La "soglia di casa" è diventata la "soglia di povertà".
Situazioni
abitative disperate come quella della foto sono sempre più frequenti,
specialmente ad Atene. Chi vi abita non lo fa per scelta, non lo fa per
cultura, lo fa perché non può fare altrimenti. Questo genere di
accampamento urbano che fino a qualche anno fa connotava una ristretta
cerchia di persone, zingari, barboni e più in generale persone che per
vari motivi vivono ai margini della società, adesso è diventato per
molti pensionati l'unica forma abitativa possibile.
I
"margini della società" si sono allargati fino ad inglobare persone che
nella propria vita hanno avuto un lavoro, che hanno una pensione, che
avevano una casa. Spesso si tratta di persone anziane che non hanno una
famiglia, non hanno figli o parenti stretti. Vivono la propria tragedia
economica soli. Non hanno perso la dignità di persone, il tracollo
economico che all'improvviso gli ha portati a vivere sul marciapiede è
stato veloce e improvviso. Ancora non hanno perso le abitudini che fanno
di una ambiente una casa. Il signore ritratto nella foto si trova nel
cuore di Atene, in una delle zone più esclusive del centro tra Kolonaki e
il Parlamento, accanto al muro di cinta dell'ospedale Evanghelismos.
Con dignità, spazza il marciapiede che adesso è diventato tragicamente
il pavimento del proprio soggiorno, piccoli indizi ci danno l'idea
della vita che si è lasciato dietro. Oggetti d'arredo, qualche
soprammobile...oggetti ormai inutili perché non ci sono più mobili nella
sua casa. Sono oggetti da cui non si è voluto separare e che adesso
appaiono cosi strani e fuori luogo da far accapponare la pelle di colui
che li nota.
Questo vuol dire vivere sotto la soglia di povertà.
La
sua pensione non è più sufficiente per pagare un affitto, per pagare le
forniture di acqua, luce etc.. per fare la spesa non entra più nei
supermercati dalla porta principale ma va direttamente sul retro dove
vengono gettate nella spazzatura i prodotti scaduti, oppure raccoglie le
poche verdure che a fine dei mercati di quartiere restano in terra.
Farmaci e cure mediche? Forse questo è l'unica cosa che ancora gli
spetta come pensionato, peccato che in tutta la Grecia stanno chiudendo
gli ospedali e che è praticamente diventato impossibile andarsi a curare
nelle affollatissime strutture pubbliche ancora funzionanti.
Per
lui è stato tutto così facile e veloce. La sua permanenza al di fuori
dei "margini della società" era così precaria che è bastato quasi nulla
per farcelo scivolare dentro...e allora io mi chiedo...
Quanto al di sopra delle proprie possibilità viveva?