Grecia, suicidi in aumento vertiginoso.
Oggi,
10 settembre 2013 è la "Giornata Mondiale di Prevenzione del Suicidio".
Oggi, ricercatori, esperti, psicologi, istituzioni e tutte le persone
sensibili a questo problema avranno l'occasione di discutere, riflettere
e se possibile trovare una maniera per frenare questo fenomeno in
esponenziale aumento. Qui in Grecia ha un valore particolare questo
giorno, mai come in questi ultimi tempi è stato importante parlarne. I
suicidi sono in grande aumento in Grecia, se ne contano mediamente due
al giorno. In tutto il pianeta si calcola che vi sia un suicidio ogni 40
secondi, e l'indice di mortalità globale di 16 per 100.000 persone. In
Grecia nel triennio 2009-2011 i tassi di suicidio sono raddoppiati,
passando da un rapporto di 2,5 persone (uno dei più bassi su scala
mondiale) a 5 persone ogni 100.000, raggiungendo la cifra impressionante
di 1245 suicidi in tre anni. Ma il dato è ancora più impressionante se
pensiamo che il tasso di suicidi registrato nel 2011 è cresciuto del 26,5% rispetto al 2010 e del 43% se confrontato con i dati del 2007
(il 2007 è stato l'ultimo anno prima della crisi). Il numero di suicidi
è in crescente ascesa e anche se non sono ancora disponibili i dati
generali degli anni 2012-2013 possiamo immaginare che il fenomeno sia di
dimensioni enormi, basti pensare che nel 2007 ci sono stati 328 suicidi
che sono andati progressivamente aumentando fino ai 477 del 2011. La
regione della Grecia più interessata dal fenomeno è Creta con 37 suicidi
nel 2011 e 49 nel 2012. Nel 2013 sono già 34 i casi registrati solo a
Creta fino al 27 agosto....e come ho detto in precedenza i dati del
2012-2013 non sono ancora disponibili.
La grande maggioranza di
suicidi interessa la popolazione maschile, il 35% sono disoccupati,
seguono i liberi professionisti e i pensionati e se solo alcuni anni fa
il fenomeno era legato a motivi di salute, negli ultimi anni la causa
principale è la depressione e le cause economiche e sociali.
La perdita del
lavoro è diventata una cosa comunissima, si perde il lavoro in maniera
facile, con una spiegazione sbrigativa del datore di lavoro. Spesso la
perdita del posto non è determinata dalla chiusura dell'azienda, si
licenzia il vecchio personale per riassumere altre persone con i nuovi
contratti, decisamente più vantaggiosi per il datore, sia dal lato
economico che dal lato della flessibilità. Le nuove leggi in materia lo
permettono, infatti il "Memorandum" che doveva risollevare le sorti
dell'economia greca l'ha affossata ancora di più nel baratro del
fallimento. Sembrava che la mancanza di diritti lavorativi per i
dipendenti fosse direttamente collegata con la ripresa economica della
Grecia, ma evidentemente non è stato così. Poi, ovviamente, il lavoro lo
si perde anche perché la propria azienda, negozio, ospedale, scuola
ecc.. chiude per mancanza di lavoro, di clienti o peggio ancora (come
nel caso di ospedali e scuole) per volere del governo, per rispettare
gli accordi presi con la Troika, è stato deciso che verranno mandati a
casa 12.000 lavoratori statali e da qualche parte vanno levati... Al
momento che si perde il lavoro si sa già che sarà pressoché impossibile
ritrovarlo, specialmente ad una certa età. Sono tanti quelli che perdono
il lavoro ad "una certa eta" e si ritrovano improvvisamente esclusi dal
sistema sanitario perché non sono più in grado di potersi pagare l'assistenza sanitaria. Intanto, la vita va avanti,
male, con mille problemi. I figli ancora da crescere o già grandi ma
disoccupati o nella migliore delle ipotesi con 500 euro al mese di
stipendio. Il mutuo della casa che non è sceso di un centesimo, l'incubo di poterla perdere da un momento all'altro.
Le spese giornaliere che sembrano delle montagne invalicabili,
l'assicurazione della macchina, la benzina, il petrolio da
riscaldamento, l'acqua, l'energia elettrica ecc.. tutte cose che sono
aumentate tantissimo dall'inizio della crisi economica.
Si
fanno meno figli o addirittura si decide di non farli, sia perché non
si è in grado di mantenerli, ma anche perché non vi è prospettiva per il
futuro, la depressione è forte e chiude la possibilità economica e
sociale di fare ogni investimento per il futuro. Anche i figli sono un
investimento, un investimento per la vita, in un certo senso una
continuazione della propria persona. Un tempo si consegnava ai figli
tutto ciò che si aveva, la casa, le terre, il proprio lavoro, adesso che
ogni prospettiva è accecata dalla crisi economica e dalla mancanza di
fiducia nel futuro tutto questo ha perso senso. Non a caso nei momenti
storici in cui si è vissuto i "Boom economici" ci sono state impennate
di natalità, adesso viviamo la crisi economica e il trend è rovesciato,
non solo non si mettono al mondo figli, ma come è evidente, un numero sempre maggiore di persone decide di togliersi la vita.
Purtroppo anche la vita è diventata merce e molti non se la possono più permettere...
Purtroppo anche la vita è diventata merce e molti non se la possono più permettere...
Francesco Moretti
sopravvivereingrecia.blogspot.gr