi comprare un permesso di soggiorno. Come ogni altro prodotto, anche il permesso di soggiorno viene venduto a caro prezzo dallo stato. Una maniera per fare soldi, un modo per sfruttare e ricattare i più deboli, gli ultimi arrivati.
Anche i figli degli immigrati, nati e cresciuti in Grecia, che parlano come unica lingua il greco al compimento del diciottesimo anno di età diventano immigrati clandestini e devono sottostare al ricatto del permesso di soggiorno. Questa è l'identità nazionale di cui parla Samaras?
Lasci stare signor Samaras, lei non è per niente Charlie. Semmai il suo fondamentalismo, la sua idea di religione e la sua chiusura mentale sono più vicine a quelle degli assassini dei redattori di Charlie.
Gente come lei farebbe bene a sciacquarsi la bocca prima di pronunciare il nome Charlie.
giovedì 1 gennaio 2015
Norman Atlantic
Continua il chaos sul numero dei morti, dei dispersi e dei superstiti della Norma Atlantic, conta e riconta i numeri non tornano. Dalle cifre comunicate dalle autorità italiana a seguito delle operazioni di salvataggio appare chiaro che la lista passeggeri comunicata dalla compagnia che gestiva il traghetto andato in fiamme non è attendibile.
Secondo le ultime informazioni ufficiali, 477 sono stati salvati (56 membri dell'equipaggio). I dati che arrivano da Bari, a chiusura delle operazioni di salvataggio, indicano in 499 passeggeri. Undici persone sono state trovate morte. Fino a ieri era stimato in 40 il numero dei dispersi, altre fonti parlavano di 38. Oggi è sceso a 18 il numero dei probabili dispersi. Altre due persone, due marinai albanesi sono morti durante le operazioni di traino della Norman Atlantic. Il procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe ha dichiarato: "Il bilancio definitivo sui dispersi potremo farlo solo quando verificheremo se a bordo del relitto ci sono vittime".
Chissà se sapremo mai con precisioni e chiarezza i costi umani di questa tragica vicenda?
Fatto sicuro invece è che si tratta dell'ennesima tragedia dovuta alla inadeguatezza di tutti coloro che dovrebbero mettere come cosa primaria e fondamentale la sicurezza del passeggero.
Il 19 dicembre, l'Autorità Portuale di Patrasso, preposta al controllo delle imbarcazioni civili aveva ispezionato la Norman Atlantic che come sapete è un traghetto italiano noleggiato dalla compagnia greca Anek. Nell'ispezione sono state accertate gravi carenze in cinque aree dell'imbarcazione. In particolare, dalla relazione risulta mancante un registrato di "Certificazione / Registrazione" collegato con il piano per l'evacuazione in caso di emergenza (SAR Cooperazione piano per navi passeggeri) e in "mancanza di sistemi di emergenza (illuminazione di emergenza). Inoltre, l'Autorità Portuale ha rilevato il rischio nel "sistema antincendio", i problemi sono stati riscontrati in tutte le porte tagliafuoco (porte interne principalmente). Carenze sono state verificate anche nei "dispositivi di salvataggio», mentre la chiusura delle porte stagne (dispositivi di chiusura porte stagne) è stato definito "problematico".
Il resoconto dell'ispezione del 19 dicembre 2014 è stata pubblicata sul sito: www.equasis.org. Le autorità che hanno condotto questa ispezione hanno dato 15 giorni di tempo affinché queste carenze venissero corrette. In relazione a questo rapporto, la società noleggiatrice Anek ha risposto che il traghetto ha tutti i certificati in conformità con gli standard internazionali di sicurezza e non aveva rilevato nessun problema nei sistemi di sicurezza e di allarme.
Parlando al quotidiano "Ta Nea" il presidente dell'Unione Greca degli Ingegneri della Marina Mercantile, il sig. Savvas Tompouloglou, riferendosi al sopra citato rapporto, si chiede: "Come sono state affrontate queste osservazioni se non vi è scritto da nessuna parte, in nessun rapporto che i problemi sono stati risolti. E come è stato possibile permettere che l'uso di tale imbarcazione per giunta con il fattore aggiuntivo del cattivo tempo? E osserva inoltre che "l'equipaggio era composto da 56 marinai, sulla base della composizione specifica il loro numero dovrebbe essere stato il doppio".
Immediatamente dopo la chiusura delle operazioni di salvataggio, i responsabili della Marina Militare Italiana e dei vari ministeri coinvolti nelle operazioni hanno tenuto una conferenza stampa in televisione dove hanno giustamente esaltato e lodato il difficilissimo compito portato a termine dagli operatori, compito reso ancora più difficile dalle condizioni pessime del tempo, ma sono rimasti piuttosto vaghi per quanto riguarda le domande che i giornalisti hanno posto per chiarire la questione "sicurezza". In particolare alcune risposte mi sono sembrate veramente campate in aria. Una giornalista ha chiesto se i problemi della Norman Atlantic riportati nel rapporto del 19 dicembre erano stati risolti. La risposta data da un responsabile della marina è stata: "se le autorità greche hanno dato il permesso alla navigazione vuol dire che tutto era tornato in regola". Un'altro interpellato sui problemi sollevati dal rapporto del 19 dicembre relativo al traghetto ha commentato dicendo che erano di piccola entità e che il più serio riguardava una "porta taglia fuoco" che si trova tra l'altro in una zona che non è stata interessata dall'incendio.
L'impressione che ho avuto ascoltando queste risposte è che le questioni riguardanti la sicurezza dei passeggeri sono considerate poco serie, quasi di secondaria importanza. Basandomi su come di solito vanno le cose in Grecia e spesso e volentieri anche in Italia, non mi stupirei se gli organi di controllo che avrebbero dovuto verificare la risoluzione dei problemi sollevati dal rapporto del 19 dicembre avessero ceduto agli interessi dettati dagli armatori e avessero chiuso più di un occhio.
Ascoltando invece le dichiarazioni di coloro che si sono salvati ci accorgiamo di quanto importante sia il buon funzionamento di questi meccanismi di sicurezza che sembrano sempre superflui fino a che tutto va bene e che invece si dimostrano determinanti al momento del reale bisogno.
In molti sono a testimoniare che "nessun allarme sonoro è scattato" e che in molti si sono accorti dell'incendio grazie al fumo penetrato in cabina. La testimonianza della cantante soprano greca Dimitra Theodossiou da un'idea dell'inadeguatezza delle misure di sicurezza. E' la stessa a raccontarci questi drammatici momenti:
"Io avevo una cuccetta in prima classe, stavo dormendo e mi ha svegliato l'odore di bruciato e il fumo che aveva già invaso la cabina. Mi sono alzata, ho messo un maglione e ho preso i soldi e la carta di identità e sono corsa fuori. Ho bussato a tutte le altre cabine che ho incontrato per dire alla gente: uscite, uscite c'è un incendio".
Praticamente tutti hanno denunciato il fatto di non aver ricevuto adeguate informazioni da parte dell'equipaggio, che a detta di tanti, nel momento del bisogno, è stato "assente". Qui c'è da notare sia lo scarso numero dei marinai rispetto a quello dei passeggeri, già denunciato dal sig. Savvas Tompouloglou dell'Unione Greca degli Ingegneri della Marina Mercantile e la probabile impreparazione che sarà sempre più frequente tra il personale visto che con le nuove leggi in fatto di lavoro sarà possibile assumere personale a basso prezzo e non specializzato. Sempre secondo le testimonianze, solo alcune scialuppe di salvataggio sono state calate in mare, per le altre non è stato possibile. La motivazione di questo è stata attribuita alla mancanza di energia elettrica dovuta all'incendio, io non sono certo un esperto di questioni legate alla sicurezza sui traghetti, ma a senso mi sembra improbabile che queste scialuppe non possano funzionare in assenza di energia elettrica, sarebbero quasi inutili, mi sembra impossibile che non ci sia anche un sistema manuale per calarle a mare. Mentre invece mi sembra molto più probabile che non siano mai state verificate seriamente e che i cavi e i meccanismi che avrebbero dovuto manovrarle siano incrostati di vernici e mal funzionanti.
Chissà se l'incendio non è stato prontamente domato a causa del mal funzionamento dei sistemi di sicurezza, o per mancanza di personale o per quale altro motivo? E ancora mi chiedo se le "porte taglia fuoco" che a detta degli organi preposti alla sicurezza "erano perfettamente funzionanti" hanno fatto davvero il loro lavoro? E se hanno funzionato, perché la nave è andata completamente a fuoco? Di certo c'è solo una cosa, solo un indagine seria potrà portare luce sulle cause di questa tragedia. Il problema è che in Grecia gli armatori fanno parte di una lobby fortissima che, in accordo con il governo, ha determinato le nuove regole del lavoro. Ha inoltre potere su gli organi di controllo e sugli organi di giustizia. Questo mi lascia dubitare sul fatto che possa in qualche modo venire a galla la verità su quanto è accaduto.
Continua il chaos sul numero dei morti, dei dispersi e dei superstiti della Norma Atlantic, conta e riconta i numeri non tornano. Dalle cifre comunicate dalle autorità italiana a seguito delle operazioni di salvataggio appare chiaro che la lista passeggeri comunicata dalla compagnia che gestiva il traghetto andato in fiamme non è attendibile.
Secondo le ultime informazioni ufficiali, 477 sono stati salvati (56 membri dell'equipaggio). I dati che arrivano da Bari, a chiusura delle operazioni di salvataggio, indicano in 499 passeggeri. Undici persone sono state trovate morte. Fino a ieri era stimato in 40 il numero dei dispersi, altre fonti parlavano di 38. Oggi è sceso a 18 il numero dei probabili dispersi. Altre due persone, due marinai albanesi sono morti durante le operazioni di traino della Norman Atlantic. Il procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe ha dichiarato: "Il bilancio definitivo sui dispersi potremo farlo solo quando verificheremo se a bordo del relitto ci sono vittime".
Chissà se sapremo mai con precisioni e chiarezza i costi umani di questa tragica vicenda?
Fatto sicuro invece è che si tratta dell'ennesima tragedia dovuta alla inadeguatezza di tutti coloro che dovrebbero mettere come cosa primaria e fondamentale la sicurezza del passeggero.
Il 19 dicembre, l'Autorità Portuale di Patrasso, preposta al controllo delle imbarcazioni civili aveva ispezionato la Norman Atlantic che come sapete è un traghetto italiano noleggiato dalla compagnia greca Anek. Nell'ispezione sono state accertate gravi carenze in cinque aree dell'imbarcazione. In particolare, dalla relazione risulta mancante un registrato di "Certificazione / Registrazione" collegato con il piano per l'evacuazione in caso di emergenza (SAR Cooperazione piano per navi passeggeri) e in "mancanza di sistemi di emergenza (illuminazione di emergenza). Inoltre, l'Autorità Portuale ha rilevato il rischio nel "sistema antincendio", i problemi sono stati riscontrati in tutte le porte tagliafuoco (porte interne principalmente). Carenze sono state verificate anche nei "dispositivi di salvataggio», mentre la chiusura delle porte stagne (dispositivi di chiusura porte stagne) è stato definito "problematico".
Il resoconto dell'ispezione del 19 dicembre 2014 è stata pubblicata sul sito: www.equasis.org. Le autorità che hanno condotto questa ispezione hanno dato 15 giorni di tempo affinché queste carenze venissero corrette. In relazione a questo rapporto, la società noleggiatrice Anek ha risposto che il traghetto ha tutti i certificati in conformità con gli standard internazionali di sicurezza e non aveva rilevato nessun problema nei sistemi di sicurezza e di allarme.
Parlando al quotidiano "Ta Nea" il presidente dell'Unione Greca degli Ingegneri della Marina Mercantile, il sig. Savvas Tompouloglou, riferendosi al sopra citato rapporto, si chiede: "Come sono state affrontate queste osservazioni se non vi è scritto da nessuna parte, in nessun rapporto che i problemi sono stati risolti. E come è stato possibile permettere che l'uso di tale imbarcazione per giunta con il fattore aggiuntivo del cattivo tempo? E osserva inoltre che "l'equipaggio era composto da 56 marinai, sulla base della composizione specifica il loro numero dovrebbe essere stato il doppio".
Immediatamente dopo la chiusura delle operazioni di salvataggio, i responsabili della Marina Militare Italiana e dei vari ministeri coinvolti nelle operazioni hanno tenuto una conferenza stampa in televisione dove hanno giustamente esaltato e lodato il difficilissimo compito portato a termine dagli operatori, compito reso ancora più difficile dalle condizioni pessime del tempo, ma sono rimasti piuttosto vaghi per quanto riguarda le domande che i giornalisti hanno posto per chiarire la questione "sicurezza". In particolare alcune risposte mi sono sembrate veramente campate in aria. Una giornalista ha chiesto se i problemi della Norman Atlantic riportati nel rapporto del 19 dicembre erano stati risolti. La risposta data da un responsabile della marina è stata: "se le autorità greche hanno dato il permesso alla navigazione vuol dire che tutto era tornato in regola". Un'altro interpellato sui problemi sollevati dal rapporto del 19 dicembre relativo al traghetto ha commentato dicendo che erano di piccola entità e che il più serio riguardava una "porta taglia fuoco" che si trova tra l'altro in una zona che non è stata interessata dall'incendio.
L'impressione che ho avuto ascoltando queste risposte è che le questioni riguardanti la sicurezza dei passeggeri sono considerate poco serie, quasi di secondaria importanza. Basandomi su come di solito vanno le cose in Grecia e spesso e volentieri anche in Italia, non mi stupirei se gli organi di controllo che avrebbero dovuto verificare la risoluzione dei problemi sollevati dal rapporto del 19 dicembre avessero ceduto agli interessi dettati dagli armatori e avessero chiuso più di un occhio.
Ascoltando invece le dichiarazioni di coloro che si sono salvati ci accorgiamo di quanto importante sia il buon funzionamento di questi meccanismi di sicurezza che sembrano sempre superflui fino a che tutto va bene e che invece si dimostrano determinanti al momento del reale bisogno.
In molti sono a testimoniare che "nessun allarme sonoro è scattato" e che in molti si sono accorti dell'incendio grazie al fumo penetrato in cabina. La testimonianza della cantante soprano greca Dimitra Theodossiou da un'idea dell'inadeguatezza delle misure di sicurezza. E' la stessa a raccontarci questi drammatici momenti:
"Io avevo una cuccetta in prima classe, stavo dormendo e mi ha svegliato l'odore di bruciato e il fumo che aveva già invaso la cabina. Mi sono alzata, ho messo un maglione e ho preso i soldi e la carta di identità e sono corsa fuori. Ho bussato a tutte le altre cabine che ho incontrato per dire alla gente: uscite, uscite c'è un incendio".
Praticamente tutti hanno denunciato il fatto di non aver ricevuto adeguate informazioni da parte dell'equipaggio, che a detta di tanti, nel momento del bisogno, è stato "assente". Qui c'è da notare sia lo scarso numero dei marinai rispetto a quello dei passeggeri, già denunciato dal sig. Savvas Tompouloglou dell'Unione Greca degli Ingegneri della Marina Mercantile e la probabile impreparazione che sarà sempre più frequente tra il personale visto che con le nuove leggi in fatto di lavoro sarà possibile assumere personale a basso prezzo e non specializzato. Sempre secondo le testimonianze, solo alcune scialuppe di salvataggio sono state calate in mare, per le altre non è stato possibile. La motivazione di questo è stata attribuita alla mancanza di energia elettrica dovuta all'incendio, io non sono certo un esperto di questioni legate alla sicurezza sui traghetti, ma a senso mi sembra improbabile che queste scialuppe non possano funzionare in assenza di energia elettrica, sarebbero quasi inutili, mi sembra impossibile che non ci sia anche un sistema manuale per calarle a mare. Mentre invece mi sembra molto più probabile che non siano mai state verificate seriamente e che i cavi e i meccanismi che avrebbero dovuto manovrarle siano incrostati di vernici e mal funzionanti.
Chissà se l'incendio non è stato prontamente domato a causa del mal funzionamento dei sistemi di sicurezza, o per mancanza di personale o per quale altro motivo? E ancora mi chiedo se le "porte taglia fuoco" che a detta degli organi preposti alla sicurezza "erano perfettamente funzionanti" hanno fatto davvero il loro lavoro? E se hanno funzionato, perché la nave è andata completamente a fuoco? Di certo c'è solo una cosa, solo un indagine seria potrà portare luce sulle cause di questa tragedia. Il problema è che in Grecia gli armatori fanno parte di una lobby fortissima che, in accordo con il governo, ha determinato le nuove regole del lavoro. Ha inoltre potere su gli organi di controllo e sugli organi di giustizia. Questo mi lascia dubitare sul fatto che possa in qualche modo venire a galla la verità su quanto è accaduto.
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