Questo blog vuole informare su come e quanto sta cambiando la vita di tutti i giorni in Grecia. L'intervento del Fondo Monetario Internazionale, BCE e dell'Unione Europea sta riducendo la Grecia a un paese in cui sarà difficile vivere. Non sono un giornalista e su questo blog voglio raccontare la vita di tutti i giorni, la mia esperienza diretta di come siamo costretti a "sopravvivere in grecia".

Alla pagina dei video di questo blog puoi vedere il nuovo documentario CATASTROIKA con sottotitoli in Italiano e il documentario DEBTOCRACY International Version con sottotitoli in inglese. Molto consigliato è anche la video intervista di Monica Benini "La guerra in Europa" che spiega benissimo ciò che sta succedendo alla Grecia. Nuovo video interessantissimo Fascismo inc anche questo in italiano. Seguendo questo link si possono ascoltare una serie di interventi andati in onda su Radio 2 Rai sul tema musicale Rebetiko, tra gli interventi, oltre alla musica si parla di storia, politica ed economia.

sabato 6 dicembre 2014

6 dicembre 2008 - 6 dicembre 2014 Sesto anniversario dell'omicidio di Alexis Grigoropoulos

Sei anni fa, nel quartiere di Exarchia, nel centro di Atene, veniva ucciso da un poliziotto Alexis Grigoropoulos, un giovane di 15 anni. Da quell'evento parti una rivolta che durò dei mesi e coinvolse tutta la Grecia e non solo. Centinaia di migliaia di persone presero parte a questa rivolta, le strade di Atene e di molte altre città vennero riempite di manifestanti che si ritrovavano con cadenza giornaliera. Le università, le scuole di ogni grado e numerosi comuni di città e paesi vennero occupate e furono la base per assemblee cittadine. Non si metteva in discussione solo la violenza della polizia, ma i fondamenti di una società marcia che reggeva se stessa basandosi sull'ingiustizia e la corruzione.
La morte di questo giovane svegliò le coscienze di migliaia e migliaia di persone che misero in discussione se stessi e la società in cui vivevano. Proprio da questo evento sono nati le assemblee di quartiere che sono ancora vive in molti quartieri di Atene e che hanno un ruolo fondamentale di organizzazione dal basso. Grazie a questi luoghi di ritrovo e di discussione sono nate esperienze fondamentali come il Parkaki (il giardino pubblico occupato e autogestito nel centro di Atene sottratto all'ennesima speculazione), le mense, gli ambulatori e le farmacie autogestite per i disoccupati, i centri di assistenza per gli immigrati etc..

Sono passati 6 anni da quel giorno. In questo periodo la Grecia è molto cambiata. Tutti i governi che si sono susseguiti hanno solamente accentuato quell'ingiustizia e quello schifo che già sei anni prima avevano causato la rivolta. La crisi economica ha rafforzato la corruzione e le disuguaglianze e con esse la violenza della polizia.
L'attuale governo è solo l'ultimo responsabile di questa catastrofe che sta vivendo la Grecia. Sa di avere le ore contate, ma questo, come un cinghiale ferito, non fa che renderlo più aggressivo e disposto a tutto. In maniera organizzata e pianificata sta provocando la morte di Nikos Romanos, il giovane di 21 anni a cui esattamente sei anni fa ha ucciso il suo migliore amico (Alexis Grigoropoulos). Adesso, incurante dello schifo che sta provocando Samaras continua dritto per la sua strada, degno della più ottusa ideologia fascista. Cerca di salvarsi giocando la carta del caos e della violenza e se da una parte provoca la rivolta dall'altra ne paventa la feroce repressione.

Da ieri sono vietate tutte le manifestazioni nel centro di Atene. Il divieto comprende un'area ancora più grande di quando la cancelliera Angela Merkel venne in visita nella capitale greca. Solo nel centro di Atene sono schierati in forma permanente 8000 poliziotti in assetto antisommossa. Ieri sono già stati arrestati 40 studenti per non aver rispettato il divieto. Numerose facoltà universitarie sono occupate ad Atene, Sallonicco e Creta. Anche i comuni di varie città sparse su tutto il territorio si trovano al momento in stato di occupazione. Centinaia e centinaia sono le dichiarazioni di solidarietà che arrivano a Nikos Romanos da parte di unioni di lavoratori, assemblee, sindacati, centri sociali, occupazioni e da tantissima gente comune stanca di vivere in questo regime.