Norman Atlantic
Continua il chaos sul numero dei morti, dei dispersi e dei superstiti della Norma Atlantic, conta e riconta i numeri non tornano. Dalle cifre comunicate dalle autorità italiana a seguito delle operazioni di salvataggio appare chiaro che la lista passeggeri comunicata dalla compagnia che gestiva il traghetto andato in fiamme non è attendibile.
Secondo le ultime informazioni ufficiali, 477 sono stati salvati (56 membri dell'equipaggio). I dati che arrivano da Bari, a chiusura delle operazioni di salvataggio, indicano in 499 passeggeri. Undici persone sono state trovate morte. Fino a ieri era stimato in 40 il numero dei dispersi, altre fonti parlavano di 38. Oggi è sceso a 18 il numero dei probabili dispersi. Altre due persone, due marinai albanesi sono morti durante le operazioni di traino della Norman Atlantic. Il procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe ha dichiarato: "Il bilancio definitivo sui dispersi potremo farlo solo quando verificheremo se a bordo del relitto ci sono vittime".
Chissà se sapremo mai con precisioni e chiarezza i costi umani di questa tragica vicenda?
Fatto sicuro invece è che si tratta dell'ennesima tragedia dovuta alla inadeguatezza di tutti coloro che dovrebbero mettere come cosa primaria e fondamentale la sicurezza del passeggero.
Il 19 dicembre, l'Autorità Portuale di Patrasso, preposta al controllo delle imbarcazioni civili aveva ispezionato la Norman Atlantic che come sapete è un traghetto italiano noleggiato dalla compagnia greca Anek. Nell'ispezione sono state accertate gravi carenze in cinque aree dell'imbarcazione. In particolare, dalla relazione risulta mancante un registrato di "Certificazione / Registrazione" collegato con il piano per l'evacuazione in caso di emergenza (SAR Cooperazione piano per navi passeggeri) e in "mancanza di sistemi di emergenza (illuminazione di emergenza). Inoltre, l'Autorità Portuale ha rilevato il rischio nel "sistema antincendio", i problemi sono stati riscontrati in tutte le porte tagliafuoco (porte interne principalmente). Carenze sono state verificate anche nei "dispositivi di salvataggio», mentre la chiusura delle porte stagne (dispositivi di chiusura porte stagne) è stato definito "problematico".
Il resoconto dell'ispezione del 19 dicembre 2014 è stata pubblicata sul sito: www.equasis.org. Le autorità che hanno condotto questa ispezione hanno dato 15 giorni di tempo affinché queste carenze venissero corrette. In relazione a questo rapporto, la società noleggiatrice Anek ha risposto che il traghetto ha tutti i certificati in conformità con gli standard internazionali di sicurezza e non aveva rilevato nessun problema nei sistemi di sicurezza e di allarme.
Parlando al quotidiano "Ta Nea" il presidente dell'Unione Greca degli Ingegneri della Marina Mercantile, il sig. Savvas Tompouloglou, riferendosi al sopra citato rapporto, si chiede: "Come sono state affrontate queste osservazioni se non vi è scritto da nessuna parte, in nessun rapporto che i problemi sono stati risolti. E come è stato possibile permettere che l'uso di tale imbarcazione per giunta con il fattore aggiuntivo del cattivo tempo? E osserva inoltre che "l'equipaggio era composto da 56 marinai, sulla base della composizione specifica il loro numero dovrebbe essere stato il doppio".
Immediatamente dopo la chiusura delle operazioni di salvataggio, i responsabili della Marina Militare Italiana e dei vari ministeri coinvolti nelle operazioni hanno tenuto una conferenza stampa in televisione dove hanno giustamente esaltato e lodato il difficilissimo compito portato a termine dagli operatori, compito reso ancora più difficile dalle condizioni pessime del tempo, ma sono rimasti piuttosto vaghi per quanto riguarda le domande che i giornalisti hanno posto per chiarire la questione "sicurezza". In particolare alcune risposte mi sono sembrate veramente campate in aria. Una giornalista ha chiesto se i problemi della Norman Atlantic riportati nel rapporto del 19 dicembre erano stati risolti. La risposta data da un responsabile della marina è stata: "se le autorità greche hanno dato il permesso alla navigazione vuol dire che tutto era tornato in regola". Un'altro interpellato sui problemi sollevati dal rapporto del 19 dicembre relativo al traghetto ha commentato dicendo che erano di piccola entità e che il più serio riguardava una "porta taglia fuoco" che si trova tra l'altro in una zona che non è stata interessata dall'incendio.
L'impressione che ho avuto ascoltando queste risposte è che le questioni riguardanti la sicurezza dei passeggeri sono considerate poco serie, quasi di secondaria importanza. Basandomi su come di solito vanno le cose in Grecia e spesso e volentieri anche in Italia, non mi stupirei se gli organi di controllo che avrebbero dovuto verificare la risoluzione dei problemi sollevati dal rapporto del 19 dicembre avessero ceduto agli interessi dettati dagli armatori e avessero chiuso più di un occhio.
Ascoltando invece le dichiarazioni di coloro che si sono salvati ci accorgiamo di quanto importante sia il buon funzionamento di questi meccanismi di sicurezza che sembrano sempre superflui fino a che tutto va bene e che invece si dimostrano determinanti al momento del reale bisogno.
In molti sono a testimoniare che "nessun allarme sonoro è scattato" e che in molti si sono accorti dell'incendio grazie al fumo penetrato in cabina. La testimonianza della cantante soprano greca Dimitra Theodossiou da un'idea dell'inadeguatezza delle misure di sicurezza. E' la stessa a raccontarci questi drammatici momenti:
"Io avevo una cuccetta in prima classe, stavo dormendo e mi ha svegliato l'odore di bruciato e il fumo che aveva già invaso la cabina. Mi sono alzata, ho messo un maglione e ho preso i soldi e la carta di identità e sono corsa fuori. Ho bussato a tutte le altre cabine che ho incontrato per dire alla gente: uscite, uscite c'è un incendio".
Praticamente tutti hanno denunciato il fatto di non aver ricevuto adeguate informazioni da parte dell'equipaggio, che a detta di tanti, nel momento del bisogno, è stato "assente". Qui c'è da notare sia lo scarso numero dei marinai rispetto a quello dei passeggeri, già denunciato dal sig. Savvas Tompouloglou dell'Unione Greca degli Ingegneri della Marina Mercantile e la probabile impreparazione che sarà sempre più frequente tra il personale visto che con le nuove leggi in fatto di lavoro sarà possibile assumere personale a basso prezzo e non specializzato. Sempre secondo le testimonianze, solo alcune scialuppe di salvataggio sono state calate in mare, per le altre non è stato possibile. La motivazione di questo è stata attribuita alla mancanza di energia elettrica dovuta all'incendio, io non sono certo un esperto di questioni legate alla sicurezza sui traghetti, ma a senso mi sembra improbabile che queste scialuppe non possano funzionare in assenza di energia elettrica, sarebbero quasi inutili, mi sembra impossibile che non ci sia anche un sistema manuale per calarle a mare. Mentre invece mi sembra molto più probabile che non siano mai state verificate seriamente e che i cavi e i meccanismi che avrebbero dovuto manovrarle siano incrostati di vernici e mal funzionanti.
Chissà se l'incendio non è stato prontamente domato a causa del mal funzionamento dei sistemi di sicurezza, o per mancanza di personale o per quale altro motivo? E ancora mi chiedo se le "porte taglia fuoco" che a detta degli organi preposti alla sicurezza "erano perfettamente funzionanti" hanno fatto davvero il loro lavoro? E se hanno funzionato, perché la nave è andata completamente a fuoco? Di certo c'è solo una cosa, solo un indagine seria potrà portare luce sulle cause di questa tragedia. Il problema è che in Grecia gli armatori fanno parte di una lobby fortissima che, in accordo con il governo, ha determinato le nuove regole del lavoro. Ha inoltre potere su gli organi di controllo e sugli organi di giustizia. Questo mi lascia dubitare sul fatto che possa in qualche modo venire a galla la verità su quanto è accaduto.
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Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".
Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.
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